Vola il vino italiano all’estero, i dati Istat relativi al primo quadrimestre 2018, attestano un forte incremento delle esportazioni dei nostri vini, facendo registrare un + 5,9 per cento rispetto all’analogo periodo del 2017. Un anno che si era concluso con un vero e proprio record di vendite per un ammontare di 6 miliardi di Ero.
Secondo la Coldiretti quest’anno registreremo un aumento di produzione tra 10% e il 20% in Italia con una previsione di 46/47 milioni di ettolitri rispetto ai 40 milioni dello scorso anno di una produzione che soffrì molto la siccità che si abbatté sul nostro paese. “Il risultato – osserva l’organizzazione agricola – è praticamente in linea con la media dell’ultimo decennio. In Italia le condizioni attuali, continua la nota, ”fanno ben sperare per una annata di buona/ottima qualità, anche se l’andamento della vendemmia dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre”.
Come ogni anno quando si tracciano i bilanci si ripropone la tradizionale sfida per la leadership produttiva mondiale. E l’Italia deve vedersela con la Francia sua eterna rivale. L’altr’anno fummo noi a vincere la partita Il servizio statistico del ministero dell’Agricoltura francese, Agreste, stima la produzione francese sui 46,8 milioni di ettolitri, il 27% in più dello scorso anno, anche se con preoccupazioni per muffe e marciumi in Languedoc e a Bordeaux”, staremo a vedere.
Comunque. secondo le nstime della Coldiretti la produzione tricolore sarà destinata per oltre il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento ai vini da tavola.
Le esportazioni di vino italiano nel mondo hanno un effetto traino di immagine per l’intero Made in Italy. Le vendite nel primo quadrimestre dell’anno hanno avuto un incremento in valore del 4,7% negli Usa nostro principale cliente anche se preoccupano le nuove politiche protezionistiche della presidenzaTrump.
Con segno positivo anch le nostre esportazioni in Germania (+4,9%) mentre quelle nel Regno Unito sono precipitate del 5%. E ci sono preoccupazioni per i rischi connessi agli accordi internazionali siglati, o in via di definizione, dall’Unione Europea, dal Ceta con il Canada fino al Mercosur con i paesi sudamericani, dove sono centinaia le Doc italiane che potrebbe rimanere senza tutele.
Per capire cosa possa comportare dal punto di vista commerciale per i nostri produttori il problema degl accordi basti pernsare che solo Canada ad esempio non trovano al momento tutela vini importanti come l’Amarone, il Recioto e il Ripasso della Valpolicella, il Friularo di Bagnoli, il Cannellino di Frascati, il Fiori d’arancio dei Colli Euganei, il Buttafuco e il Sangue di Giuda dell’Oltrepo’ Pavese, la Falanghina del Sannio, il Gutturnio e l’Ortrugo dei Colli Piacentini, la Tintillia del Molise, il Grechetto di Todi, il Vin Santo di Carmignano, le Doc Venezia, Roma, Valtenesi, Terredeiforti, Valdarno di Sopra, Terre di Cosenza, Tullum, Spoleto, Tavoliere delle Puglie, Terre d’Otranto.