Vodafone fa un ulteriore passo sulla strada della parità uomo-donna. “In linea con le tante iniziative intraprese in questi anni per favorire l’equilibrio tra vita e lavoro – precisa un comunicato del gruppo – dal 1 aprile 2018 tutti i dipendenti con diritto al congedo di paternità possono usufruire di 2 settimane retribuite al 100%”.
In pratica la nuova paternity policy lanciata da Vodafone in tutti i paesi in cui opera, raddoppia di fatto i giorni previsti dalla legge in Italia.
Questa non è la prima misura che Vodafone rivolge ai neo-papà. Al rientro dalla paternità, infatti, hanno già la possibilità di usufruire di due giorni di Smart Working a settimana invece che uno.
Si tratta di misure introdotte nell’ambito dell’Agenda dell’inclusione di Vodafone, da cui sono nate una serie di azioni concrete negli ambiti della diversità di genere, di generazione, di orientamento sessuale, e di background.
LE POLITICHE A SOSTEGNO DELLA MATERNITÀ
In questi anni Vodafone ha voluto sostenere varie misure a favore della maternità, prima tra tutte la possibilità di usufruire di 9 mesi e mezzo di maternità retribuita al 100% dello stipendio.
Inoltre il gruppo telefonico, per facilitare il rientro in azienda delle mamme al termine del congedo di maternità, sempre nell’ambito dell’Agenda dell’inclusione, ha introdotto la figura dei Maternity Angels, colleghi con cui le neo-mamme possono restare in contatto per rimanere aggiornate sulla vita in azienda durante il periodo di congedo.
I dati sulle maternità in Vodafone lo confermano l’efficacia di queste politiche: delle 3.659 donne in Vodafone, 2.311 sono mamme. Di queste, 324 hanno avuto figli negli ultimi tre anni.
LO SMART WORKING
Vodafone è stata la prima azienda in Italia a introdurre lo smart working su larga scala nel 2014 e oggi, con circa 3500 persone che possono scegliere di lavorare da remoto un giorno alla settimana, rappresenta un caso di studio. Da settembre 2015 ad oggi, le giornate totali di smart working sono state oltre 171 mila, su un totale di 3110 persone che lo hanno fatto almeno una volta e una media di utilizzo pari a 2 volte al mese. Per quanto riguarda l’utilizzo, non c’è una forte differenza tra uomini (81%) e donne (88%), e anche la distribuzione tra le generazioni è omogenea con un tasso di adozione dell’81% nella fascia 25-35, dell’86% nella fascia 36-50 e del 79% tra gli over 50.