X

Vodafone, il 5G a Milano è realtà: “Primi in Europa”

FIRSTonline

Il 5G a Milano è praticamente realtà. La sperimentazione di Vodafone nell’area metropolitana, dopo un anno esatto dal suo inizio, viaggia a gonfie vele: è già raggiunto dalla nuova tecnologia l’80% della popolazione. “Milano è la capitale non solo italiana ma europea del 5G, la città più all’avanguardia del continente nello sviluppo della nuova rete”, hanno detto nella conferenza stampa al Piccolo Teatro sia l’amministratore delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, che il sindaco di Milano Beppe Sala. Una tecnologia che vanta già 120 siti attivi nell’area metropolitana, che è frutto di un lavoro di squadra (tra i principali partner di Vodafone ci sono il Politecnico di Milano, Huawei, Nokia, Qualcomm, e altre decine di soggetti tra imprese, università, startup e istituzioni) e che cambierà negli anni a venire il volto della città grazie a delle caratteristiche impensabili fino a pochi anni fa: velocità di connessione decuplicata da 1 a 10 Gbps, tempo di latenza ridotto a 1-10 millisecondi dagli attuali 20-30, e possibilità di connettere milioni e milioni di oggetti e sensori.

Nel 2019 la copertura di Milano (e di altre 4 città in Italia: Roma, Torino, Napoli e Bologna) sarà completata e, aziende produttrici permettendo, sarà già possibile prima dell’estate acquistare e usare su tutto il territorio smartphone con tecnologia 5G. Ma il 5G è soprattutto una tecnologia abilitante: quella che permetterà una rivoluzione dei servizi, dei trasporti, dei sistemi di sicurezza, della logistica, della sanità, dell’industria. La tecnologia, per intenderci, che renderà possibile la diffusione delle auto a guida autonoma e di una serie di soluzioni di Internet of Things e Intelligenza artificiale che sono già in corso di sperimentazione nei 31 progetti pilota già avviati (sui 41 totali previsti) da Vodafone e dagli altri partner. Il 5G è in definitiva la tecnologia della cosiddetta smart city che permetterà, ad esempio, secondo uno studio del Politecnico di Milano, di abbattere lo smog, il traffico, la criminalità, lo spreco energetico. Un dato: la sola introduzione dell’auto a guida autonoma aiuterà la diffusione della cultura del car sharing, abbattendo il parco auto e liberando spazi ora destinati ai parcheggi per una superficie equivalente a quella di 2.000 stadi di San Siro. Un’opportunità non solo di cambiare la vita cittadina, ma anche di ripensare la stessa città.

“La sperimentazione di Milano – ha detto l’amministratore delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, ricordando che solo nella sperimentazione nell’area metropolitana milanese Vodafone ha investito più di 90 milioni di euro – ha confermato l’effetto dirompente del 5G, che ridisegnerà tutte le filiere industriali, aprirà nuove opportunità di internazionalizzazione per le imprese italiane, e inciderà sul benessere delle comunità. Il 5G sarà la base essenziale per creare vera innovazione sociale nelle città: siamo partiti da Milano ma da gennaio inizieremo la copertura di altre grandi città italiane”. Il lavoro su tutto il territorio nazionale, a incominciare dalle prime quattro città che seguiranno Milano, sarà possibile grazie all’acquisizione del pacchetto di frequenze dopo l’asta bandita dal Mise poche settimane fa, di cui Vodafone si è aggiudicata i diritti con un investimento complessivo di 2,4 miliardi di euro.

Non mancano, tuttavia, gli elementi di preoccupazione. Il primo è come sempre quello della protezione dei dati personali, che in scenari sempre più connessi necessita “inevitabilmente di una nuova regolamentazione”, come ha promesso il deputato Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera, intervenendo alla conferenza stampa a Milano. Ma c’è anche il tema del lavoro, visto che il 5G accelererà la diffusione della robotica nell’industria e in generale delle soluzioni A.I.. Uno studio del Polimi specifica tuttavia che, se è vero che molte attività saranno sostituite dalle macchine, solo il 10% dei mestieri scomparirà del tutto, e soprattutto che attraverso il cosiddetto reskilling (la formazione dei lavoratori alle nuove necessità) si potrà salvare il 95% dei posti di lavoro.

Related Post
Categories: Tech