La musica, la buona musica, piace a tutti, persino ai vecchi lupi di Wall Street, appellativo affibbiato anni fa a Bill Ackman, proprietario della Spac Pershing Square Tontine Holdings. Dopo le indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal, Ackman ha confermato le trattative in corso con Vivendi, colosso francese dei media, per l’acquisto del 10% delle azioni di Universal Music Group, la casa discografica che detiene i cataloghi di gruppi storici come i Beatles e i Queen e che produce e distribuisce le canzoni di Lady Gaga, Ed Sheeran, Taylor Swift, Justin Bieber, solo per citare alcuni dei nomi più noti. Lo scorso dicembre Umg ha rilevato l’intero catalogo delle canzoni di Bob Dylan, mettendo a segno quello che è stato definito l’affare musicale del secolo. Nel portafoglio di Universal infine c’è anche il 4,5% di Spotify, il servizio di musica streaming on demand più usato al mondo, con 158 milioni di abbonati e 356 milioni di utenti complessivi.
“Universal Music Group è uno dei business più grandi del mondo”, ha detto Bill Ackman, Ceo di Psth. “Guidato da Sir Lucian Grainge, ha uno dei migliori team di manager che io abbia mai incontrato”, ha proseguito il finanziere Usa, aggiungendo che la società “risponde a tutti i nostri criteri di acquisizione e principi di investimento, come società leader della musica”. Nel primo trimestre del 2021, Universal ha registrato un fatturato di 1,8 miliardi di euro (+2,2% su base storica e +9,4% a tassi di cambio e perimetro costanti).
Se andrà in porto, quella tra Psth e Vivendi sarà un’operazione da ben 4 miliardi di dollari (circa 3,3 miliardi di euro) che darebbe alla Universal un valore d’impresa pari a 35 miliardi di euro. “Più avanti nell’anno, dopo che Vivendi avrà completato la prevista quotazione di Umg alla Borsa di Amsterdam, Psth prevede di distribuire le azioni di Umg ai propri azionisti”, recita la nota in cui si sottolinea anche che “a differenza di molte transazioni delle Spac, Psth e Umg non si fonderanno in un’unica società”, precisa Pershing Square Tontine Holdings, che intende rimanere quotata a New York.
Ricordiamo che lo scorso febbraio, Vivendi ha annunciato la distribuzione agli azionisti del 60% del capitale della sua controllata come dividendo straordinario e di quotare Universal Music Group alla Borsa di Amsterdam entro la fine di settembre. L’operazione ha ricevuto il via libera di un consorzio guidato dal gruppo tech cinese Tencent, che controlla il 20% di Universal, dopo aver comprato la quota in due tranche (tra il marzo 2020 e il gennaio 2021) che hanno valutato Universal 30 miliardi di euro.
L’affare tra Vivendi e la spac di Ackman va oltre questi 30 miliardi e supera anche i 33 miliardi riportati a maggio nella documentazione in vista dell’assemblea di Vivendi del 22 giugno, arrivando a quota 35 miliardi di euro, debiti compresi (circa 42 miliardi di dollari). Grazie a quest’operazione inoltre Grazie Vivendi si troverebbe con 7 miliardi di liquidità in cassa da investire sui media.
Potrebbe però non essere finita qui, dato che secondo quanto indicato dalla stessa società francese, Ackman potrebbe decidere di acquistare anche titoli della controllante Vivendi oppure salire ulteriormente in Universal “i fondi Pershing Square e le loro affiliate hanno indicato che potrebbero acquisire una maggiore esposizione economica a Umg, acquistando titoli di Vivendi e/o acquistando azioni Umg dopo la distribuzione di azioni Umg da parte di Vivendi”, si legge nella nota.
In riferimento alla Borsa, in seguito alla conferma delle trattative, a Parigi il titolo Vivendi cede lo 0,55%, mentre le azioni Bollorè (che controlla il 27% di Vivendi), salgono dell’1,35%. Infine, nel pre-market di Wall Street Pershing Square Tontine cede il 6,63%.