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Vivendi monetizza Universal: ora tocca a Tim e a Mediaset

Il gruppo guidato da Vincent Bolloré cede ai cinesi di Tencent il 10% della casa di produzione musicale a un prezzo astronomico – A questo punto i conti sono a posto e il magnate francese può dedicarsi alle partite italiane

Vivendi monetizza Universal: ora tocca a Tim e a Mediaset

Grande colpo per le casse di Vincent Bolloré. In attesa del duello all’assemblea Mediaset del 10 gennaio, il magnate francese ha venduto il 10% della casa di produzione musicale Universal a un consorzio guidato dal gigante cinese Tencent. L’operazione è andata in porto sulla base di una valutazione particolarmente redditizia per Vivendi: ben 30 miliardi di euro per il 100% di Universal Music Group. Secondo gli analisti si tratta di un prezzo generoso, dal momento che moltiplica per 30 il reddito operativo lordo (Ebitda) di Universal Music.

“Questa transazione conferma il talento finanziario di Vincent Bolloré – afferma Jean-Baptiste Sergente, analista di Mainfirst – Nel 2014, quando il tycoon entrò nel capitale di Vivendi, Universal Music era valutata tra 7 e 8 miliardi di euro”.

A pagare sarà un consorzio che comprende una serie di investitori globali ed è capitanato dal gruppo di Shenzhen attraverso la controllata Tencent Music Entertainment.

L’intesa prevede anche che i cinesi potranno acquistare in un secondo momento una partecipazione di minoranza nella consociata Umg attiva nel Paese asiatico. Il closing è atteso entro la fine del primo semestre di quest’anno.

Bolloré sistema così i conti del gruppo e può dedicarsi con maggiore serenità alle partite italiane: la prima in Telecom Italia, dove per il momento regge l’accordo fra Vivendi, primo azionista con il 24% del capitale, e il fondo americano Elliott; la seconda, più complicata, in Mediaset.

Stando alle indiscrezioni riportate dal quotidiano finanziario francese Les Echos, il magnate francese sarebbe pronto a vendere almeno il 20% del Biscione (in cui attualmente ha una quota pari al 29%), sopportando una minusvalenza di 200 milioni, ormai prevista da tempo. Il problema è che Fininvest faticherà a trovare un nuovo acquirente per questa fetta di capitale, dal momento la famiglia Berlusconi potrebbe rafforzare il proprio controllo sul gruppo grazie alla creazione della holding MFE nei Paesi Bassi.

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