3 miliardi, questa la cifra richiesta di risarcimento presentata in Tribunale di Milano dalla famiglia Berlusconi, dalla controllata Rti e da Finivest nei confronti di Vivendi per la rottura dell’accordo su Premium e per la scalata a Mediaset.
Scendendo nel dettaglio, in base a quanto riferito da Radiocor Plus, il 9 giugno 2017, le aziende hanno depositato un secondo atto di citazione (dopo quello dell’agosto 2016), nei confronti del colosso francese guidato da Vincent Bolloré volto ad ottenere il pagamento di danni e interessi: 2 miliardi di euro l’ammontare di euro richiesto da Mediaset e Rti, 1 miliardo invece la cifra voluta da Fininvest.
“Secondo Mediaset, che ha chiesto di unire la procedura con la prima, questa operazione costituirebbe una violazione dell’accordo dell’8 aprile 2016, una infrazione della regolamentazione italiana sui media e un atto di concorrenza sleale”.
In conseguenza delle presunte violazioni, Mediaset chiede anche di obbligare Vivendi alla vendita dei titoli acquistati in violazione delle norme e dell’accordo di aprile 2016 e, in attesa di tale vendita, di non permettere al gruppo francese l’esercizio dei diritti legati al possesso delle azioni, tra cui quello di voto.
Continua dunque la battaglia tra i due colossi. Vivendi però ha anche un’altra gatta da pelare in Italia, vale a dire la possibile golden power del Governo italiano su Telecom Italia. Il gruppo però, sottolinea come le norme del testo di legge sui poteri speciali siano inapplicabili “sia per la natura delle attività esercitate da Telecom Italia che per l’assenza di controllo sull’operatore italiano”.
Questo quanto si legge nella relazione sui conti semestrali della società transalpina in merito alla procedura notificata il 5 agosto dal nostro Esecutivo allo scopo di verificare se le disposizioni previste in materia di golden power sono state rispettate da Telecom e Vivendi. Il gruppo francese precisa inoltre che “una decisione è attesa all’inizio del mese di settembre”, ribadendo nuovamente di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom, non essendo la sua partecipazione sufficiente a “esercitare in modo stabile un’influenza dominante nelle assemblee” dell’operatore italiano.
È invece “in corso di discussione con l’Agcom” un piano per definire le modalità con cui Vivendi si conformerà al provvedimento dell’Authority per il rispetto della normativa italiana sulla concentrazione tra tlc e media.
A Piazza Affari sia Telecom Italia che Mediaset chiudono la seduta in ribasso: -1,18% per la prima; -0,77% per il titolo del Biscione.