Vincent Bolloré, vecchia conoscenza italiana per le sue incursioni in diversi grandi gruppi, da Tim a Mediaset, sta nuovamente mettendo in subbuglio il mondo finanziario. Stavolta lo fa in casa sua, in Francia, dove attraverso il gruppo Vivendi, ha lanciato un’Opa sul colosso editoriale Lagardère, che Oltralpe possiede marchi del calibro di Hachette, Europe 1, Paris Match e la catena di negozi Relay, che vende cibo, bevande e giornali in stazioni e aeroporti. Vivendi è già primo azionista di Lagardère, ma entro un anno riscatterà un ulteriore 18% oggi in mano al fondo britannico Amber per 610 milioni di euro, salendo così oltre il 45% del capitale e al 36% dei diritti di voto in assemblea. L’offerta pubblica di acquisto vale 3,3 miliardi, con prezzo fissato a 24,10 euro per azione, il 23% in più rispetto al valore delle azioni di Lagardère a mercoledì 15 settembre, il giorno dell’annuncio da parte del gruppo di Bollorè.
L’operazione, che nella seduta di giovedì 16 settembre ha fatto guadagnare più del 21% a Lagardère alla Borsa di Parigi (oggi realizzi, -1,5% in mattinata), è molto delicata perché in Francia Vivendi detiene già un impero delle telecomunicazioni e della stampa, in particolare le reti tv Canal Plus e CNews (quest’ultima, dalla linea conservatrice, è finita tra l’altro nell’occhio del ciclone perché dà spazio alla destra No Vax e sovranista): servirà perciò il via libera sia della Commissione europea sia dell’Antitrust transalpino. Per Lagardère, da decenni in mano all’omonima famiglia, sta per chiudersi un’era, anche se da tempo il gruppo è sotto pressione: ad oggi detiene solo l’11% del capitale azionario, insidiato non solo da Bollorè ma anche dal magnate Bernard Arnault, patron di LVMH e uomo più ricco di Francia e tra i più ricchi al mondo.
Per ora Bollorè ha ribadito il massimo sostegno all’attuale management, promettendo che dopo l’Opa il CEO Arnaud Lagardère rimarrà al suo posto, ma tra i due ormai è guerra aperta.