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Visco: tanta incertezza sull’economia, ma non buttiamo via la globalizzazione

Il governatore di Bankitalia non nasconde l’incertezza che pesa sull’economia ma sottolinea anche le opportunità che abbiamo di fronte. Ecco un’analisi delle sue proposte più importanti

Visco: tanta incertezza sull’economia, ma non buttiamo via la globalizzazione

La situazione economica è critica e permangono forti rischi di un ulteriore rallentamento. Con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Putin, i prezzi dell’energia alle stelle, e la scarsità di altre materie prime tra cui quelle alimentari, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nella sua relazione annuale ha voluto adottare un atteggiamento che potremmo definire di “calma e sangue freddo”. 

Visco e l’incertezza sull’economia

Nelle sue Considerazioni Finali, Visco, non ha nascosto alcuna criticità. Ha spiegato che la guerra ha fatto saltare i tre pilastri su cui negli ultimi trent’anni si è basata la globalizzazione: convivenza pacifica, integrazione dei mercati, cooperazione multilaterale. C’è stato un generale calo della fiducia, la crescita si è praticamente arrestata, mentre permane lo spettro della recessione.

L’inflazione si è impennata dopo anni in cui era rimasta vicina allo zero, imponendo alle autorità monetarie un cambio di rotta sui tassi d’interesse e sugli acquisti di titoli sui mercati. Anche gli spread, a cominciare da quello italiano, hanno ripreso a divergere in misura significativa, riproponendo all’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche la necessità di mantenere sotto controllo la finanza pubblica. I partiti che non sanno fare altro che chiedere nuovi sfondamenti del deficit di bilancio, vengono richiamati alla necessità di non fare nuovi debiti per finanziare progetti pubblici, specie quelli di spesa corrente. D’altra parte gli investimenti sono finanziati dal Pnrr e dagli stanziamenti aggiuntivi già decisi. 

Ma nel complesso Visco ha evitato polemiche dirette con il mondo della politica ed anzi ha evitato toni catastrofici per non aggiungere ulteriori dosi di ansia ai cittadini già abbastanza scossi dalle ripetute crisi degli ultimi 15 anni. Al contrario, la relazione del Governatore mette in luce alcuni aspetti non negativi e che possono costituire la base per una possibile ripresa alla fine della guerra.

Visco: correggiamo i difetti ma salviamo la globalizzazione

Tra i molti spunti che Visco offre ad una pacata riflessione da parte dei cittadini e dei Governi, due riguardano il contesto internazionale, la globalizzazione e l’Europa, ed uno quello che sta facendo, e dovrebbe continuare a fare, il nostro paese. 

Sulla globalizzazione Visco è stato netto: pur con tutti i suoi difetti, negli ultimi trent’anni ha portato benefici innegabili a tutti i paesi, e bisogna evitare che oggi, invece di correggerne i difetti si finisca per buttare il bambino con l’acqua sporca. La guerra sta dando una forte spinta a concentrare gli scambi in aree politicamente omogenee e affidabili. Ma questa limitazione degli scambi internazionali porterebbe ad una minore efficienza complessiva e quindi ad una riduzione del tasso di crescita. Come diceva Luigi Einaudi, gli scambi commerciali portano la pace. E questo è ancora vero, anche se Putin, che pure era stato integrato nel mercato internazionale, sembra voler smentire questa  antica massima. 

Visco: le proposte su Europa e Italia

Per l’Europa il Governatore vede progressi importanti nel presentarsi unita di fronte alla minaccia Russa. E lancia tre proposte per fare rapidi progressi sul cammino dell’integrazione “federale” dei paesi europei. Dato che creare un vero e proprio dicastero dell’economia a livello di Bruxelles richiederebbe una revisione dei trattati e quindi tempi piuttosto lunghi, si potrebbe procedere rapidamente con la creazione di uno strumento comune per gestire le emergenze, con il rinnovamento del patto di stabilità basato su parametri semplici e comprensibili, e sulla messa in comune di una parte dei debiti degli Stati, magari quelli accesi in seguito all pandemia, per creare un titolo europeo sicuro e a larga circolazione. 

Infine l’Italia. Per Visco il boom dello scorso anno dimostra che il nostro paese può guadagnare competitività e migliorare il proprio tasso di crescita che per tanti anni è stato il fanalino di coda del convoglio europeo. Bisogna affrontare con le riforme le questioni strutturali che ci tengono inchiodati a terra. I denari del Pnrr sono importanti, ma bisogna spenderli bene e soprattutto fare tesoro dei modi innovativi che sono stati creati per spenderli nei tempi previsti. Modi che possono essere utilizzati anche nella gestione ordinaria. Per il momento le spinte inflazionistiche non hanno dato luogo ad una “vana“ rincorsa salariale. E questo è un bene, perché il problema salariale, che pure esiste, dovrebbe essere affrontato insieme alla produttività in modo da avere incrementi stabili e non una tantum. 

Infine il Sud ha una grande opportunità. Nei prossimi 5-6 anni avrà a disposizione risorse per circa 200 miliardi di Euro. Dovrà spenderli con accortezza per superare i suoi antichi ritardi nelle infrastrutture, nella formazione, nel contrasto dell’ illegalità che, a giudizio di Visco, rappresenta un ostacolo formidabile agli investimenti privati nel meridione.

In conclusione Visco, pur non nascondendo i pericoli della situazione attuale, ha voluto sottolineare anche le opportunità che abbiamo di fronte. Dobbiamo avere la capacità di vederle con chiarezza, evitando atteggiamenti emotivi o disfattisti di cui purtroppo sono pieni i nostri talk show televisivi e che portano solo ad una generale depressione.

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