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Visco si sfila dal toto-Governo

Ignazio Visco non farà parte del nuovo Governo. Lo ha lasciato intendere lo stesso governatore di Bankitalia, citando un ex economista di via Nazionale, Curzio Giannini, nel corso di una lectio magistralis all’Accademia dei Lincei: “La legittimazione delle banche centrali – ha detto il numero uno di Palazzo Koch  – viene dalla competenza, dalla moderazione, dall’orientamento al medio lungo periodo, dal rifiuto di assumere compiti esulanti dai propri ruoli primari”. 

Muore quindi sul nascere l’ipotesi circolata nei giorni scorsi di coinvolgere il governatore nel prossimo Esecutivo, estremamente difficile da formare dopo che le ultime elezioni politiche non hanno consegnato a nessuna coalizione la maggioranza assoluta al Senato. 

 “La Banca centrale, checché ne dicano i suoi detrattori, non ha bisogno di andare a caccia di nuove linee di attività  – ha proseguito Visco -. È il capitalismo che l’ha prodotta ed è il capitalismo che la verrà ancora a cercare, dovesse ancora perdurare l’ondata di infatuazione nei riguardi delle capacità autoregolatrici dei mercati finanziari. La Banca centrale produce un bene impalpabile ma essenziale come la fiducia, di cui il capitalismo, basato com’è su una piramide di carta, quando non soltanto di poste elettroniche, ha un bisogno enorme”.

Il Governatore ha quindi ribadito che “alle banche centrali spetta un ruolo cruciale: ci sono chiari elementi di complementarietà tra la stabilità finanziaria e quella monetaria. In alcuni casi essa trova un riconoscimento ufficiale nella definizione del mandato delle autorità monetarie, ma anche laddove il richiamo non sia esplicito le banche centrali devono tenerne conto nelle loro scelte di policy”.

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