Bisogna andare avanti con le riforme per favorire la ripresa dell’economia. È questo l’avvertimento lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto questa mattina a Roma alla 92esima Giornata mondiale del risparmio organizzata dall’Acri.
“Per il ritorno dell’economia su uno stabile sentiero di crescita – ha detto il banchiere centrale – è cruciale una più convinta ripresa dell’attività di accumulazione. Gli interventi previsti dal piano Industria 4.0 potranno fornire un nuovo impulso all’azione pubblica a sostegno dell’attività di innovazione e investimento delle imprese. Tale azione si inquadra nella più ampia strategia di riforma che è andata definendosi negli anni. Sono stati attuati interventi di rilievo che stanno dando i primi risultati. Non si può che proseguire con decisione su questa strada per migliorare l’ambiente in cui operano le imprese, sostenere la creazione di nuove opportunità di lavoro, ridurre gli squilibri che pesano sulla nostra economia e sulla nostra società”.
VISCO: INVESTIMENTI PUNTO DEBOLE, MA ATTENZIONE AL DEBITO
Al momento, infatti, “la ripresa economica non si è interrotta ma rimane stentata – ha continuato il Governatore –. Gli investimenti restano, anche e soprattutto da noi, il principale punto di debolezza”, anche se “dopo la battuta d’arresto del secondo trimestre, l’attività dovrebbe essere tornata a crescere lievemente nel terzo. La ripresa sta influendo positivamente le condizioni di stabilità finanziaria: l’aumento dell’occupazione sostiene il reddito disponibile delle famiglie; gli indici di vulnerabilità finanziaria delle imprese sono in miglioramento”.
Il problema è che in Italia “i margini per interventi pubblici di sostegno all’attività economica sono compressi dal debito molto elevato. Il sistema produttivo – ha sottolineato Visco – soffre del ritardo con cui ha risposto all’accresciuta concorrenza sui mercati internazionali e alle innovazioni tecnologiche”.
PADOAN: RIPRESA DEBOLE MA C’È, MANOVRA PUNTA A CRESCITA
Anche secondo il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, “nonostante gli sforzi in Europa, le prospettive per la crescita economica rimangono deboli ed esposte a rischi al ribasso. La ripresa resta al di sotto delle aspettative”. Padoan ha anche sottolineato che oggi “siamo in un contesto caratterizzato da un aumento della preferenza per il risparmio e di bassi investimenti. I mercati hanno incorporato questa nuova normalità”.
Poi ci sono le incertezze geopolitiche, legate anche agli esiti dei referendum, “come accaduto con quello sulla Brexit – ha detto il ministro –. Di fronte a queste incertezze le famiglie aumentano il risparmio precauzionale”. In ogni caso, Padoan ha rilevato che “l’Italia sta crescendo, nonostante un quadro internazionale incerto. La ripresa è in corso e il mercato del lavoro sta migliorando anche con la riduzione degli incentivi”.
PADOAN: MANOVRA PUNTA A SVILUPPO E CONSOLIDAMENTO CONTI
Padoan ha quindi rivendicato che la politica economica del governo prosegue sulla “strada stretta” tra sostegno alla crescita e risanamento dei conti pubblici: “L’indebitamento continua a scendere e la politica del governo prosegue sulla strada stretta a sostegno dello sviluppo e del consolidamento di bilancio. Con risorse limitate la qualità dell’azione di finanza pubblica è ancora più importante della quantità”.
PADOAN: IN MANOVRA SFORZO INGENTE SUI MIGRANTI
Il ministro ha poi annunciato che “la legge di bilancio contiene anche misure per fronteggiare le emergenze del terremoto e dei migranti. Su quest’ultimo aspetto, l’Italia fa uno sforzo ingente che va a beneficio dell’Italia e anche dell’Europa”. Padoan risponde così indirettamente alle perplessità, che nella lettera inviata a Roma sui contenuti della manovra aveva chiesto chiarimenti anche sulle risorse impiegate per la gestione dei migranti.
VISCO: SERVONO NUOVE FUSIONI DOPO BPM-BANCHE POPOLARI
Sul versante bancario, secondo Visco, nuove fusioni “dovranno seguire quella, importante, portata a compimento nelle scorse settimane tra due ex-banche popolari”, Bpm e Banco popolare: “Il completamento della trasformazione in società per azioni che dovrà necessariamente avvenire entro la fine di quest’anno, potrà facilitare il rafforzamento patrimoniale, il recupero della redditività, il miglioramento della qualità del credito”.
VISCO: NUOVE SOFFERENZE IN CALO A LIVELLI DEL 2008
Quanto alle sofferenze, “il flusso dei nuovi crediti deteriorati nel primo semestre è tornato sui livelli osservati nel 2008 – ha spiegato il Governatore –, intorno al 3% dei prestiti. Informazioni preliminari relative al terzo trimestre mostrano che la tendenza al miglioramento prosegue. In Italia il deterioramento della qualità del credito, accentuatosi fortemente soprattutto per via della lunga recessione, si è arrestato nel periodo più recente”.
Come ha ricordato il numero uno di Via Nazionale, dalla fine del 2015 la consistenza dei crediti deteriorati si è ridotta rispetto al totale dei prestiti, a giugno scorso viaggiava al 17,7% al lordo delle rettifiche e 10,4% al netto, di cui il 4,8% per la sola componente delle sofferenze. Il tasso di copertura sulle esposizioni deteriorate è salito dal 28,2% del 2011 al 43,6%. Il coefficiente del patrimonio di maggiore qualità delle banche è salito dall’11,8% al 15,5%.
VISCO: IN ARRIVO CONSISTENTE CESSIONE DELLE SOFFERENZE
In ogni caso, “la gran parte delle esposizioni deteriorate si concentra presso intermediari complessivamente in buone condizioni – ha sottolineato Visco –, non avendo la necessità di cedere immediatamente le sofferenze, essi possono beneficiare di tassi di recupero più elevati rispetto a quelli impliciti negli attuali prezzi di mercato. Nel prossimo futuro potrebbe essere ceduto o cartolarizzato (anche con il ricorso alla garanzia pubblica sulle tranches senior) un consistente ammontare di sofferenze. I tempi del complessivo processo di rientro non possono tuttavia essere eccessivamente compressi. I rischi che potrebbero sorgere lungo questo cammino saranno tanto minori quanto più efficaci saranno le politiche economiche nel sostenere la ripresa”.
GUZZETTI E PATUELLI
In precedenza, nei loro interventi, il presidente dell’Abi e il numero uno dell’Acri, Antonio Patuelli e Giuseppe Guzzetti, si erano scagliati contro la Vigilanza Bce e la scarsa partecipazione al fondo Atlante.