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Visco: combinare lavoro e produttività con investimenti pubblici, privati e europei

Sicuramente ci sono segnali positivi di una sia pur timida ripresa dell’economia. Questi vanno consolidati con un ben articolato e coerente disegno di riforme e di efficientamento del sistema sia pubblico che privato. Se il Governo metterà a punto un programma credibile, ciò potrà portare ad un miglioramento delle aspettative, anche se non tutto potrà essere fatto insieme e se alcune riforme hanno bisogno di tempo per dispiegare i propri effetti.

Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nella sua relazione annuale, ha confermato il superamento della fase acuta della crisi, ma ha sottolineato la necessità di attuare in tempi rapidi cambiamenti nelle politiche economiche sia in Italia che in Europa per accelerare il ritmo della ripresa e per dare risposte urgenti alla drammatica situazione dell’occupazione. 

Visco non pensa che si possa imboccare un sicuro sentiero di crescita semplicemente allargando la spesa pubblica, come molti politici e sindacalisti chiedono, perché i mercati che in questo momento ci stanno beneficiando di bassi tassi d’interesse potrebbero girarsi improvvisamente al riapparire di segnali di incertezza sulla tenuta dei conti pubblici. Per contro, il cuore della relazione della Banca d’Italia sta nella dimostrazione che è possibile conciliare più produttività con più posti di lavoro e che questo passa per un aumento degli investimenti nazionali (pubblici, ma anche privati) ed europei, finanziati cioè con strumenti comuni tra i vari Paesi.

Più che fonte di spunti polemici o frasi ad effetto, le Considerazioni di Visco sono apparse quest’anno abbastanza didascaliche. In premessa c’è stata un’inusuale illustrazione dei compiti e degli impegni della Banca centrale, resa necessaria dall’esplosione di polemiche intorno alla rivalutazione del valore delle quote del capitale della banca stessa, polemiche che quasi sempre erano basate su una totale ignoranza delle reali funzioni della banca e delle regole che presiedono alla sua operatività. Pentastellati e leghisti avranno alcune pagine su cui meditare, così che in futuro si potranno evitare polemiche pretestuose.

Sui timori di deflazione (cioè di una prolungata tendenza al ribasso dei prezzi ) Visco ha detto con chiarezza che la Bce farà tutto il possibile per scongiurare questo pericolo, negativo per l’economia quanto quello dell’inflazione troppo elevata. Il prossimo 5 giugno ci sarà una riunione del board della Bce e probabilmente in quella sede verranno adottate delle decisioni attivando, se necessario, anche strumenti “non convenzionali”.

Sempre a livello europeo, è stata forte la sollecitazione a procedere verso un bilancio pubblico comune che consentirebbe investimenti comuni per lo sviluppo in infrastrutture sia materiali che immateriali. E questo ulteriore passo verso l’integrazione comunitaria, oltre a quelli fatti negli ultimi anni ( sia pure tra incertezze e ritardi ), potrebbe migliorare le aspettative  dei mercati e quindi stimolare gli investimenti privati. 

Per quanto riguarda la politica economica interna, Visco ha lamentato che negli anni passati le misure sono apparse troppo frammentate e spesso ancora in attesa dei decreti attuativi, così che il loro impatto effettivo è stato più ridotto dello sperato. Ora c’è un lungo elenco di cose da fare tra le quali spiccano l’attuazione della delega fiscale, la riforma della PA , la lotta all’evasione fiscale, la certezza del diritto. Infatti sono proprio la complessità e l’opacità di molte procedure amministrative che scoraggiano gli investimenti sia italiani che esteri.

Alle imprese Visco ha ricordato che è cruciale procedere ad aumentare i mezzi propri ed il ricorso al mercato dei capitali perché le aziende italiane sono troppo esposte nei confronti del credito bancario. Inoltre occorre approfittare di alcune norme  che hanno ridotto lo svantaggio fiscale che gravava sul capitale rispetto all’indebitamento.

La parte più ampia della Relazione è stata dedicata alle banche, per dire da un lato che la loro solidità è molto aumentata in questi ultimi anni, ma dall’altro per ricordare che ci sono ancora gravi problemi di governance, specie per quel che riguarda operazioni con parti correlate, per la repressione delle quali molto stretto è il rapporto con la Magistratura, oltre che esigenze di una sempre maggiore efficienza da raggiungersi anche attraverso un miglior utilizzo delle tecnologie.

In definitiva non si può dire che Visco si sia abbandonato ad un ottimismo di maniera. Tuttavia sembra di cogliere nelle raccomandazioni del Governatore una nota di distensione, nel senso che, pur permanendo ancora gravi pericoli, se sapremo mettere a frutto i sacrifici finora fatti ed eviteremo di cullarci nell’illusione che l’allentamento delle tensioni monetarie possa esentarci dal proseguire sulla strada delle riforme, allora potremo veramente cominciare a recuperare una parte consistente del milione di posti di lavoro persi negli ultimi cinque anni.

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