Non abbandonare la strada del risanamento, perché l’attenzione degli investitori istituzionali guarda ancora alla capacità di equilibrio dei conti e la ripresa nel 2013 ha elevati margini di incertezza.Le perdite sui derivati in Mps sui derivati non avranno un impatto tale da pregiudicare l’adeguatezza patrimoniale complessiva della banca e, nonostante Siena, le banche italiane si confermano sane con una limitata esposizione alla finanza strutturata. Ma gli istituti in perdita ”non dovranno distribuire bonus” e Banca d’Italia dovrebbe poter rimuovere gli esponenti aziendali. Questi alcuni dei passaggi principali dell’atteso discorso del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto al convegno Assiom Forex di Bergamo. Un discorso che non elude i punti caldi sul tappeto in queste settimane richiamando il Paese a non abbassare la guardia perché il riemergere periodico di tensioni ci ricorda la fragilità della situazione (e qui il richiamo implicito sembra rivolgersi all’escalation di promesse elettorali per conquistare voti delle ultime settimane) e che dedica ben 5 pagine sulle 15 complessive alla vicenda Mps.
BANCA D’ITALIA DEVE POTER RIMUOVERE I MANAGER
Dal palco del Forex il governatore Visco ha lanciato un deciso monito al sistema bancario nel suo complesso affermando che il quadro normativo va rafforzato. E precisamente: “L’autorità di vigilanza deve poter valutare compiutamente l’idoneità degli esponenti, nel rispetto dei criteri di trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa. Deve poter intervenire efficacemente nei casi in cui, sulla base di fondate evidenze, ritenga necessario opporsi alla nomina di esponenti aziendali o rimuoverli dall’incarico”. Un’affermazione in linea con quanto già indicato due giorni fa dal presidente della Bce ed ex governatore di Bankitalia prima di Visco, Mario Draghi, interpellato in conferenza stampa sul caso Mps e sulle responsabilità della vigilanza. ”E’ importante che le banche centrali abbiano maggiori poteri di intervento tra cui quello di rimuovere i top manager degli istituti di credito qualora necessario”, ha detto Draghi”. Una proposta che ha già suscitato le prime reazioni da parte dei banchieri presenti al Forex. ”In un’azienda sana spetta agli azionisti” rimuovere i manager che non funzionano, ha replicato il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, precisando che la proposta può essere presa in considerazione ”solo in contesti particolarmente gravi”. Più possibilista l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni: ”Non vedo controindicazioni – ha detto – ”è un dibattito in corso da diversi mesi, in alcuni Paesi questa norma già esiste”. A prescindere da tutto, ha aggiunto Ghizzoni ”cose del genere non si dovrebbero verificare, dovrebbe essere il Cda stesso ad accorgersene e a decidere” in merito. Già ma nel Paese delle Meraviglie i cancelli si chiudono sempre quando i buoi sono già usciti dalla stalla. E A Siena si leccano le ferite. L’attuale ad di Mps Fabrizio Viola, si è detto “d’accordo” su un norma che consenta la rimozione dei vertici di una banca: “credo che sia una norma utile il rafforzamento dell’attività di vigilanza sui vertici aziendali – ha precisato rilvando che è “importante” il richiamo di Visco “alla necessità di migliorare i profili qualitativi degli organi”. Quanto a Monte dei Paschi di Siena, il manager rileva che “é difficile dire ex post se” una norma “avrebbe evitato o meno. Mi sembra che il governatore sia stato chiaro nel dire che malgrado l’assenza di norme loro siano intervenuti con una moral suasion piuttosto importante”.
A SIENA NESSUN IMPATTO SULL’ADEGUATEZZA PATRIMONIALE COMPLESSIVA DELLA BANCA
Visco rassicura che le perdite emerse in Mps sulle operazioni strutturate non avranno un ”impatto tale da pregiudicare l’adeguatezza patrimoniale complessiva della banca. Ne abbiamo tenuto conto nel parere dato al Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Visco parla anche dell’azione della Vigilanza, oggetto di polemiche e contestazioni con lo scoppio del caso Mps, su cui Bankitalia ha relazionato il Ministero dell’economia in una recente audizione parlamentare (il documento è disponibile sul sito internet della Banca centrale). “L’impegno della Banca d’Italia a rendere sempre più efficace e tempestiva la sua azione è massimo; valutiamo attentamente ogni suggerimento; siamo aperti al dialogo costruttivo”, ha precisato Visco nel suo discorso. E su Mps precisa: i Monti bond da 3,9 miliardi di euro per il Monte dei Paschi di Siena ”non sono un salvataggio di una banca in crisi” ma ”un prestito, concesso dallo Stato a un costo particolarmente elevato e crescente nel tempo”. In caso di comportamenti impropri, su Mps come sul sistema bancario in generale, Visco chiede di cercare la verità “senza sconti, di controllare scrupolosamente notizie e supposizioni” ma “ipotesi e giudizi incontrollati, a volte infondati e temerari, possono provocare danni gravi per i risparmiatori, le istituzioni, la collettività”. Sul caso Mps, e sul supposto finanziamento segreto del 2011 di bankitalia, a margine del Forex è intervenuto anche il direttore generale Fabrizio Saccomanni: “la Banca d’Italia realizzò nel 2011 con il Monte dei Paschi due operazioni di prestito titoli e non ci fu nessuna operazione sottobanco”, ha detto Saccomanni rispondendo indirettamente alla critiche dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti che le ha definite operazioni segrete. Si tratta di prestiti che sono propri dell’attivita’ della banca centrale. “E’stato alzato un polverone ma non c’e’nessun mistero”, ha aggiunto.
BANCHE, NO BONUS A MANAGER SE IN PERDITA
Le ”gravi vicende” che hanno colpito Mps ”non cambiano le nostre valutazioni sul sistema bancario italiano” che ”è fondamentale sano” e con una ”esposizione contenuta verso i prodotti della finanza strutturata”, ha voluto precisare Visco nel suo discorso. Anche includendo gli ulteriori interventi decisi per Mps, il sostegno pubblico alle banche italiane rimane molto contenuto nel confronto internazionale. Le ricapitalizzazioni pubbliche in Italia ammontano allo 0,3% del Pil; in base ll’ultima indagine della Commissione Europea a giugno del 2012 erano pari all’1,8% in germania, al 2% in Spagna e al 4,3% in Belgio, al 5,2% nei paesi Bassi e a oltre il 40% in Irlanda. A cui si aggiunge il programma di ricapitalizzazione per le banche spagnole con fondi europei fino a massimi 100 miliardi. La situazione del sistema bancario italiano non è però in discesa. C’è il credito all’economia che ha continuato a contrarsi e la consistenza dei prestiti deteriorati in rapporto alle attività complessive è per le banche italiane maggiore che per quelle di altri principali paesi. Per Visco “alcuni gruppi di grandi e medie dimensioni devono ancora proseguire nel percorso di ampliamento dei mezzi propri” mentre “la situazione patrimoniale degli istituti minori è nel complesso adeguata”. E anche se non rischieranno di essere forzosamente rimossi i banchieri dovranno darsi una regolata sulle loro remunerazioni. Le banche in perdita “non dovranno distribuire bonus”. Visco chiede che la ”la parte variabile delle remunerazioni” fletta in linea con i risultati reddituali. “ I premi devono essere legati al conseguimento di risultati stabili, non dovuti semplicemente a eventi di natura straordinaria: solo le componenti reddituali strutturali possono costituire il punto di riferimento nella definizione dei bonus e nell’applicazione dei sistemi che ne prevedono, in alcuni casi, la restituzione. E avverte che se ”non si avrà un adeguamento spontaneo”, ”norme e controlli saranno più stringenti”.
POSSIBILE ARRESTO DELLA CADUTA DEL PIL NEL SECONDO SEMESTRE 2013
Sul fronte dell’economia italiana Visco ricorda che la nuova flessione dell’attività economica iniziata a metà del 2011 ha annullato il parziale recupero registrato dopo il 2009: il prodotto interno lordo è ridisceso sul livello di circa 7 punti percentuali più basso di quello precedente la crisi e in cinqu anni la produzione industriale e gli investimenti fissi lordi sono scesi di quasi un quarto, il numero degli occupati di oltre mezzo milione. Per Visco la caduta dell’attività potrebbe arrestarsi nel corso del secondo semestre 2013 con un ritorno ai ritmi di crescita modesti e con margini di incertezza elevati. Pur con la dovuta attenzione alla necessità di mitigarne le conseguenze di natura sociale e distributiva, ha rilevato Visco, questi programmi devono continuare. “L’Italia non deve abbassare la guardia. L’attenzione degli investitori internazionali continua, giustamente, a concentrarsi sulla nostra capacità di preservare l’equilibrio dei conti pubblici e di perseguire con determinazione l’innalzamento del potenziale di sviluppo”. Perché “il mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici è la precondizione, non l’ostacolo” per una crescita bilanciata e sostenuta della nostra economia. Cruciale è anche la questione dell’elevato livello di fiscalità. Che deve essere affrontata “in una prospettiva di medio periodo con equilibrio lungimiranza e attenzione ai vincoli di bilancio”.