Il mondo si prepara a un tranquillo weekend di paura sotto la pressione delle ombre evocate dal coronavirus cinese. Assume così un carattere surreale la vacanza delle Borse cinesi, che, come da programma, resteranno chiuse da oggi a giovedì prossimo per le feste d’apertura dell’anno del Topo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ammonito che è “troppo presto” per parlare di emergenza globale, ma la conta delle vittime ha raggiunto quota 25. Molte cerimonie, compresa quella della Città Proibita di Pechino, sono state sospese. Piatti i pochi listini aperti in Asia. Hong Kong termina quasi invariata una seduta accorciata per le vacanze del Capodanno.
Il Nikkei 225 giapponese guadagna lo 0,13%. Sono chiusi i mercati della Cina continentale e della Corea del Sud. L’indice Asia Pacific sale dello 0,1%, Tokyo +0,05%. Avanza l’Australia (+0,3%).
I prezzi al consumo in Giappone sono aumentati dello 0,8% a dicembre rispetto a un anno prima: il dato ha mostrato una accelerazione dallo 0,5% del mese precedente ed è superiore alle attese di +0,7%.
S&P: L’EMERGENZA PUO COSTARE A PECHINO L’1,2% DEL PIL
Impressiona la rapidità e l’energia della risposta delle autorità cinesi, decise a dimostrare che, a differenza di quanto accaduto con la Sars del 2003, Pechino è in grado di rispondere all’emergenza. Sono ormai 26 milioni le persone che non possono uscire dal perimetro delle città di residenza. Secondo S&P, l’economia rischia un pesante stop: il tracollo dei consumi potrebbe ridurre la crescita del Pil dell’1,2%, a causa del venir meno di shopping e viaggi.
Pesante l’impatto sul petrolio. Anche stamane sono in calo sia il Brent (-0,4% a 62 dollari il barile) che il Wti (55,47). Nella settimana il calo ha toccato il 5%.
In un clima di incertezza, l’oro risale la china: +0,3%, a 1.563 dollari.
CLIMA D’ATTESA IN USA: RIMBALZA NETFLIX
Poco mossa in chiusura Wall Street, che ha recuperato le perdite della seduta dopo l’intervento dell’Organizzazione della Sanità: Dow Jones -0,09%, S&P 500 +0,11%, Nasdaq +0,2%.
Brilla sul listino Netflix (+7,2%), che così corregge le perdite accusate dopo la trimestrale.
LA MONETA COMUNE AI MINIMI
La Banca centrale europea ha lasciato i tassi invariati. L’euro si è indebolito sul dollaro, cross a 1,104 (-0,4%) ai massimi da metà dicembre, dopo la riunione della Bce. Il Bund scivola a -0,31%.
Christine Lagarde, che indossava una spilla a forma di gufo (simbolo di saggezza da contrapporre a falchi e colombe), ha ribadito l’impegno a mantenere i tassi ai livelli attuali e ad acquistare titoli al ritmo mensile di 20 miliardi di euro, fino a quando l’inflazione della zona euro non convergerà verso il target “di poco sotto il 2%”. Nella nota emessa al termine della riunione si legge anche che “il Consiglio direttivo della Bce ha deciso, come previsto, di avviare un riesame della strategia di politica monetaria”, che includerà anche la strategia ambientale, come ha sottolineato la presidente (“ho già dato indicazioni perché il nostro fondo pensione investa un miliardo in prodotti verdi”).
I FALCHII DI NUOVO ALL’ATTACCO SU TASSI E QE
La Presidente Christine Lagarde ha sottolineato che la revisione strategica della politica monetaria della Bce valuterà anche i possibili effetti collaterali dei bassi tassi d’interesse su cui si profila battaglia da parte dei falchi: il 24 marzo, su richiesta di 200 economisti, la Corte Costituzionale tedesca dovrà pronunciarsi di nuovo sulla legittimità del QE. L’amministratore delegato di Deutsche Bank, Christian Sewing, parlando al forum di Davos, ha intanto invitato la BCE a utilizzare la sua prossima “strategic review” come un’opportunità per porre fine a una politica di riferimento che una volta era necessaria ma che ora sta facendo più danni che benefici. Secondo Sewing, sono molte di più le persone in Germania che stanno perdendo soldi con i tassi negativi rispetto a quanti stanno guadagnando.
Piazza Affari si salva dalle vendite e chiude in parità (23.707 punti base) una seduta volatile e condizionata dalla sindrome cinese sui mercati, da Est a Ovest.
In rosso il resto d’Europa, frenato anche dall’apertura stonata di Wall Street. Francoforte perde lo 0,92%; Parigi -0,65%; Madrid -0,61%.
Londra -0,87%: il disegno di legge che attua la Brexit è diventato ufficialmente legge, in vista dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea la prossima settimana.
IL DECENNALE ITALIANO SCENDE ALL’1,25%
Anche il Btp ha beneficiato dalla minor propensione al rischio. Una volta tramontato il timore di una imminente crisi di governo, il rendimento decennale è sceso a 1,25%, meno cinque punti base rispetto a ieri. Il differenziale di rendimento tra Btp decennale e Bund si è attestato a 160 punti dai 165 del finale di seduta di ieri.
Il 28 gennaio il Tesoro offrirà titoli per complessivi 3,25 miliardi di euro tra Ctz e Btpei. L’interesse per i titoli della periferia dell’area Euro ha spinto la Grecia a prendere in considerazione la possibilità di emettere un nuovo titolo di Stato a lungo termine nelle prossime settimane. Lo ha dichiarato a Reuters un funzionario di Atene.
VOLA STM (+7,3%) DOPO I CONTI
In Piazza Affari grande protagonista di giornata è stata Stm (+7,3%), che negli ultimi dodici mesi ha più che raddoppiato la quotazione. Il gruppo italo francese ha chiuso il 2019 con ricavi netti in calo dell’1,1%, a 9,55 miliardi di dollari (8,61 miliardi di euro), ma per il primo trimestre dell’anno il manager francese prevede di raggiungere ricavi per 2,36 miliardi di dollari (2,13 mld euro), in crescita del 13,7% sull’analogo periodo del 2019. Barclays ha alzato il target da 30 a 32 euro, rafforzando la raccomandazione Overweight.
In scia al colosso dei semiconduttori avanza Eles (+3,5%), leader nella produzione di apparecchiature per il test e il controllo dell’affidabilità dei semiconduttori.
Leonardo +0,1%: Exane ha ribadito la raccomandazione Outperform, target da 13,50 a 15,60 euro.
BENE LE UTILITY, CITIGROUP PROMUOVE FERRARI
Ferrari -1%. Citigroup rafforza il Buy portando il target price da 120 a 180 euro.
Fca -1% per i timori di dazi sull’import di auto negli Usa. L’Autorità stradale olandese (Rdw) ha richiamato alcuni modelli di Jeep Grand Cherokee in Europa per aggiornamenti software.
Il calo dei rendimenti spinge il comparto delle utility sui massimi dal 2010: Hera +2,4%, Enel +1,2%, Snam +0,4% e Terna +1,2%.
Bancari deboli ma sopra i minimi di seduta. Prosegue la correzione di Mps (-2,6%). Negativi anche i Big: Unicredit -1,2%, Intesa -0,7%, Banco Bpm -2,2%.
Continua a soffrire il lusso: Moncler -2,5%, Ferragamo -0,4%. Vendite anche su Autogrill (-3,7%).
TONFO DI UNIEURO DOPO IL COLLOCAMENTO
Unieuro -6,8%. Italian Electronics Holdings ha completato il collocamento di azioni Unieuro fino all’intera quota del 17,6% tramite accelerated bookbuilding a 13,25 euro per azione.
Consob ha approvato il documento di offerta relativo all’Opa totalitaria obbligatoria promossa da Gamma Bidco su Gamenet, che decorrerà dal 27 gennaio al 14 febbraio.
Matica (+3,35%) ha siglato un contratto di fornitura negli Stati Uniti con il più grande System Integrator nel mercato dell’identità digitale.