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Virgin Orbit in crisi: non trova i fondi e licenzia l’85% dei dipendenti e in Borsa il titolo crolla

La società aerospaziale di Richard Branson cesserà le operazioni a tempo indeterminato e licenzierà circa 675 dipendenti. Il titolo crolla (-40%)

Virgin Orbit in crisi: non trova i fondi e licenzia l’85% dei dipendenti e in Borsa il titolo crolla

La corsa verso lo spazio fa già le prime vittime: Virgin Orbit, la società creata dal miliardario britannico Richard Branson non ha trovato i fondi necessari a proseguire le attività. Di conseguenza, l’azienda cesserà le operazioni “per il prossimo futuro” e licenzierà quasi tutta la sua forza lavoro (l’85% del personale) per ridurre i costi. Lo ha rivelato l’amministratore delegato Dan Hart ai dipendenti durante una riunione giovedì 30 marzo. Ma la crisi di Virgin Orbit affonda il titolo alla Borsa di New York (- 40%).

L’annuncio arriva settimane dopo che Virgin Orbit aveva sospeso le operazioni, mettendo il personale in cassa integrazione, per sistemare le proprie finanze. La società aveva anche emesso un bond convertibile senior, garantito per un importo nominale di 10,9 milioni di dollari da Virgin Investments (la società di Branson che controlla il 75% del capitale del costruttore di razzi). È riuscita a raccogliere 55 milioni di dollari ma, nonostante ciò, non è riuscita a colmare i suoi buchi finanziari. Solo nel terzo trimestre del 2022 l’azienda ha registrato una perdita di 43 milioni di dollari.

Sarebbe dunque saltato anche l’accordo con Matthew Brown, operatore texano del venture capital, disposto a investire 200 milioni attraverso un collocamento di azioni private.

La crisi di Virgin Orbit

Virgin Orbit è stata fondata a Long Beach, in California, nel 2017, come spinoff dell’impresa di turismo spaziale di Branson, Virgin Galactic. L’azienda produceva razzi progettati per il lancio di piccoli satelliti. A gennaio si è tentato di lanciare il primo satellite dal suolo britannico, ma la missione è fallita. Il razzo è riuscito a portare il satellite all’altezza richiesta, ma è caduto subito dopo.

“Purtroppo non siamo riusciti a ottenere i finanziamenti necessari per garantire un percorso chiaro a questa azienda. Non abbiamo altra scelta se non quella di attuare cambiamenti immediati, drammatici ed estremamente dolorosi”, ha detto Hart durante la telefonata.

Che fine faranno i dipendenti?

L’azienda eliminerà tutte le posizioni tranne 100, e i licenziamenti riguarderanno tutti i team e i reparti. In un documento, l’azienda ha dichiarato che i licenziamenti riguarderanno 675 posizioni, pari a circa l’85%.

Virgin Orbit “fornirà un pacchetto di liquidazione per ogni dipendente che se ne va”, ha dichiarato Hart, con un pagamento in contanti, un’estensione dei benefit e un supporto nella ricerca di una nuova posizione – con una “pipeline diretta” creata con la società sorella Virgin Galactic.

Inoltre, la Virgin Investments, investirà 10,9 milioni di dollari per coprire i costi di Virgin Orbit relativi alle indennità di licenziamento e ad altre spese di liquidazione. Il costo totale dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni di dollari.

Virgin Orbit in crisi: sfuma il sogno italiano?

La società del miliardario inglese era interessata al lancio dei satelliti dallo spazioporto pugliese di Grottaglie. Circa un mese fa, il top management di Virgin Orbit e la delegazione italiana composta da Enac, Agenzia Spaziale Italiana, Aeroporti di Puglia e ARTI Regione Puglia si sono incontrati in California. Era stata confermata la volontà di siglare al più presto l’accordo di confidenzialità e la lettera di intenti per lo scambio di informazioni e l’avvio dello studio di fattibilità e degli investimenti industriali. Ma la crisi di Virgin Orbit sfuma il sogno italiano per il lancio di satelliti dallo spazioporto di Grottaglie.

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