Le disuguaglianze di genere colpiscono anche le donne che sono ai vertici delle imprese. E’ quanto emerge da una ricerca pubblicata da HSBC in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: più di un terzo delle donne imprenditrici deve affrontare pregiudizi di genere durante le fase di raccolta di capitali per le proprie attività. Il pregiudizio diventa evidente già durante il processo di valutazione dell’investimento, quando vengono poste domande sulla loro situazione familiare, sulla loro credibilità come imprenditrici e sulla loss prevention.
La ricerca ha rilevato grandi differenze tra i mercati, con livelli più elevati di disparità di genere in mercati maturi e occidentali quali Regno Unito e degli Stati Uniti (rispettivamente 54% e 46%), mentre quelle della Cina continentale presentano i livelli più bassi (17%). Inoltre, nel processo di lancio di nuovi finanziamenti, quasi due terzi (61%) delle imprenditrici si trova di fronte team di valutazione quasi esclusivamente composti da investitori uomini. E questo fa sì che poi spesso questo finanziamenti non vengano erogati, soprattutto a Hong Kong (nel 68% dei casi) e Singapore (59%), mentre hanno più possibilità di successo le donne statunitensi (65%) e francesi (62%).
E non è tutto: dalla ricerca si evince che, a livello globale, a parità di condizioni, in media le imprenditrici raccolgono il 5% di capitali in meno rispetto ai colleghi uomini. Le differenze maggiori si vedono negli Stati Uniti (8%), in Francia (7%) e nel Regno Unito (6%). Di conseguenza, il 58% delle donne imprenditrici intervistate teme che le differenze di genere possano compromettere le fasi di raccolta di capitali. La seconda preoccupazione maggiore riguarda la preparazione del business plan (58%) e l’assenza di supporto (41%).
HSBC ha commissionato il report “She’s the Business” per comprendere quali sono le sfide che le donne che fanno impresa devono affrontare quando sono alla ricerca di investimenti. La ricerca, alla quale hanno preso parte oltre 1.200 imprenditori in Europa, Asia, Medio Oriente e Stati Uniti, è parte del costante lavoro che HSBC svolge per superare le barriere al fare impresa, soprattutto nei confronti delle donne e degli ostacoli che queste incontrano sul loro percorso durante il processo di raccolta di finanziamenti.
“Ciò che emerge chiaramente da questa ricerca su scala globale – ha commentato Anna Tavano, Head of Global Banking di HSBC Italia – è che vi è disparità anche quando le donne fanno le imprenditrici, e trovano maggiori difficoltà nel raccogliere capitali. Si può e si deve fare di più per sostenere le donne nell’imprenditoria. HSBC lavora con gli imprenditori di tutto il mondo e vogliamo aiutare le donne a far crescere le loro imprese attraverso la raccolta di fondi, la creazione di network e opportunità di mentorship. La nostra partnership con AllBright ci rendere molto orgogliosi, in quanto ci permette di sostenere network di donne”.