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Violenza di genere: il digitale può combatterla. Global Thinking arruola il fintech nella lotta alla violenza

FIRSTonline

Le tecnologie digitali facilitano la vita. Purché usate per costruire una società più equa, all’insegna della trasparenza. Un concetto ovvio, anzi banale quando non è riempito di contenuti concreti. Come dimostra di saper fare ancora una volta il network di volontari radunato sotto le insegne di Global Thinking, fucina di idee ma ancor più di iniziative sotto la regìa di Claudia Segre, già operatrice di grande successo al desk dei mercati obbligazionari, oggi impegnata nella mission di promuovere l’uguaglianza di genere, procurando a donne e ragazze gli strumenti necessari per conseguire “una cittadinanza economica attiva”. 

Le applicazioni virtuose delle tecnologie digitali

In questa cornice il convegno annuale dell’associazione dedicato ai “Digital Rights” è stata l’occasione per illustrare le tante applicazioni virtuose del digitale, dalle attività di lobbying che hanno permesso, grazie alle pressioni di Sila Mochi di Dig-Italy, di inserire il tema della parità di genere nei requisiti del Pnrr, piuttosto che le applicazioni fintech in materia di cybersecurity di Licia Garotti, partner dello studio Gattai e Minoli, armi utili nella battaglia per sconfiggere la dimensione digitale della violenza di genere

Non è un sostegno acritico, perché poggia sul lavoro sviluppato dai legislatori europei, assai più sensibili degli americani ai rischi che comporta il lato oscuro del web (almeno metà delle ragazze lamenta di esser stata vittima di violenza online). Ma le opportunità superano i pericoli. Soprattutto se, spiega Luisa Bagnoli, Facial Analyst Scientist, si prende coscienza che la rivoluzione non riguarda solo i macchinari o le tecnologie, bensì gli uomini: grazie all’intelligenza artificiale ed all’aumento della potenza di calcolo, cambiano i ruoli professionali. Il medico, ad esempio, dispone ormai di un’imponente massa di dati che offre un salto su qualità diagnostica e terapeutica, Purché li si sappia usare.  Non a caso la presidente della Ue Ursula Von der Leyen ha lanciato il 2023 come “l’anno della competenza”. 

Donne contro la violenza

Insomma, l’ago della bilancia pende dalla parte dei tecno-entusiasti rispetto agli apocalittici. Com’è giusto che sia per un’associazione che, finalmente, trasmette voglia di fare a suon di cultura, know how ma soprattutto di entusiasmo. Sfilano sul palco le ragazze del Lecce calcio assieme alla Vero Volley di Monza ed alla compagine del Maxibasket, aggregazioni sportive che sono l’antitesi dello sport come violenza quale emerge dalle inchieste sulla ginnastica femminile. Sfilano anche le rappresentanti di “Donne al Quadrato”, il progetto di alfabetizzazione finanziaria per le donne cui collaborano 80 volontarie in tutta Italia che mettono a disposizione conoscenze e competenze, maturate durante le loro carriere lavorative nel mondo della finanza e delle professioni (commercialiste, avvocate, consulenti del lavoro, imprenditrici, psicologhe); per aiutare altre donne a saper gestire i propri soldi senza delegare ad altri, prevenire la violenza economica ed assumere un ruolo da protagoniste consapevoli sia nel privato che nel lavoro.

 Ma ormai l’elenco delle attività è quasi sterminato, come testimonia il sito della Fondazione che in Italia ma non solo (Usa compresi) continua a concentrarsi sull’obiettivo principale: l’istruzione di qualità con borse di studio e premi a studenti meritevoli e meno abbienti, con un occhio di riguardo all’uguaglianza di genere.

Una mostra dedicata alla violenza contro le donne

Non mancano filmati e perfino l’uso del graphic novel anima della mostra tematica dedicata alla violenza contro le donne, compresa la disuguaglianza economica. Senza piangersi addosso: in mostra ci sono 5 eroine del fumetto capaci di farsi valere anche nelle situazioni più complicate. E qualcuna assomiglia alla presidente, già tenace e combattiva quando si occupava di bond, oggi più decisa che mai a combattere il pericolo più grave: scivolare inconsapevolmente in una prigione senza sbarre, di inadeguatezza e alienazione. “Questa è la drammatica condizione in cui vivono molte donne che sono state espropriate del proprio status socioeconomico” conclude la presidente. Un pugno nello stomaco del pubblico. Efficace, quando il messaggio arriva con il sorriso stampato sulle labbra.

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