«Sono innamorato della Vergine di Murillo della Galleria Corsini. La sua testa mi perseguita e i suoi occhi continuano a passarmi davanti come due lanterne danzanti». Rimase folgorato Gustave Flaubert durante il suo soggiorno a Roma nel 1851 quando ebbe modo di trovarsi di fronte alla Madonna del Latte, dipinto di Bartolomé Esteban Murillo un olio su tela 164 x 108 cm che faceva parte della collezione di Palazzo Corsini.
La «Madonna zingara», come era chiamata nelle guide della città, costituiva, infatti, nell’Ottocento uno dei dipinti più ammirati da quanti ebbero la fortuna di poter vedere la collezione Corsini proprio per la forza espressiva della Vergine e del Bambino realizzati dal pittore spagnolo.
L’opera venne eseguita intorno al 1675 a Siviglia ed è uno dei migliori esempi della capacità di Murillo di rendere i soggetti religiosi in termini di “narrazione familiare” e di semplicità compositiva. Il dipinto Corsini è, infatti, costruito intorno alle due figure della Vergine e del Bambino, rese con quelle fattezze quasi “popolane” che diedero all’opera il soprannome ottocentesco, concentrando la maggiore espressività nei volti e negli sguardi. Punto focale dell’opera diventano, quindi, gli occhi che fissano con intensità lo spettatore, quasi come se avesse interrotto il momento dell’allattamento, al quale alludono le vesti appena scostate sul seno di Maria, secondo una strategia retorica che, dopo il Concilio di Trento, tendeva a rendere meno esplicita questa tipologia iconografica.
Lo straordinario dipinto sottoposto a lungo restauro grazie ai proventi della vendita del Vino Civitas, nell’ambito di un progetto triennale di sponsorizzazione promosso dall’Associazione Civita, in collaborazione con la Tenuta Caparzo di Montalcino, tornerà di nuovo in esposizione a partire dalla prossima settimana nella Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Corsini che conserva un nucleo di raffinate opere, per lo più di pittura italiana e fiamminga tra il XVI e il XVII secolo, la cui raccolta ebbe origine nel corso del XVII secolo grazie al cardinale Neri Maria Corsini.
Il restauro del famoso dipinto è stato effettuato ad opera della restauratrice Alessandra Percoco, sotto la direzione di Alessandro Cosma, Curatore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica ed è frutto di un progetto portato avanti da Civita, organizzazione da anni impegnata in attività finalizzate alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico italiano con la tenuta Caparzo di Montalcino, Civita.
“Il vino – si legge in una nota Civita – è espressione culturale del nostro Paese: un bene prezioso da conservare e promuovere. Su queste premesse nasce il “Vino Civitas”, un progetto dell’Associazione che ha lo scopo di contribuire al restauro di importanti opere d’arte. “Civitas” è un prodotto di raffinata qualità, ideato per coloro che sono alla ricerca di sapori esclusivi ma, soprattutto, che vogliono associare al piacere del palato quello di un sostegno concreto in favore dell’arte. L’iniziativa, unica nel suo genere, ha trovato un partner altrettanto unico: un viticoltore non solo rinomato per l’eccellenza dei suoi prodotti, ma anche sensibile ai problemi del patrimonio artistico. Questo partner è Caparzo, azienda nota a livello internazionale che produce vini di straordinaria qualità. I Vini Civitas sono disponibili in eleganti confezioni regalo da uno, due e sei bottiglie (Brunello di Montalcino, Sangiovese e Bianco IGT)”.
In passato grazie al sostegno di diverse imprese l’Associazione Civita ha potuto portare avanti importanti progetti come “Scena carnevalesca” di Bartolomeo Bianchini, protome di cavallo “Medici Riccardi” risalente al IV secolo a.C., Chiesa di San Francesco ad Amatrice, “San Girolamo penitente” di Girolamo Romani detto il Romanino, “San Francesco d’Assisi abbraccia il crocifisso”, gruppo scultoreo della prima metà del XX secolo, 23 preziose urne funerarie etrusche del III secolo a.C., “Il transito della Vergine” e “La nascita della Vergine” di Giacinto Brandi, “Madonna con bambino” di Piermatteo d’Amelia, “Caccia con il coccodrillo” di Tommaso Maria Conca, una prestigiosa ceramica marchigiana del XVI secolo, “La Madonna col bambino” di Gentile da Fabriano, “La deposizione di Cristo nel sepolcro” appartenente alla Scuola Senese del XVII secolo e “La Madonna delle Grazie e Santi” del Perugino.