Il vino, fiore all’occhiello del Made in Italy. Un’industria in continua espansione che sembra non conoscere crisi e che sta riuscendo a riposizionarsi sullo scacchiere mondiale mantenendo la sua leadership a livello mondiale. A conferma di ciò basta guardare i numeri: l’industria italiana del vino ha registrato 11 miliardi di euro di fatturato nel 2018, mentre l’export ha toccato quota 6,2 miliardi. Sono 523 i prodotti certificati Dop e IGP, una realtà che consegna al nostro Paese il primato mondiale. All’Italia però il vino non piace solo produrlo ed esportarlo, ma anche berlo. Non a caso ci posizioniamo al terzo posto al mondo nella classifica dei consumi, con 22 milioni di ettolitri consumati.
Questa la fotografia del mondo del vino italiano contenuta nell’Industry Book 2019 di Unicredit, uno studio che analizza ogni anno tendenze, dinamiche competitive e prospettive di sviluppo e crescita del comparto vitivinicolo nazionale. Quest’anno lo studio ha passato in rassegna un campione di 685 imprese produttrici di vino hanno depositato il bilancio negli ultimi 5 anni e che, a livello medio, sono cresciute del 3,9% l’anno.
Andrea Casini, capo Commercial Banking Italy di Unicredit, conferma l’impegno della banca “a sostegno del vino italiano nel mondo. Un’azione che, grazie a una forte focalizzazione con specialisti e servizi dedicati, ci ha permesso nel 2018 di triplicare le nuove erogazioni a favore del settore, superando così i 320 milioni di euro. In prossimità del principale evento fieristico del settore, il Vinitaly, con cui peraltro ha rinnovato quest’anno la propria storica partnership, UniCredit fornisce agli addetti ai lavori una fotografia, la più completa e realistica possibile, dei trend in atto nel settore e delle loro possibili evoluzioni”.
L’INDUSTRIA ITALIANA DEL VINO
Sono più di 2mila le imprese italiane che operano nel settore del vino, per un fatturato che – come detto – ha raggiunto gli 11 miliardi di euro, pesando per circa l’8% sui ricavi nazionali del settore Food&Beverage. Gran parte di questo fatturato – il 54 per cento, 6,2 miliardi – è generato sui mercati esteri, in un settore che dimostra una fortissima propensione all’export. A dominare, in questo frangente sono soprattutto i vini DOP e IGP e gli spumanti, “con una propensione alle esportazioni che si attesta, rispettivamente, al 58% e al 63%”, sottolinea Unicredit.
Per quanto riguarda la produzione, nel 2018 l’Italia ha prodotto 50,4 milioni di ettolitri di vino (+10,5% rispetto al 2017), confermandosi ancora una volta primo produttore mondiale, con una percentuale pari al 17% del totale.
Questo primato viene garantito soprattutto dalla produzione di vini DOP (+21,7% anno su anno, di cui +23,4% rossi e +20,5% bianchi) e IGP (+2,5% anno su anno). Rimanendo nell’ambito delle certificazioni, l’Industry Book sottolinea come 1 vino certificato su 3 in ambito europeo viene prodotto in Italia per un totale di 523 vini certificati. Al secondo posto, come da previsioni, c’è la Francia, ma ad impressionare è il distacco. Parigi si ferma infatti a 435 vini certificati.
In questo contesto occorre sottolineare la crescita del mercato dei vini biologici. In Italia è aumentata non solo la superficie delle coltivazioni biologiche della vite, che ha superato i 100mila ettari, ma anche la produzione, soprattutto in regioni come la Calabria, dove il 51% della superficie coltivata a vite è dedicata al biologico, della Basilicata (49%) e della Sicilia, prima in Italia per ettari coltivati con viti Bio.
QUANTO VINO BEVIAMO– QUANTO VINO ESPORTIAMO
Il vino piace, a tutti. Indistintamente. Negli ultimi quindici anni, il consumo globale di vino è salito del 6,6 per cento annuo. Nel 2017, secondo l’OIV, sono stati consumati nel mondo 243 milioni di ettolitri di vino. Dal punto di vista geografico, la Cina ha letteralmente raddoppiato i consumi, avvicinandosi sempre di più agli Stati Uniti che, a fine 2017 (ultimi dati disponibili) erano i primi consumatori di vino con 32 milioni di ettolitri (24% dei consumi totali). L’Italia rappresenta invece il 9,3% della domanda mondiale, con 22 milioni di ettolitri.
Cresce la domanda e di conseguenza, crescono le vendite. Nel 2018 le vendite mondiali di vino hanno superato i 30 miliardi di euro, in crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente e a dispetto della contrazione dei volumi globali (-6,7% a/a). “Sul fronte delle importazioni – sottolinea Unicredit – si registra un grado di concentrazione relativamente moderato con i primi 10 paesi importatori in grado di intercettare solo 67% degli scambi globali. Gli Stati Uniti si confermano primo mercato mondiale ma buone dinamiche di crescita si registrano per mercati “maturi” come Belgio (+2,7%), Germania (+1,9%) e Paesi Bassi (+1,3%). Viceversa i paesi esportatori sono molto concentrati, tanto che i primi 3 paesi UE esportano il 60% dell’export mondiale”.
In questo contesto l’Italia detiene quasi il 20% (19,8% per la precisione) della quota totale dell’export, con 6,2 miliardi di vendite sui mercati esteri. Nel 2018 il valore dell’export nostrano è cresciuto del 3,3% rispetto all’anno precedente, nonostante si sia registrato un calo dei volumi (-7,8% anno su anno). A chi vendiamo il nostro vino? Gli Usa rimangono il primo mercato di sbocco, seguiti da Germania e Regno Unito. Questi 3 mercati insieme assorbono più della metà (53,6%) dell’export italiano globale. Tra i mercati di destinazione che crescono di più rispetto al 2017 si segnalano la Francia (+10,1%), la Svezia (+7,5%) e i Paesi Bassi (+5,6%).
IL VINO ITALIANO: LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO
Dal punto di vista mondiale, l’OIV stima che i ricavi totali del settore crescano dell’1,5% annuo, arrivando nel 2023 a quota 350 miliardi di dollari. “A trainare i fatturati – spiega Unicredit – sarà la spesa globale per il consumo di vino: il progressivo ampliamento del reddito disponibile e della classe media nei paesi emergenti, unito al maggiore orientamento verso i vini di qualità in Europa, porterà ad un’accelerazione rispetto agli ultimi 5 anni, con un tasso medio di crescita per il periodo 2018-2023 del 3,8%”.
Per quanto riguarda l’Italia, basandosi su dati Nomisma Wine Monitor, Unicredit individua i “mercati più interessanti” verso cui esportare il nostro vino. Nel dettaglio saranno la Cina, dove sono previste volumi di vendite in aumento dell’11,9%, il Canada (+6,5%) e il Giappone (+4,2%) i mercati verso cui esportare i vini fermi. Per quanto riguarda invece gli spumanti, bisognerà concentrarsi su Canada, USA e Cina, dove si dovrebbe registrare una crescita rispettivamente del 18,4%, del 14,6% e del 12,2%.