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Vino, Gabriele Gorelli è il primo Master of Wine italiano

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L’Italia, la terra del vino, era uno dei pochi paesi al mondo a non avere ancora un Master of Wine, il celebre titolo rilasciato dalla più autorevole e antica organizzazione dedicata al mondo del vino. Gli italiani ci hanno provato per anni ad ottenere il prestigioso titolo e, finalmente, uno di noi ci è riuscito. Si chiama Gabriele Gorelli, classe 1984 nato e cresciuto nella terra del Brunello di Montalcino.

Una notizia che ha mandato in estasi il Consorzio del Brunello. Nato nel 1967, il Consorzio riunisce 212 soci, per una tutela che si estende su oltre 4.500 ettari di vigneto, di cui 3.150 iscritti a Doc e Docg (2.100 per il Brunello), 13 milioni e mezzo di bottiglie all’anno e un giro d’affari di circa 180 milioni di euro nel 2018. Una produzione destinata all’export per circa il 70% (con gli USA come principale mercato del Brunello). Il 2020 è stato un anno di crescita grazie alle due annate 2015 e 2016,  con un +12,2% rispetto alle vendite del 2019 (e un +4,3% rispetto alla media degli ultimi cinque anni), anche se limitata dalla crisi sanitaria da Coronavirus, specie nei mesi di lockdown.

Adesso, il Consorzio del Brunello di Montalcino può vantare un altro buon risultato nel mondo del vino: il primo italiano ad ottenere il tanto atteso riconoscimento inglese. Giovane designer e brand builder, Gabriele Gorelli è il 418mo Master of Wine. Grande conoscitore ed esperto di vino, il giovane toscano si è distinto per il suo sapere, la capacità comunicativa e l’amore per l’intera enologia mondiale.

La sua passione vinicola l’ha eredita da suo nonno, “il più piccolo rinomato produttore di Brunello di Montalcino”, con la sua vigna di 0,46 ettari. Gabriele ha una laurea in lingue e una forte propensione per il marketing. Nel 2004 ha fondato l’agenzia di design specializzata in comunicazione visiva di vini pregiati, la Brookshaw & Gorelli. Dieci anni più tardi, ha costituito la KH Wines, società di consulenza per la vendita e il marketing di vino. Inoltre, partecipa come giudice e presentatore a concorsi enologici, sia nazionali che internazionali e ha curato la sezione italiana della Sotheby’s Wine Encyclopedia 2020.

Gabriele ha percorso una strada lunga per ottenere questo risultato fatta di studi, viaggi, approfondimenti e assaggi. Nel dettaglio, l’esame MW si compone di tre step: teoria, degustazione e tesi. Una volta superato l’esame, i nuovi membri devono firmare il codice di condotta dell’IMV, con cui si accetta di agire con onestà e integrità e di usare ogni opportunità per condividere la loro conoscenza del vino con il resto del mondo.

Tutto inizia nel 2014, quando Firenze ha ospitato il Symposium dell’organizzazione, l’evento quadriennale che permette di incontrare tutti i Masters of Wine. Nel 2015, poi, inizia la sua formazione con lo Fase 1, in cui Gorelli dimostra la sua stoffa ed è l’unico italiano a passare alla Fase 2. Nel 2018 arriva il primato: essere il primo connazionale a superare il secondo step dell’esame finale: assaggiare 36 vini alla cieca (in tre batterie da 12), 40 domande sulle origini, produzione, marketing e tanto altro ancora.

Segue poi la tesi di 10mila parole su un tema inedito. Gabriele ha scelto la lotta ai precipitati di quercetina nel vino imbottigliato, un problema legato all’innalzamento delle temperature, dal titolo “Quercetin precipitation in Brunello di Montalcino. What are the organic fining methods to prevent this phenomenon occurring in bottle?

Tra le altre nomine ci sono: James Doidge (Regno Unito), Susan Lin (USA), Moritz Nikolaus Lueke (Germania), Sophie Parker-Thomson (Nuova Zelanda), Alvaro Ribalta Millan (Regno Unito), The Sam (Regno Unito), Melissa Saunders (USA), Kryss Speegle (USA) e Clare Tooley (USA). Il numero di Masters of Wine sale a 418, di cui 149 sono donne e 269 uomini provenienti da 32 Paesi.

Per diventare Masters of Wine non basta conoscere il vino. Il Master of Wine è una persona che ha dimostrato, attraverso un esame rigoroso, una conoscenza approfondita di tutti gli aspetti del vino, con una buona capacità di comunicazione. Il MW incoraggia attivamente gli altri nella ricerca della conoscenza e cerca di riunire tutte le comunità del comparto. Una figura di altissimo profilo, con una cultura enologica, storica, agronomica e una spiccata abilità nella degustazione.

Un risultato importante per tutto il comparto. Con il prestigioso titolo, il giovane toscano di Montalcino diventa ambasciatore del patrimonio enologico italiano in quello che è il complesso mondo del vino internazionale.

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