Padrone nel bicchiere, il Sauvignon Blanc trova i suoi sentori al palato e al naso che arrivano dalla Maremma, terra di storia come solo può essere nel nostro Paese, fatta di grandi spazi, antiche torri, leggende, cavalli e mare.
Il vino che racconta Riccardo Lepri e che si produce nella tenuta di Montauto, a un tiro di schioppo da Capalbio ma anche da Saturnia, nel cuore della Maremma è “pulito” ed esalta un territorio che del bianco ha una lunga consuetudine, basti pensare a Pitigliano. Un nonno tanto importante nella vita di questo vignaiolo toscano che al nome ha dedicato una etichetta e al cognome il logo della lepre che corre felice tra i campi. Il Sauvignon Blanc si chiama Gessaia, dal nome del torrente che scorre in mezzo alle vigne, sotto il sole della Toscana.
Il 2021 apre tutti i suoi petali accompagnando gamberi rosa su un letto di agretti e poi una vellutata di zucchine con vongole veraci, asparagi, piselli e patate viola che arrivano sulla tavola de Il Ceppo a Roma che come da tradizione accoglie spesso i vignaioli con i suoi percorsi di degustazione gourmet (Gessaia, 16 euro in cantina).
Elegante, dotato di una raffinata mineralità, il Sauvignon blanc domina con una annata come il 2011, dimostrando la sua longevità innata degustato con spaghettoni aglio e olio, bottarga e totanetti. Un vino che arriva dai sogni del nonno Enos che impiantò le prime barbatelle negli anni ‘80 per fare le vigne che oggi producono il Sauvignon blanc che prende il suo nome. Vino elegante e fine nella sua mineralità che gli deriva dalla terra dove dominano argilla rossa e ferrosa, quarzi, con le brezze marine che accarezzano i filari.
Le annate più importanti di Pinot nero raccolte e imbottigliate a mano
L’azienda con i suoi 14 ettari di vigneti e una proprietà di 200 ettari, condotta oggi da Riccardo Lepri che ha scelto il mestiere di vigneron seguendo la passione del nonno, produce circa 100mila bottiglie l’anno destinate per il 35% all’export (USA, Norvegia e GB) e il restante alle enoteche e ai ristoranti del nostro Paese.
Avvolgente, intenso e persistente arriva nei calici poi un rosso dai riflessi granati, il Pinot Nero. Raccolta manuale, imbottigliamento a mano per le annate più preziose, invecchiamento in barrique, il 2016 è destinato agli appassionati e agli chef stellati, mentre il 2019 e il 2020 (14 gradi, 24 euro in cantina) possono far sognare anche i comuni mortali.
Tenuta Montauto
Campigliola Km 10
Manciano (GR)
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