L’obiettivo è di condividere le tecniche e le esperienze utilizzate, sia in vigna che in cantina, per produrre vino in maniera naturale e divulgare così la cultura del terroir: per questo VinNatur Tasting, uno tra i maggiori eventi al mondo dedicati al vino naturale chiama a raccolta viticoltori provenienti da diversi paesi europei, che si ritroveranno da sabato 18 a lunedì 20 aprile al Margraf di Gambellara, in provincia di Vicenza, ad affrontare tutte le problematiche del settore.
L’associazione VinNatur, nata nel 2006, riunisce piccoli produttori di vino naturale da tutto il mondo puntando a unire le forze di questi vignaioli per dare ad ognuno maggior forza, consapevolezza e visibilità, condividendo esperienze, studi e ricerche. Scopo dell’associazione è anche quello di promuovere la ricerca scientifica e divulgare la conoscenza di tecniche naturali e innovative. Negli anni sono nati diversi progetti di ricerca tra le aziende associate e alcune Università e Centri per la Sperimentazione.
Alla nascita le aziende aderenti a VinNatur erano 65. Oggi sono 195, per un totale di 1800 ettari di vigna che producono 6 milioni e 500 mila bottiglie di vino naturale, di cui circa 5 milioni in Italia.
Per associarsi i viticoltori devono accettare di sottoporre i propri vini all’analisi dei pesticidi residui, per poter garantire la genuinità dei vini e sono regole molto rigorose che comprendono l’uso di pesticidi, diserbanti, concimazioni al terreno o alle foglie di derivazione chimica. L’attenzione maggiore è rivolta al suolo e al suo equilibrio naturale. La ricerca in questo settore riguarda il tentativo di eliminare il rame e lo zolfo per la cura delle malattie, rivolgendosi invece ad estratti vegetali ed essenze naturali che aiutino la pianta ad autodifendersi. In cantina si prosegue il lavoro iniziato in vigna; anche qui non sono permessi lieviti selezionati, additivi (di qualunque origine) e tecniche invasive, poco rispettose della materia prima.
Gli obbiettivi sono quelli di ridurre o, se possibile, eliminare l’uso dell’anidride solforosa (conservante con noti effetti collaterali sulla salute dell’uomo) e di perfezionare la pratica della fermentazione spontanea, prediligendo i lieviti migliori, già presenti in natura, che aumentano il valore del vino, donando personalità ed unicità. Nel corso degli anni VinNatur ha incrementato di molto il numero dei produttori aderenti raggiungendo le attuali 187 aziende (provenienti da nove nazioni diverse: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia) rispetto alle 65 di partenza. Ogni viticoltore che chiede di entrare nell’Associazione accetta di sottoporre i propri vini ad un’analisi dei pesticidi residui. La ricerca viene effettuata su ben88 pesticidi in modo da poter valutare oggettivamente la genuinità dei vini e la coerenza con i principi cardine dell’Associazione.
“Il vino naturale – spiegano i responsabili di VinNatur – deriva da metodi di lavoro che prevedono il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina, e l’assenza di additivi chimici e di manipolazioni da parte dell’uomo”. Questi metodi portano i vignaioli a correre molti rischi, poiché il percorso è complesso e imprevedibile, per seguirlo occorre una grande consapevolezza e un’ampia conoscenza sia in vigneto che in cantina.
Per vino naturale dunque si intende che esso sia prodotto: in quantità artigianali e non industriali, da un produttore indipendente, su vigneti a basse rese per pianta con uve sane e prive di pesticidi, da terreni vocati alla produzione di uva, da uve raccolte manualmente con particolare attenzione all’integrità dei grappoli, con uve da agricoltura bio (nessun trattamento di sintesi, insetticida o erbicida), senza aggiunta di zucchero, enzimi, additivi, con fermentazioni spontanee senza aggiunta di lieviti selezionati in laboratorio ma solo di lieviti naturalmente sviluppatisi in vigneto, senza aggiustamenti di acidità, senza micro-ossigenazione o trattamenti di osmosi inversa, chiarifica e microfiltrazione, con un minimo utilizzo di solfiti, permesso solo in condizioni climatiche-ambientali sfavorevoli, senza aggiunta di altri additivi al vino.
Nella viticoltura convenzionale si possono utilizzare fino a 180 principi attivi di pesticidi, messi a disposizione dall’industria chimica in continua evoluzione. Anche in cantina, quindi nel vino, si possono aggiungere fino a 140 prodotti ed additivi, che non è necessario indicare in etichetta. Nella viticoltura ed enologia naturale nulla di tutto ciò è accettato, ad eccezione dell’utilizzo dell’anidride solforosa, il vino naturale spesso è visto come la meta che l’enologo naturale vuole raggiungere. È praticamente impossibile prevedere il risultato di un vino fatto in maniera naturale.