Sono sempre di più i giovani agricoltori che puntano sul vino: sono oltre 5.500 i giovani che possiedono una vigna diffusi sul territorio italiano impegnati a produrre vini di alta qualità. È quanto emerge da una analisi Coldiretti in occasione della degustazione dei vini organizzata dai giovani imprenditori a casa Coldiretti al Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati tornato in presenza dopo due anni segnati dalle restrizioni per il Covid-19.
Una boccata d’aria fresca per il mercato del vino italiano, con una maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori. Lo dimostra il fatto che quasi una cantina under 35 su tre (31%) esporta all’estero i propri prodotti contro il 20% della media generale delle aziende vitivinicole italiane, secondo il rapporto del Centro Studi Divulga.
“Le aziende giovani, dimostrano grande vivacità e dinamicità imprenditoriale – ha spiegato la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati -. Questi numeri danno speranza in un tempo complesso come il nostro, e suggeriscono di continuare ad investire sull’attrattività del settore attraverso il ricambio generazionale affinché le grandi sfide legate al cambiamento climatico ed alla sostenibilità in generale possano essere vinte ed in tempi brevi grazie alle energie giovani del nostro paese”.
I giovani agricoltori reggono meglio la crisi scatenata dalla guerra
I giovani in vigna sembrano anche reagire meglio alla crisi scatenata dal conflitto ucraino, con il 53% che dichiara di avere una situazione economica soddisfacente contro il 43% del totale nazionale. In ogni caso, poco più della metà dei giovani produttori vitivinicoli (il 52%) dichiara di aver registrato un calo delle vendite. Secondo il rapporto del Centro Studi Divulga i vignaioli under 35 restano però più fiduciosi rispetto agli imprenditori over. Se un 26% teme un’escalation della guerra, contro il 32% dei “grandi” che la pensa allo stesso modo, c’è anche un 21% che è convinto che possa migliorare, rispetto ad appena il 9% di cantine over.
Bisogna però considerare che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. “Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001) che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali”, spiega Coldiretti.