X

Vini italiani: export rallenta, ma spumanti e bianchi in crescita. Sondaggio Nomisma: ecco quali sono i preferiti

Pixabay

Nel 2023, il settore del vino ha affrontato sfide significative, con un calo delle importazioni a livello globale dovuto a motivi sia congiunturali che strutturali. Gli importatori hanno accumulato scorte per timore di interruzioni nella catena di approvvigionamento e aumenti di prezzo. Questo overstock si è aggiunto agli impatti del rallentamento economico e alla diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori, causata dall’inflazione. Oltre a questi fattori congiunturali, si sono evidenziati cambiamenti strutturali nel consumo di vino: diminuzione degli acquisti di vino rosso, minor interesse delle giovani generazioni, maggiore attenzione all’alcol e preferenza per vini più leggeri con meno gradazione alcolica.

UniCredit e Nomisma hanno presentato l’Osservatorio sulla competitività delle regioni del vino 2024, che analizza le performance dei vini regionali sia sul mercato nazionale che internazionale. Quest’edizione include anche un’indagine originale sulla percezione dei consumatori italiani riguardo alla notorietà, reputazione e abitudini di consumo dei principali vini Dop italiani.

Export: vino in lieve calo, aumenta lo spumante

Nel 2023, nonostante il contesto globale complesso, l’export di vino italiano ha registrato un lieve rallentamento, con una diminuzione delle vendite oltre confine di meno dell’1% (-0,8%) sia in valore che in volume rispetto al 2022. Questa riduzione è stata più pronunciata per i vini fermi, con una diminuzione del 3% in valore, soprattutto nei mercati nordamericani. Al contrario, l’export di spumanti ha visto un aumento del 3,3% in valore nonostante una riduzione del 2% nei volumi.

Export vino: Veneto, Piemonte e Toscana al top

Le prime tre regioni per valore delle esportazioni rimangono Veneto, Piemonte e Toscana, che insieme rappresentano oltre i due terzi dell’export nazionale, anche se con dati inferiori rispetto all’anno precedente. Tra le prime dieci regioni esportatrici, si sono invece evidenziate importanti crescite in Friuli Venezia Giulia (+8,4%), Abruzzo, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.

Quali sono i vini più esportati

Nel 2023, per quanto riguarda le tipologie di vini Dop, che globalmente hanno mantenuto stabilità nei valori (+0,3%) ma registrato una diminuzione nei volumi (-4%), si sono osservate principalmente crescite nell’export di spumanti e vini bianchi, mentre i vini rossi fermi hanno subito perdite, alcune anche significative.

Tra i vini bianchi Dop, le maggiori aumenti sono stati registrati per quelli siciliani (+7%), mentre tra gli spumanti il Prosecco ha segnato un aumento del 5%. Tra i vini rossi, quelli piemontesi hanno registrato una riduzione limitata (-1%), mentre i rossi Dop del Veneto hanno subito una diminuzione del 12%. Tra le top 10 regioni vinicole per la presenza dei propri vini fermi e frizzanti Dop, la maggior parte ha registrato diminuzioni nelle vendite in volume. Si sono evidenziate crescite solo per i vini Dop della Sardegna (+13%) e dell’Abruzzo (+3%), mentre i vini Dop della Sicilia e del Trentino Alto Adige hanno mantenuto sostanzialmente gli stessi volumi del 2022, con variazioni positive comprese tra +0,1% e +0,3%.

Il vino per gli italiani: i risultati del sondaggio

L’edizione 2024 dell’Osservatorio ha integrato i risultati di un sondaggio coinvolgendo 1.000 consumatori italiani di vino, rappresentativi della popolazione per genere, età e residenza territoriale. Tra gli obiettivi dell’indagine vi era la valutazione della notorietà dei principali vini a denominazione, l’identificazione delle regioni più apprezzate nella produzione di vini per tipologia e l’analisi dei comportamenti di consumo a livello territoriale.

Una delle principali scoperte è stata la percezione dei consumatori italiani sulle regioni associate ai vini di maggiore qualità. Piemonte, Toscana e Veneto sono in cima alla lista, con la Toscana al primo posto per i consumatori più giovani (Gen Z). Per quanto riguarda le categorie specifiche, le regioni più associate ai vini rossi fermi di alta qualità sono Piemonte, Toscana e Veneto, mentre per i vini bianchi sono Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Veneto, Toscana e Abruzzo sono le regioni associate ai vini rosati di qualità, mentre per gli spumanti sono Veneto, Lombardia e Trentino.

Nella notorietà spontanea, le prime tre denominazioni che vengono in mente sono Chianti, Prosecco e Barolo, con solo il 3% degli italiani incapaci di citare un vino Dop.

L’indagine ha anche evidenziato la percezione dei consumatori rispetto alle denominazioni di vino in termini di valori e attributi, considerando sia le caratteristiche reputazionali che le situazioni di consumo. Ad esempio, il Prosecco è apprezzato per la freschezza e la convivialità, mentre il Franciacorta è associato alla qualità ed eleganza e il Trento Doc richiama il territorio. Inoltre, il Prosecco è considerato perfetto per festeggiare e adatto all’aperitivo, mentre Franciacorta e Trento Doc sono visti anche come regali speciali o per occasioni importanti.

“L’Osservatorio mette in luce un mercato globale e domestico del vino in continua evoluzione, sia per ragioni endemiche al settore che per dinamiche più ampie afferenti alla sfera economica e geopolitica. Proprio per questo UniCredit si è impegnata a rinnovare la gamma di strumenti di sostegno per il settore, da affiancare al tradizionale supporto creditizio che oggi si attesta sui 900 milioni di euro di crediti a favore della filiera vitivinicola italiana. Penso per esempio al plafond da 1 miliardo di euro che abbiamo messo recentemente a disposizione con l’iniziativa ‘UniCredit per l’Italia’ a supporto degli investimenti delle imprese agricole e agroalimentari, alle numerose emissioni obbligazionarie di minibond che hanno riguardato aziende del settore Food & Beverage e al rinnovato assetto della nostra rete di consulenza specialistica, con più di 200 gestori dedicati all’agribusiness dislocati su tutto il territorio nazionale” ha dichiarato Remo Taricani, Deputy Head of Italy di UniCredit.

“La fotografia che esce da questa disamina sui vini a denominazione rappresenta un’importante piattaforma di partenza per supportare gli stakeholders delle filiere vitivinicole regionali (imprese, istituzioni e soprattutto Consorzi di Tutela) nei percorsi di valorizzazione dei propri vini, soprattutto in merito alle attività di promozione e marketing. A maggior ragione in uno scenario di mercato sempre più complicato e in continua evoluzione, dove tra cambiamenti climatici, sociali, economici e demografici molti paradigmi produttivi, commerciali e di consumo stanno letteralmente saltando” ha sottolineato Denis Pantini, Responsabile Agrifood & Wine Monitor di Nomisma.

Related Post
Categories: Economia e Imprese