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Vini: Foglio 38, il Cabernet Franc che trova a Bolgheri il suo terroir

Una sfida vincente quella di Silvia Menicagli e Stefano Billi, pronipote del mezzadro dei Conti della Gherardesca: un vitigno che “tradisce” il suo terroir originale a favore di Bolgheri e che celebra 20 anni con successo

Vini: Foglio 38, il Cabernet Franc che trova a Bolgheri il suo terroir

La brezza arriva al mattino dal mare e rimane nei campi fino a sera. L ‘uva non soffre il caldo e matura, accarezzata delicatamente dal vento del Canale di Piombino, in attesa di essere raccolta. L ‘Anfiteatro Bolgherese, che fa da sfondo ai vigneti adagiati sulla pianura che porta al Tirreno, protegge e alimenta con le sue colline e i suoi boschi i profumi e i sentori di macchia mediterranea nel grappolo, in un microclima speciale e unico con grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte. Stefano Billi che insieme alla moglie Silvia Menicagli conduce l ‘azienda che porta il nome delle antiche fornaci etrusche trovate tra le vigne e ancora oggi custodite sotto la cantina, “Fornacelle” appunto, snocciola la storia dei vini di Bolgheri, famosi in tutto il mondo, a partire da quel prezioso Sassicaia del Marchese Incisa della Rocchetta e dalla inestimabile Ornellaia dei Frescobaldi. Insomma, la crème dei “Super Tuscan”, vicini di casa aristocratici, illustri e appassionati di questa terra come lui.

Con i suoi dieci ettari ereditati dal bisnonno che era stato mezzadro dei Conti della Gherardesca, Billi ha dato vita ad una vigna dove ha impiantato Cabernet Sauvignon, Merlot, e il Cabernet Franc che in purezza celebra i suoi primi vent‘anni di successo nel calice. Foglio 38, Bolgheri Superiore è infatti una doc fatta solo di Cabernet Franc. Deve il suo nome alla particella sulla quale si trova la vigna. La prima bottiglia è del 2004, annata feconda, dal risultato inaspettato. “Ci ha subito intrigato”, dice Silvia Menicagli, “abbiamo pensato che valeva la pena di provare a fare questo vino”.

Una sfida vincente: un vitigno che “tradisce” il suo terroir originale a favore di Bolgheri e che celebra 20 anni con successo

Un vino brillante, dal carattere fresco e di grande personalità, avvolgente, intenso. Lo prova la degustazione “verticale” che inizia dal 2004 e poi via via, porta alle annate 2005, 2007, 2008,2009, 2011, 2012, 2014, 2016, 2018, 2019, 2024. In religioso silenzio si legge nel calice la storia del vitigno che ha trovato nuova linfa e nuovo “terroir” in questo angolo di terra toscana famoso oggi non solo per i suoi cipressi e per i versi del Carducci ma anche per una doc che si è rivelata rivoluzionaria. Se Foglio 38 è il dominus assoluto, bisogna però citare i blend che troviamo in cantina come Zizzolo, Bolgheri Doc fatto di Merlot e Cabernet Sauvignon, Guardia Boschi, fatto di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, Erminia (dedicato alla figlia della coppia) fatto di solo Merlot. Poi alcuni magnifici bianchi come Zizzolo Vermentino Bolgheri Doc di grande prestanza, e Fornacelle, un Igt Toscana bianco, fatto di solo Semillon, dove ancora una volta Stefano e Silvia vincono la loro sfida con un vitigno che “tradisce” il suo terroir originale a favore di Bolgheri riuscendone un vino di grande eleganza. “Noi viviamo e lavoriamo qui in azienda, nel terroir di Bolgheri: vita e vite sono tutt‘uno”, è il motto e il filo conduttore di Fornacelle. Lo rimarcano Stefano Billi e Silvia Menicagli celebrando oggi la loro creatura.

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