Soffre nel secondo trimestre l’export dei distretti industriali piemontesi, stando ai dati del Monitor dei Distretti del Piemonte, curato dal Centro Studi di Intesa Sanpaolo. A condizionare il dato in negativo è soprattutto l’andamento dell’oreficeria di Valenza nel periodo estivo, anche se il risultato semestrale è più che lusinghiero per le filiere produttive di Torino e dintorni: le esportazioni crescono del 3,1%, un andamento superiore rispetto sia alla media dei distretti italiani nello stesso periodo (+2,8%), che allo stesso manifatturiero piemontese (+0,6%). Ed è proprio il food a tenere altissima la bandiera delle tipicità locali: a registrare infatti la crescita migliore tra primo e secondo trimestre sono i Vini delle Langhe, Roero e Monferrato, che hanno conseguito un aumento del 20,2%, pari a +67 milioni di euro per un valore assoluto che rasenta i 400 milioni, balzando al secondo posto nella classifica dei distretti più redditizi, proprio alle spalle dell’oreficeria in crisi.
Le esportazioni dei vini piemontesi sono cresciute verso tutti i maggiori sbocchi commerciali: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Segnati dalla stabilità due ulteriori importanti mercati: Svizzera e Russia. La provincia di Asti (la più rilevante del distretto) ha registrato un aumento delle esportazioni molto significativo (30%); forti incrementi anche in provincia di Cuneo (+21,9%), più contenuti nella provincia di Alessandria (+4,6%). Secondo la Coldiretti, le previsioni sono positive per la vendemmia 2018 e vedono la produzione di vino in Piemonte in aumento del 15%, rispetto al 2017. Le aspettative sono positive anche per il comparto degli spumanti di Asti. Si segnala, inoltre, una crescita dell’attenzione verso il digitale: Giordano Vini ha recentemente acquisito la piattaforma on-line BtoC “Svinando” per proporre i propri vini attraverso l’ecommerce in Italia e all’estero.
Trimestre brillante anche per le esportazioni del distretto dei Dolci di Alba e Cuneo (+15,4%) pari a +26 milioni di euro, per un valore assoluto di 195 milioni. Sono cresciute intensamente le esportazioni verso Germania, Canada, Australia, Polonia, Hong Kong, Regno Unito e Belgio. Una leggera flessione si registra verso la Francia, che rappresenta il maggior mercato di sbocco (capace di attrarre circa il 25% delle esportazioni del distretto nel 2017) e verso i Paesi Bassi. Bene sia i prodotti da forno e farinacei (+19,7%), che gli altri prodotti alimentari (+14,4%). Da segnalare alcune importanti notizie riguardanti il distretto.
Nell’estate 2018 è avvenuto il passaggio di proprietà di Nutkao (una delle imprese maggiori del distretto specializzata nella produzione di crema spalmabile per il private label con sede a Canove di Govone, uno stabilimento in North Carolina (USA) e uno stabilimento in Ghana acquisito nel 2018) dalla famiglia Braida alla holding di partecipazioni italiana White Bridge Investments Spa. Il Gruppo Ferrero, leader di distretto, ha annunciato nuovi investimenti sul territorio italiano, sia sul capitale umano (il contratto integrativo siglato a luglio 2018 porterà ad un aumento retributivo del 14% per i lavoratori della multinazionale di Alba), sia sugli stabilimenti italiani per l’attivazione di nuove linee produttive (con l’obiettivo di sviluppare ulteriori e differenti possibilità di business) e per l’aggiornamento degli impianti già esistenti, al fine di mantenere all’avanguardia le tecnologie.
Dice la sua, anche se con percentuali di crescita molto meno rilevanti, anche lo stesso distretto del Riso di Vercelli (+3,3%). L’aumento delle esportazioni verso Germania e Francia (i principali sbocchi commerciali), oltre che verso la Polonia, è riuscito a compensare totalmente il rallentamento registrato in Svizzera, Regno Unito e Libano. Così così invece la performance degli altri distretti del food: sostanzialmente stabile il livello di export per la categoria Caffè, confetterie e cioccolato e per quella Nocciola e frutta piemontese.