Chi ha una certa età conserva vivo il ricordo delle feste, dei compleanni, dei pranzi di fine d’anno che si concludevano sempre con un brindisi dolce, l’Asti spumante o il Moscato d’Asti che non potevano mancare mai nelle ricorrenze ufficiali e non. Poi enologicamente l’Italia ha allargato e raffinato i suoi orizzonti, i gusti degli italiani si sono evoluti alla ricerca di nuovi sentori. Ma l’Asti e il Moscato d’Asti non hanno mai interrotto la loro crescita in Italia e all’estero conquistando nuovi mercati: Oggi se ne producono quasi 86 milioni di bottiglie ad opera di 3.700 aziende vitivinicole che operano su 9.560 ettari di terreni che abbracciano 52 comuni delle provincie di Asti, Alessandria e Cuneo.
Un vino del passato e dei capelli bianchi? Tutt’altro. A quasi 90 anni dalla nascita del Consorzio che allora si chiamò “per la difesa dei vini tipici Moscato d’Asti Spumante e Asti spumante”, il Consorzio di oggi mostra i muscoli di un ventenne e lancia una sfida audace rivolta essenzialmente ai giovani l’Asti Secco Docg.
Si stenta quasi come fosse uno iato a mettere insieme queste due parole Asti e Secco. Ma tant’è la sfida, non poco audace, è partita ed è stata presentata a Roma forse non casualmente nell’avveniristica “Lanterna” di Massimiliano Fuksas che da via Tomacelli spazia sui tetti di Roma come uno sparkling wine ottenuto esclusivamente dall’uva Moscato bianco, frutto della grande tradizione piemontese nell’arte della vinificazione e nella spumantizzazione che conserva quindi la forte identità che contraddistingue lo spumante astigiano. Con un obiettivo, andare oltre il tradizionale brindisi per le feste per adattarsi ad altri momenti di socializzazione, dall’aperitivo a tutto il pasto.
“L’Asti Secco – commenta Romano Dogliotti, presidente del Consorzio dell’ASTI Docg –completa la gamma della Denominazione, portando nel mondo degli spumanti secchi qualcosa che non c’era: il profumo e l’aroma inconfondibile del Moscato bianco. In altre parole, il grande albero del Moscato bianco di Canelli, che fa nascere l’ASTI spumante Dolce Docg e il Moscato d’Asti Docg, ora offre un frutto in più: l’Asti Secco Docg”.
La tecnica di spumantizzazione – messa a punto con il contribuito del laboratorio di ricerca e analisi del Consorzio di Tutela e la supervisione del professor Rocco Di Stefano, tra i maggiori esperti del settore enologico – prevede particolari condizioni di fermentazione del mosto con lieviti selezionati. Il risultato è unico e sorprendente, con un quadro gustativo e olfattivo equilibrato e armonioso.
Ovviamente un’operazione di queste dimensioni è stata a lungo meditata.“Ricerche di mercato – spiega Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio – confermano che il nuovo ASTI Secco ha le carte in regola per entrare in un mercato grande e complesso, confrontandosi con denominazioni agguerrite e di successo, con l’obiettivo di sedurre nuovi consumatori, soprattutto tra i Millennials”.
E sono proprio loro il target di riferimento di questa operazione. Il Consorzio ha avviato infatti un progetto strategico per il riposizionamento di tutta la denominazione dell’Asti, in Italia e all’estero. Alla base di questo lavoro, le attività all’insegna della filosofia “rural glam” che, come l’Asti, fonde l’autenticità di una terra unica con il fascino dell’eleganza, della sensualità e della seduzione. Lo storytelling punta proprio sul profumo, sul fascino dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato riconosciuti patrimonio mondiale dell’Unesco e sul concetto di convivialità giovanile e glamour con un tocco di sensualità.
Al nastro della partenza si allineano per primi sedici marchi già presenti sul mercato (Araldica Castelvero, Arione, Azienda Agricola Matteo Soria, Bosca, Bosio, Cantina Tre Secoli, Cascina Fonda, Cuvage, Duchessa Lia, Fontanafredda, Sant’Orsola, Tosti, Manfredi Aldo & C., Santero, Sarotto, Toso). La produzione ad oggi è di circa 700 mila bottiglie, numeri contenuti per una graduale e continua crescita all’insegna della qualità.
“Da oggi al primo semestre del 2018 – prosegue il direttore Bosticco – avremo attività di animazione nei bar, nei ristoranti e negli alberghi più importanti del territorio di produzione, affiancata da una nuova comunicazione nazionale on line e off line. È in programma inoltre -anticipa Giorgio Bosticco – una sorpresa per il 31 dicembre: un brindisi all’anno nuovo con Asti Secco e Asti Dolce, all’insegna della grande musica”.