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Villareal-Juve, notte di Champions. Cagliari-Napoli finisce 1-1: Spalletti fallisce l’aggancio al primo posto

Juve no Twitter

In Champions è già la notte di Villareal-Juve, mentre il Napoli ha da poco fallito la chance di andare al primo posto. Il martedì che ci apprestiamo a vivere ha ancora l’eco della Serie A, alla luce di quanto accaduto in questo pazzo fine settimana che sembrava poter cambiare le cose e che invece ha lasciato tutto invariato, ma respira già un’aria europea figlia della seconda ondata degli ottavi di Champions.

Villarreal-Juve (ore 21): le formazioni e il prepartita

La sfida dell’Estadio de la Ceramica, Villareal-Juve, è molto interessante, ma soprattutto equilibrata e difficile da pronosticare. Indipendentemente dai nomi, infatti, si affrontano due squadre con filosofie simili, poco propense allo spettacolo e parecchio “risultatiste”. Ne sa qualcosa l’Atalanta, eliminata nel girone proprio dagli spagnoli, al termine di una gara in cui i bergamaschi crearono tante occasioni e furono puniti in contropiede. Meglio, dunque, non aspettarsi troppi gol, anche se il calcio ci ha insegnato a non avere certezze di nessun tipo, lo score stagionale della Juventus però raramente ha visto più di due reti, in perfetto stile “cortomuso”.

“Sarà una partita molto difficile, contro una squadra concreta, cinica, allenata molto bene – ha confermato Allegri in conferenza stampa – Non è un ottavo scontato, abbiamo il 50% di possibilità di passare. Vengono da un periodo molto buono come noi, sono esperti e hanno un allenatore che non dà vantaggi. Dovremo stare attenti ai dettagli e portare gli episodi dalla nostra parte, bisogna fare una gara ordinata e di pazienza, il nostro obiettivo è passare il turno ma la qualificazione non si decide qui”.

Il tecnico toscano sa bene che tipo di partita sarà Villareal-Juve, dunque è lecito immaginare una Juve attendista, tanto più che il gol in trasferta, per quanto importante, vale meno di prima. In molti però, tra i tifosi bianconeri, cominciano a storcere il naso di fronte a questa filosofia di gioco, che mette in difficoltà anzitutto gli attaccanti. Vlahovic, dopo l’esordio con gol contro il Verona, non solo non è più riuscito a segnare, ma non ha nemmeno avuto le occasioni per farlo, mostrando che i problemi offensivi della squadra sono ancora lì.

“Dusan è un ragazzo che debutta in Champions, non può avere tutte le responsabilità – ha tagliato corto Allegri – Devo proteggerlo, è normale che sia così, quando avrà 60 o 70 presenze in Europa sarà un altro giocatore”. Sarà, ma più che puntare il dito sul serbo sarebbe meglio interrogarsi sul perché di queste difficoltà, tanto più che riguardano anche le altre punte, Morata e Kean su tutte. Questa sera poi non ci sarà Dybala, infortunatosi nel derby, ragion per cui il tanto pubblicizzato tridente andrà in archivio.

Il tecnico bianconero poi continua ad avere problemi in difesa, visto che Chiellini e Rugani sono ai box e Bonucci ha recuperato solo per la panchina. Il 4-3-3 bianconero per Villareal-Juve vedrà così Szczesny in porta, De Sciglio, Danilo, De Ligt e Alex Sandro in difesa, Zakaria, Arthur e Rabiot a centrocampo, Cuadrado, Vlahovic e Morata in attacco.

“Affrontare la Juventus richiede sempre rispetto per il suo blasone – il pensiero di Emery – È una delle migliori squadre italiane, con grande esperienza in Champions e un attaccante fortissimo come Vlahovic, capace di segnare 17 gol nella Fiorentina. Loro sono sicuramente favoriti, ma noi non ci arrenderemo: siamo in grado di battere squadre di questo livello e lo faremo anche questa volta”.

Gli spagnoli, sesti nella Liga a tre punti dal Barcellona quarto, si affideranno per Villareal-Juve al consueto 4-4-2 con Rulli tra i pali, Foyth, Albiol, Pau Torres e Pedraza nel reparto arretrato, Trigueros, Parejo, Iborra e Chukwueze in mediana, Danjuma e Lo Celso coppia offensiva.

Cagliari-Napoli 1-1, l’analisi della partita

Anche il Napoli, dopo Milan e Inter, fallisce l’appuntamento con la vittoria, lasciando la classifica, di fatto, invariata rispetto a una settimana fa. Certo, per come si era messa la partita il pareggio di Cagliari è comunque qualcosa, anche perché è giusto ricordare il lungo elenco di infortunati/acciaccati con cui ha dovuto fare i conti Spalletti, però l’amaro in bocca del mancato successo resta. Tre punti ieri avrebbero voluto dire primo posto assieme al Milan, lasciando l’Inter al terzo (sempre con una partita in meno) a interrogarsi sui perché di questo momento difficile. Invece l’1-1, peraltro raggiunto nel finale, conferma che quella azzurra, pur essendo un’ottima squadra, tende a sciogliersi nei punti chiave del campionato, quasi come se la pressione diventasse troppa per essere gestita.

Va anche detto che il Cagliari ha fatto un’ottima gara, chiudendo tutti i varchi nel primo tempo e colpendo nel secondo: l’unico appunto che si può fare a Mazzarri è quello di non essere riuscito a segnare il raddoppio, che quasi certamente avrebbe chiuso il match. Una volta preso l’1-0 da Pereiro con gentile collaborazione di Ospina (che però si è riscattato dopo), Spalletti s’è visto costretto a far entrare Osimhen e Fabian Ruiz, lasciati in panchina per via di alcuni acciacchi fisici che ne sconsigliavano l’impiego. Gli effetti, a dire il vero, non si sono visti subito, anzi il Cagliari ha sfiorato più volte il 2-0 con Deiola, Baselli e Marin, ma a lungo andare si sono rivelati decisivi, con il nigeriano capace di trovare il definitivo 1-1 con un bel colpo di testa a pochi minuti dalla fine (87’).

Le parole di Spalletti

“Il Cagliari meritava qualcosa di più, noi abbiamo fatto fatica, capita a tutte dopo le partite di coppa, non abbiamo mai avuto la partita in mano quindi alla fine dobbiamo essere contenti del risultato – ha ammesso Spalletti con molta onestà -. Dire che vincere sarebbe stato importantissimo è banale, avrebbe dato entusiasmo a città e tifosi, ma non siamo riusciti a prendere in mano la partita e dobbiamo accettarlo, non abbiamo mostrato la nostra qualità anche per merito del Cagliari. Bisognava sapersi adattare e noi lo abbiamo fatto poco”.

Non è il caso di fare drammi, ma è chiaro che non aver approfittato dei passi falsi delle milanesi lascia parecchia delusione in un ambiente che sognava di balzare al comando, e che invece dovrà continuare a inseguire.

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