In occasione del centenario della morte di Amedeo Modigliani, l’Albertina Museo dedica un’ampia mostra a questo importante artista del Novecento secolo. È la prima mostra a contestualizzare le sue sculture, disegni e dipinti al centro di quella che viene definita la “rivoluzione primitivista”, giustapponendo Modigliani agli artisti alla guida dell’avanguardia parigina contemporanea, da Pablo Picasso e Constantin Brancusi ad André Derain. Il “primitivismo” è visto come un termine che identifica uno stile e un’epoca, simile a termini come “Impressionismo” o “Fauvismo”, indipendentemente dal fatto che spesso fosse l’arte alta di monarchie, dal popolo Khmer ai regni e alle tribù africane, che offrivano una fonte di ispirazione per l’arte occidentale sotto forma di queste fantastiche opere. In tutto Modigliani opera si può osservare l’influenza dell’arte di varie culture del mondo, che egli incontrato da giovane pittore al Louvre e al nuovo museo etnografico su di lui arrivo nella metropoli dell’arte di Parigi e dalla cui formale riduzione all’essenziale egli rimasto profondamente colpito. Più di ottanta opere di Amedeo Modigliani ripercorrono lo sviluppo di questo pionieristico outsider e anticonformista artistico. Come Picasso, Brancusi o André Derain, Modigliani ha cercato di superare le tradizionali norme accademiche attraverso il primitivismo. Ognuno di questi artisti ha guardato per e ammirato la semplificazione della forma e la sua astrazione e stilizzazione nella cultura di un’altra civiltà primitiva.
Nonostante Modigliani non fu molto fortunato nella vita privata, divenne uno dei pittori più importanti della storia, i cui dipinti oggi prendere centinaia di milioni. Un impressionante spettacolo di oltre 120 dipinti, sculture e disegni dell’italiano avvolto nel mito ti porta a Parigi all’inizio del XX secolo: il luogo di nascita della pittura moderna.
Questa mostra eccezionale presenta il lavoro del pittore in un modo olistico mai visto prima: i suoi disegni, sculture e dipinti sono presentati qui contemporaneamente. I generi artistici non sono state illuminate separatamente, ma possono essere viste nello stesso contesto e in relazione a tra loro: in questo modo, l’Albertina Museo realizza ancora una volta il principio dell’indivisibilità dell’artistico, base di tutte le grandi mostre degli ultimi 20 anni. La mostra va oltre una mera retrospettiva monografica, in quanto interessa Il posto di Modigliani nel cosmo ribollente delle cosiddette influenze “primitiviste” nel cuore della scena artistica parigina del primo Novecento. Questa grande mostra mostra come era Modigliani affascinato dall’arte africana, dalle sculture di 4.000 anni delle Cicladi o persino dall’arte del Khmer della Cambogia. Come con Picasso, Derain e Brancusi, queste influenze si sono fuse con Sculture, dipinti e disegni di Modigliani. In mostra per la prima volta in Austria importanti opere dei più rinomati al mondo musei e collezioni private di tre continenti, dagli USA a Singapore, da Gran Bretagna alla Russia. I contributi più importanti provengono dal Musée Picasso in Parigi e la collezione di Jonas Netter, che fu uno dei primi collezionisti di Modigliani mentre lui era ancora vivo
L’Albertina colloca l’artista nel contesto di uno straordinario circolo di avanguardia pittori e, soprattutto, nelle vicinanze di Pablo Picasso. Il curatore della mostra, l’arte storico Marc Restellini – uno specialista riconosciuto a livello internazionale su Amedeo Modigliani e autore del catalogo ragionato in uscita il prossimo anno – parla di una rivoluzione di influenze plastiche, visive e simboliche. Questa rivoluzione è stata il risultato dell’incontro con oggetti antichi ed extraeuropei provenienti dai campi dell’arte e dell’archeologia, che erano sempre più accessibile nei musei e sul mercato in quel momento. Colpì Modigliani come tanto quanto i suoi colleghi (Pablo Picasso, Constantin Brancusi, André Derain, ecc.) ed era 4 riflette in un cambiamento di forme, corpi, idee e sentimenti espressi nelle loro opere. a differenza di suoi contemporanei, per i quali la Grande Guerra del 1914-1918 rappresentò una cesura, L’opera di Modigliani fu segnata da questa rivoluzione fino alla sua morte nel 1920. Questo sguardo al lavoro di Modigliani e al suo rapporto con altri artisti ci allontana dal drammatica storia che spesso viene ricordata: quella di un giovane artista livornese che contrasse la pleurite all’età di undici anni, poi la febbre tifoide nel 1898, e che ne soffrì tutta la vita dalla tubercolosi cronica – la malattia che alla fine lo uccise nel 1920 all’età di 35 anni. La sua giovane fidanzata, Jeanne Hébuterne, madre della figlia Jeanne e incinta per la seconda volta nel suo ottavo mese, lo seguì due giorni dopo togliendosi la vita.
Con la mostra “Modigliani – La Rivoluzione Primitivista”, l’Albertina fa nuove scoperte luce sull’artista: illuminato, ispirato e circondato da una straordinaria cerchia di pittori e artisti di talento, ha dato un contributo inestimabile e molto individuale all’arte storia riuscendo a costruire un ponte tra antichità e modernità oltre che tra i diversi generi artistici stessi.