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Vicenza, Intesa Sanpaolo restaura la “Cena” del Veronese

E’ stato annunciato presso il Santuario della Madonna di Monte Berico a Vicenza l’avvio al restauro del monumentale dipinto su tela di Paolo Veronese “Cena di San Gregorio Magno”, in occasione dei trent’anni del programmaRestituzioni di Intesa Sanpaolo.

Il restauro conservativo dell’opera, che terminerà entro il 2021 e che rientra nell’ambito della serie di Restituzioni “monumentali”, vedrà in parallelo l’avvio della XIX edizione di Restituzioni, il programma biennale di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico nazionale, curato e promosso da Intesa Sanpaolo.

L’opera è di proprietà del Comune di Vicenza, custodita fin dalla sua realizzazione dalla Comunità dei Servi di Maria di Monte Berico.

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Verona, Rovigo e Vicenza realizzerà le indagini preliminari al restauro e dirigerà l’intervento con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure.    

Francesco Rucco, sindaco di Vicenza, dichiara: “E’ con grande emozione che annuncio l’avvio del restauro di un’opera di eccezionale valore artistico e storico, custodita in un luogo che è al tempo stesso un simbolo per la città e una meta di pellegrinaggio per milioni di fedeli. Intesa Sanpaolo, a cui esprimo sincera gratitudine anche a nome dei miei concittadini, non poteva scegliere un soggetto migliore per celebrare i 30 anni di Restituzioni. È anche grazie al sostegno di mecenati illuminati che le istituzioni pubbliche oggi possono continuare ad occuparsi di un patrimonio artistico dal valore inestimabile, ma dai costi di recupero e di valorizzazione altrettanto importanti. Nei 30 anni di Restituzioni Intesa Sanpaolo è sempre stata generosamente al fianco della città e oggi corona questo benemerito percorso con un intervento davvero straordinario, le cui fasi potranno essere seguite dal vivo dai visitatori nel corso di un cantiere che renderemo accessibile alle visite guidate”.

Giovanni Bazoli, Presidente emerito di Intesa Sanpaolo, afferma: «Ricorrono nel 2019 due anniversari importanti per la storia del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e della relazione della nostra Banca con la città di Vicenza. Vent’anni fa abbiamo istituito a Palazzo Leoni Montanari la prima sede delle Gallerie d’Italia e dieci anni prima, nel 1989, il presidente Feliciano Benvenuti dava vita al programma Restituzioni, a cui Intesa Sanpaolo ha nel tempo garantito continuità, con convinzione e senso di responsabilità, interpretando il proprio ruolo di principale Banca del Paese anche nel contributo alla tutela e alla valorizzazione dei beni storico-artistici nazionali. Coroniamo i trent’anni di attività di un grandioso progetto, che vede collaborare rispettosamente la Banca e le istituzioni pubbliche, con il restauro di un dipinto di Veronese, straordinario esempio della ricchezza artistica del territorio veneto.L’intervento consolida il profondo dialogo di Intesa Sanpaolo con la città di Vicenza e testimonia l’imprescindibile legame della storia di Restituzioni con la comunità e con il patrimonio culturale vicentino.»

La Cena di San Gregorio Magno, opera del 1572 di Paolo Caliari detto Il Veronese, adorna la parete di fondo dell’antico refettorio del Santuario di Santa Maria di Monte Berico, luogo di culto custodito dall’Ordine dei Servi di Maria e visitato ogni anno da milioni di pellegrini.

Il dipinto, di dimensioni monumentali (cm 4,45 x 8,78 per un totale di circa 39 mq), appartiene alla serie delle cosiddette ‘cene’ ed è considerato uno dei capolavori della maturità del Veronese, primario esponente del Rinascimento italiano e, insieme al Tiziano e al Tintoretto, della pittura veneziana cinquecentesca.

Tra tutte, la Cena di San Gregorio Magno è l’unica ancora conservata nel luogo per il quale fu creata. La scena rappresenta una delle cene che San Gregorio soleva offrire ai pellegrini, durante la quale accanto al pontefice, per premiarne la carità, appare Gesù.

Lo stato conservativo del dipinto porta i segni della sua storia travagliata: il 10 giugno 1848, durante la prima guerra d’indipendenza, la tela fu lacerata dai soldati austriaci in 32 pezzi e sottoposta, in seguito, ad un primo restauro voluto dall’imperatore Francesco Giuseppe e a successivi parziali interventi.

Il restauro, a cura di Valentina Piovan sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Verona, Rovigo e Vicenza, sarà avviato nel mese di settembre 2019 con una campagna di indagini preliminari a cura della Soprintendenza, che mirerà a indagare aspetti non ancora esplorati del capolavoro di Veronese. L’opera sarà studiata sia da un punto di vista storico-conservativo attraverso il controllo delle fonti documentarie, iconografiche e il confronto con altre opere dell’autore, sia da un punto di vista scientifico con la verifica puntuale attraverso indagini chimiche e fisiche a supporto dell’intervento di restauro.

L’intera campagna avrà una durata di circa due anni. Molte saranno le iniziative promosse nel 2020 in occasione del restauro della tela monumentale: un intero anno di eventi dal titolo evocativo #aspettandoVeronese per accompagnare la grande campagna di restauro fino alla restituzione della straordinaria tela, nella nuova veste, alla città di Vicenza e al mondo.

Il pubblico vicentino e i turisti avranno modo di entrare nel vivo del restauro seguendone gli sviluppi grazie a visite guidate su prenotazione; sarà inoltre proposto un ricco programma di attività collaterali volte a conoscere il “Veronese Vicentino”, entrando nel vivo di opere straordinarie esposte, oltre a Monte Berico, nella Chiesa di Santa Corona e ai Musei Civici.

Restituzioni è un programma nato a Vicenza nel 1989. Da 30 anni il Gruppo Intesa Sanpaolo sostiene, con cadenza biennale, il restauro di opere d’arte appartenenti a musei pubblici, privati o ecclesiastici, siti archeologici e chiese di tutta Italia individuate insieme a consulenti scientifici – il comitato scientifico è oggi composto da Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e Carla Di Francesco – sulla base di proposte presentate dagli Enti ministeriali competenti in materia di tutela.

La scelta delle opere segue un unico criterio: ascoltare le esigenze dei territori per valorizzarne l’identità attraverso interventi che privilegino l’effettiva necessità e urgenza del restauro. L’obiettivo è sempre quello di recuperare manufatti rappresentativi della varietà del patrimonio storico-artistico italiano, sia in termini cronologici sia in termini di materiali e tecniche: pittura su tavola e tela, affreschi, mosaici, scultura in marmo o pietra, in bronzo, manufatti tessili, oreficeria, etc. Non si tratta soltanto di capolavori d’indubbia risonanza, ma anche di opere che sono vicine a noi e contribuiscono a costruire il vissuto del territorio. Al termine degli interventi di ciascuna edizione, le opere restaurate sono esposte in una mostra organizzata da Intesa Sanpaolo, dove il pubblico può apprezzare il risultato del paziente lavoro dei restauratori.

Dal 1989 ad oggi, sono oltre 1300 le opere “restituite” alla collettività: una sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dalle epoche proto-storiche fino all’età contemporanea, dall’archeologia all’oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche. Sono più di 200 i museii siti archeologici, le chiese, garanti della destinazione pubblica dei propri tesori, che hanno beneficiato di questo programma, oltre 150 i laboratori di restauro qualificati, distribuiti da Nord a Sud, incaricati dei restauri ed altrettanti gli studiosi coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi. Un curriculum a cui si aggiungono gli interventi di restauro realizzati su opere di scala monumentale come, ad esempio, i mosaici pavimentali paleocristiani della Basilica di Aquileia, gli affreschi di Altichiero e Avanzo nella Cappella di San Giacomo nella Basilica del Santo a Padova, gli affreschi di Lanfranco della Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli, il restauro della Casa del Manzoni, a Milano, vero e proprio monumento “nazionale”. In quest’ambito inoltre, nel giugno 2009, in concomitanza col compiersi dei vent’anni di attività di Restituzioni, sono stati portati a conclusione i restauri degli affreschi trecenteschi di Stefano Fiorentino nella chiesa dell’Abbazia di Chiaravalle milanese. 

Tra questi si inserisce, oggi, nel trentesimo anniversario del progetto, la grande tela della Cena di San Gregorio Magnodel Santuario di Monte Berico a Vicenza, dono per un compleanno speciale alla terra di nascita di Restituzioni. La XIX edizione di Restituzioni, oggi in fase di avvio, vedrà oltre 80 nuclei di opere restaurate, dall’antichità all’età contemporanea, per oltre 180 singoli manufatti, appartenenti a musei, chiese e siti archeologici. Per la prima volta saranno coinvolte tutte le Regioni italiane.

Inoltre, come nelle ultime edizioni, è confermata l’attenzione per un territorio europeo in cui il Gruppo è attivo, col restauro di un capolavoro di Vittore Carpaccio appartenente al Museo Jacquemart André di Parigi, L’Ambassade qu’Hippolyte, reine des Amazones envoie à Thésée, roi d’Athènes, del 1495 circa. La mostra finale della XIX edizione si terrà nella primavera 2021.

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Categories: Arte