Dopo 14 anni di assenza potrà tornare presto sulle tavole degli italiani, e in particolare dei romani, la vera ‘pajata’, piatto tipico della cucina romanesca. Dal 2001, infatti, per effetto delle restrizioni sanitarie per far fronte al morbo della ‘mucca pazza’ (BSE) era stato imposto il divieto per l’utilizzo dell’ingrediente principe della ‘pajata’: la prima parte dell’intestino tenue del vitello da latte. In questi anni la ‘pajata’ (termine romanesco) era stata sostituita nei ristoranti e nelle trattorie con l’intestino dell’agnello.
A comunicare il via libera alla vera ‘pajata’ è stata la Coldiretti che ha fatto sapere che ieri sera a Bruxelles il Comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea ha votato a favore della modifica del regolamento comunitario n. 999/2001 sulle misure di prevenzione e controllo della Bse.
Per il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo quello di ieri rappresenta “un risultato importante per consumatori, ristoratori, cuochi, macellatori e allevatori che oltre ad avere rilevanza sul piano gastronomico ha anche effetti su quello economico con la valorizzazione dell’allevamento italiano in un difficile momento di crisi”.