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Via libera al piano di ricerca sull’elettricità: 200 milioni di euro per rinnovabili e reti di trasporto entro il 2024

La ricerca sulle strutture elettriche italiane dovrà migliorare ulteriormente la qualità del servizio. I partner del Ministero sono Enea, CNR e RSE. Decarbonizzazione e digitalizzazione principali obiettivi

Via libera al piano di ricerca sull’elettricità: 200 milioni di euro per rinnovabili e reti di trasporto entro il 2024

Decarbonizzazione e digitalizzazione sono le due direttrici lungo le quali si svilupperà il piano di ricerca sull’elettricità italiana. La crisi energetica attribuisce al piano sul sistema elettrico nazionale un ruolo decisivo per tutto ciò che è utile a ridurre il costo dell’energia elettrica per gli utenti finali. Il via libera al piano è stato dato con i decreti attuativi firmati in questi giorni di fine anno dal ministro dell’Ambiente. Entro il 2024 saranno spesi 195,5 milioni di euro sotto il coordinamento dello stesso Ministero. Alla decarbonizzazione sono destinati 105,30 milioni per le rinnovabili. Alla digitalizzazione 90,20 milioni per nuove applicazioni sulle reti. Tutto si inserisce negli obiettivi generali del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC) e del PNRR ed ha come presupposto l’adeguamento della rete elettrica nazionale. Se davvero si riuscirà a ridurre il costo della bolletta sarà stato fatto un buon passo avanti verso quel mix di fonti energetiche che accompagnano la transizione italiana.

Il piano elettricità da completare entro il 2024

Come si realizza il Piano? Attraverso accordi di programma con Enea, Cnr e Rse che metteranno in campo le proprie competenze anche per ridurre l’impatto ambientale di elettrodotti, apparecchiature tecniche e migliorare affidabilità del sistema e qualità del servizio. In questo modo l’Italia dovrebbe raggiungere un livello di sicurezza energetica che la mette al riparo da fenomeni congiunturali o straordinari come quelli del 2022. La ricerca – spiega il Ministero- è finanziata attraverso Il “Fondo per il finanziamento delle attività di ricerca e di sviluppo di interesse generale per il sistema elettrico nazionale” istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA). I soldi in particolare arrivano dal gettito della componente A5 della tariffa di elettricità. L’ammontare di questa componente viene stabilito periodicamente dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).

Con 200 milioni di euro migliorerà la qualità del servizio elettrico?

Nel 2021 in Italia sono stati consumati 300 Terawattora di energia elettrica con un +6% sul 2020. Non tutta l’energia arrivata a famiglie ed imprese ha beneficiato di apparecchiature, programmi e tecnologie all’avanguardia.

Il piano di ricerca dovrà ottimizzare quell’86% di elettricità che il Paese produce in autonomia. Ogni anno, purtroppo, si verificano ancora centinaia di interruzioni di elettricità, con o senza preavviso, sulla rete, documentati dall’Arera. I piani di intervento sui cui lavoreranno i partner del Ministero dovranno contenere anche le soluzioni a questo tipo di incovenienti che si ribaltano sulla qualità del servizio.

L’altra faccia della medaglia di forte interesse sociale è il contenimento delle tariffe che hanno determinato fattori di squilibrio sul mercato elettrico. L’interesse generale è che i soldi siano ben investiti in questi anni decisivi per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la tutela dell’ambiente da elementi impropri.

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