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Via della Seta: l’accordo è un giallo, ma l’Italia annuncia la firma

Imagoeconomica

Il memorandum con la Cina si firma, è un accordo quadro non vincolante, non è un accordo internazionale”, ha annunciato Giuseppe Conte alla fine del vertice a Palazzo Chigi con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. La prossima settimana, in occasione della visita a Roma del presidente cinese Xi Jimping prevista per il 21 marzo, l’Italia aderirà ufficialmente alla via della Seta, il piano di investimenti infrastrutturali a tutto campo riguardanti, porti, ferrovie, energia, strade, telecomunicazioni ecc. lanciato dalla Cina quasi 6 anni fa.

Il testo del documento rimane ancora un mistero, così come le regole e le “collaborazioni” in esso contenute, ma l’Italia decide di andare avanti nonostante le preoccupazioni espresse da Stati Uniti e Unione Europea, in merito alle quali il Presidente del consiglio minimizza: sulla via della Seta “la dichiarazione dell’Ue era molto serena, tranquilla. L’Italia è l’unico Paese a richiamare diffusamente e puntualmente nel memorandum principi e regole europee. Ha una forza propulsiva per quanto riguarda gli standard europei. E dà un contributo a tutta l’Ue affinché questa infrastruttura molto importante sia assolutamente compatibile e adeguata agli standard europei”.

LE RASSICURAZIONI SUL 5G E LE INFRASTRUTTURE

Nel corso della conferenza stampa successiva al vertice, Conte ha però cercato di rassicurare gli alleati su uno dei temi più delicati, quello relativo al 5G e alle telecomunicazioni: “Rafforzeremo la golden power per tutelare gli interessi nazionali. Quella del 5G è una partita che stiamo seguendo e stiamo valutando tutte le contromisure. Vale per i cinesi e per tutti gli operatori che gestiscono il traffico dei dati. Sono questioni molto sensibili per gli interessi nazionali e imporremo tutte le cautele per tutti gli operatori. Sono asset strategici”.

Non a caso, secondo le indiscrezioni, il 5G dovrebbe essere escluso dal Memorandum, proprio allo scopo di non creare malumori in Italia e soprattutto all’estero.

Secondo quanto riportato dal Financial Times il testo dovrebbe invece prevedere il supporto finanziario della Banca degli investimenti cinese per le infrastrutture (Aiib).

DI MAIO ESULTA, LA LEGA FRENA

“Oggi vince il Made in Italy, con la Belt and Road Initiative l’Italia ha deciso di essere più sovrana. Non è un’intesa politica con la Cina ma un’opportunità commerciale, gli Usa restano infatti il nostro principale alleato e la Nato la nostra casa naturale”, dichiara il vicepremier luigi di Maio, come Conte, rassicura sulle Tlc: “Sulle telecomunicazioni saremo vigili”, ha puntualizzato.

“È fondamentale aiutare le aziende italiane a crescere ed esportare all’estero, per raggiungere i numeri di Francia e Germania, e per questo ringraziamo per il grande lavoro fatto Conte, Di Maio e Geraci. Ovviamente – puntualizzano fonti leghiste – la sicurezza nazionale viene prima di tutto e quindi su alcuni settori strategici per noi e per gli alleati (telecomunicazioni, energia, porti e infrastrutture) stiamo facendo tutte le verifiche e le valutazioni necessarie: prima viene la sicurezza degli Italiani, poi l’interesse economico”.

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Categories: Politica