Nuovo ostacolo sulla strada del futuro “fiscal compact europeo”, il patto di bilancio che dovrebbe blindare i conti dei Paesi Ue. Dopo il niet ormai certo della Gran Bretagna, oggi è la Polonia a porre delle condizioni precise: “Non accetteremo l’ultima versione del trattato – ha detto il premier di Varsavia, Donald Tusk – perché rimette in discussione i principi comunitari”.
La firma arriverà solo se tutti “gli Stati che si assumono tale responsabilitá giocheranno un ruolo nel processo decisionale sull’attuazione dell’accordo”. Traduzione: il timone della nave non deve essere un’esclusiva dell’Eurozona. La Polonia – che non fa parte dell’unione monetaria – ritiene inoltre che le regole fiscali del Patto di bilancio “non siano completamente ambiziose e non abbastanza coraggiose”.
Altro punto di disaccordo è quello sui vertici dell’Eurozona: Tusk vorrebbe che fossero ammessi anche i rappresentanti dei Paesi Ue non apprtenenti all’Eurozona, pur non avendo diritto di voto. Fin qui il nuovo accordo prevede invece semplicemente che i capi di Stato e di Governo dei Paesi che non appartengono all’unione monetaria sia invitati ai summit solo “quando sia ritenuto opportuno, e almeno una volta ciascuno”, su decisione del presidente dell’Eurogruppo, Herman Van Rompuy.