I leader della più grande alleanza di difesa del mondo si riuniranno questa settimana a Madrid per il vertice Nato 2022, nel quarantesimo anniversario dell’adesione della Spagna all’Alleanza atlantica. L’incontro, che si terrà dal 28 al 30 giugno, è segnato quest’anno dalla guerra Russia-Ucraina e dall’ingresso di Finlandia e Svezia. In cima all’agenda anche il nuovo Concetto strategico, che regolerà le azioni da intraprendere da qui al prossimo decennio e sostituirà quello adottato nel 2010 a Lisbona. Questo documento chiave riafferma i valori, le priorità e i compiti dell’Alleanza; fornisce una valutazione collettiva delle sfide di sicurezza da affrontare e delinea i compiti politici e militari che la Nato svolgerà per affrontarle.
Il vertice Nato Madrid vedrà, per la prima volta nella sua storia, la partecipazione di Paesi partner dall’Indo-Pacifico e dal Medio Oriente, così come di Svezia e Finlandia prossimi a entrare a far parte dell’Alleanza (veto turco permettendo).
Ecco cinque cose da sapere sul vertice che potrebbe influenzare le priorità di difesa e sicurezza dei Paesi non solo occidentali, ma di tutto il mondo.
La Nato pensa a rafforzare la propria presenza in Est Europa
La guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina ha modificato in modo sostanziale l’orientamento dello “Strategic compass” (Bussola strategica), il piano d’azione per rafforzare la politica di difesa e sicurezza europea da qui al 2030 e che porterà anche ad affrontare il tanto dibattuto “aumento delle spese per la difesa”.
Harry Nedelcu, responsabile delle politiche di Rasmussen Global e responsabile della task force Free Ukraine, ha dichiarato ad Al Jazeera che il vertice vedrà probabilmente l’Alleanza concordare di rafforzare la propria presenza sul fianco orientale, per consentire operazioni terrestri, marittime e aeree più integrate. Quindi il centro di gravitazione Nato sarà orientale.
Si tratta del più importante rafforzamento delle proprie capacità dalla fine della Guerra Fredda e porterà le forze ad alta prontezza oltre la soglia delle 300 mila unità. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nella conferenza stampa di presentazione del vertice. “Mi aspetto che gli alleati a Madrid indicheranno la Russia come la principale e la più immediata minaccia per la nostra alleanza”, ha aggiunto il segretario generale.
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Nato ha rafforzato la propria presenza sul fianco orientale aggiungendo quattro gruppi tattici (in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia). Questo porta il numero totale di gruppi tattici a otto (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia), che ora si estendono dal Mar Nero a sud al Mar Baltico a nord.
Vertice Nato Madrid 2022: l’adesione di Svezia e Finlandia
Sotto i riflettori del vertice Nato 2022, la richiesta di adesione di Finlandia e Svezia. A maggio, entrambi i Paesi hanno rinunciato a secoli di neutralità militare, facendo un importante cambio di paradigma, e hanno annunciato che l’adesione all’Alleanza sarebbe stato “un passo nella giusta direzione”, in presenza di nuove realtà geopolitiche dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Ma il processo di adesione si è arenato dopo che la Turchia ha accusato i Paesi nordici di fornire sostegno ai militanti curdi (che Ankara considera terroristi).
Durante una recente visita in Svezia, Stoltenberg ha dichiarato si sta lavorando duramente per risolvere la questione “il prima possibile”. Per questo motivo, alla vigilia dell‘inizio del summit, ci sarà un vertice a quattro tra Turchia-Nato-Svezia-Finlandia nella capitale spagnola, con la partecipazione del presidente Recep Tayyip Erdogan. L’obiettivo è superare le resistenze della Turchia, che possiede il secondo esercito più grande dell’Alleanza.
Il vertice di Madrid, però, non deve considerarsi come una scadenza anche se non si raggiungerà un accordo sulla richiesta di adesione non è detto che sia la fine.
L’Ucraina entrerà mai nella Nato?
Il Cremlino ha a lungo criticato l’allargamento della Nato all’Europa orientale. Nel corso di una riunione della Joint Expeditionary Force, dove alcuni Paesi dell’Alleanza si riuniscono per discutere le soluzioni da adottare in caso di crisi, il presidente ucraino Volodomyr Zelenskyy ha dichiarato di aver capito che l’Ucraina non può più diventare membro della Nato.
“Per anni abbiamo sentito parlare di una porta apparentemente aperta, ma abbiamo anche sentito dire che non vi entreremo, e queste sono verità e devono essere riconosciute”, ha detto il presidente ucraino.
Sicuramente è molto più probabile che l’Ucraina entri nell’Unione europea più che nella Nato.
Per Nedelcu, “il modo più grande e più potente per rendere sicura l’Ucraina è garantire che il Paese sia così forte militarmente e abbia una potente industria della difesa da diventare un porcospino impossibile da attaccare”.
Chi paga il conto? Aumentare le spese per la difesa
Uno dei maggiori dibattiti tra i leader della più grande alleanza di difesa del mondo riguarda la spesa di ciascun Paese per la difesa.
Nel 2006, i membri dell’alleanza si sono impegnati a destinare alla difesa il 2% del loro prodotto interno lordo. Ma c’è stata una divisione tra i membri su chi spende di più e la guerra in corso in Ucraina ha amplificato la portata di questo dibattito, anche all’interno dei Paesi stessi (come in Italia).
Nedelcu ha affermato che sempre più membri della Nato stanno raggiungendo la soglia del 2%. “Abbiamo visto Paesi come la Germania aumentare le spese per la difesa dopo la guerra. Quindi, al vertice, si porrà sicuramente l’accento sulla continuazione di questa tendenza e sul fatto che gli alleati si impegnino seriamente ad aumentare le loro spese per la difesa”, ha affermato.
Il nodo Cina sul tavolo del summit Nato 2022
Al vertice della Nato dello scorso anno, Stoltenberg ha sottolineato che “la Cina si sta avvicinando all’alleanza” e ha affermato che è importante che l’Alleanza sviluppi una posizione chiara e unita nei confronti di Pechino.
Con le tensioni su Taiwan e la sua amicizia con Mosca sono a rischio gli equilibri mondiali. La crescente inclinazione di Pechino a mostrare la sua forza geopolitica ed economica preoccupa non solo gli Usa, ma anche la Nato stessa. Nedelcu pensa che l’appello di Stoltenberg riguardo alla posizione sulla Cina sarà amplificato a Madrid e che il documento che emergerà includerà un linguaggio “forte” sul Dragone. Ma Francia e Germania – visti i maggiori investimenti industriali europei in Cina – preferiscono riferimenti “più misurati”.
“I membri dell’Alleanza discuteranno della Cina come concorrente strategico. Si porrà anche la domanda: quale ruolo cercherà la Nato quando si tratterà di sicurezza nell’Indo-Pacifico, e come cercherà la Nato di avere voce in capitolo sulla sicurezza nell’Indo-Pacifico o nello Stretto di Taiwan, dato che questo è sempre più legato alla sicurezza del Nord Atlantico?”, ha detto Nedelcu ad Al Jazeera.
Certamente non si prevedrà di impegnare l’Alleanza in operazioni nell’Indo-Pacifico, ma di mantenere la supremazia strategico-militare dell’Occidente.