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Verona-Juventus: sfida Toni-Tevez per il trono di capocannoniere. Inzaghi saluta il Milan

In attesa della finalissima di Champions League (sabato prossimo) e con lo scudetto e la Coppa Italia già in tasca, per la Juve al Bentegodi è poco più di un allenamento: unico spunto la sfida tra i due re del gol per la corona di capocanniere del campionato – Inzaghi invece saluta il Milan dopo l’ultimo attacco di Berlusconi

Verona-Juventus: sfida Toni-Tevez per il trono di capocannoniere. Inzaghi saluta il Milan

Verona-Juventus è la classifica sfida che serve soltanto per aggiornare classifiche e almanacchi. Ma a fare notizia è tutto ciò che precede e seguirà la sfida del Bentegodi. La vigilia, infatti, cade in un giorno tristemente impresso nella memoria dei tifosi bianconeri, e non solo. Il 29 maggio, infatti, è la data in cui nel 1985 si consumò la tragedia dello stadio Heysel, in cui persero la vita 39 persone prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool: “Oggi vorrei iniziare con quello che è successo 30 anni fa – ha esordito Allegri in conferenza stampa -, in una tragica serata, in un tragico giorno, una pagina nera dello sport mondiale e della storia della Juventus. Credo che oggi ci sia solo da commemorare le vittime e stringersi con affetto ai loro familiari”.

Se la gara contro il Verona non ha valore ai fini della classifica, potrebbe risultare determinante per il trono di capocannoniere. Luca Toni è al comando a quota 21, seguito da Tevez e Icardi a 20. Proprio due di loro, Toni e Tevez, si troveranno di fronte al Bentegodi, ultimo atto di una sfida a colpi di gol: “Tevez giocherà – ha detto Allegri – perché non ha giocato nemmeno sabato scorso. Avrà la possibilità di agganciare e superare Toni nella classifica cannonieri. La meriterebbero tutti e due per quanto fatto durante la stagione. Va un plauso a Toni perché è un giocatore di 38 anni con grande professionalità. Fare un’annata del genere non è da tutti”.

Verona-Juventus sarà anche l’ultima gara prima della finale di Berlino contro il Barcellona: “E’ una partita importante perché è l’ultimo test prima della finale di Champions – ha spiegato Allegri presentando la gara -. Abbiamo il dovere di tenere alta la tensione, siamo in una buona condizione fisica. Dobbiamo andare a Verona non con la testa a Berlino. Abbiamo entusiasmo, perché una stagione così è difficilmente ripetibile. Giocavamo su tre fronti e due li abbiamo vinti, più di così non si poteva fare. La finale di Champions però è una finale e non abbiamo nessun vantaggio. Dobbiamo comunque essere consapevoli di poter giocare una grande partita contro una grande squadra ed essere bravi a giocare come abbiamo fatto con il Real. Ma sarà una gara secca, non c’è un ritorno. Al Barcellona, però, ci penseremo da lunedì”. Ben venga il Verona, quindi, per “distrarsi” un pò e non pensare troppo a quel diavolo di Messi.

Rispetto alla vigilia della Juventus, l’unica cosa che il Milan ha in comune con i bianconeri è l’inutilità ai fini del campionato della gara contro l’Atalanta. Perché per il resto siamo ad anni luce di distanza, con una stagione fallimentare giunta alla sua ultima tappa. Una via crucis che sta per finire anche per Inzaghi, alla sua ultima partita da allenatore rossonero. L’ultima batosta è arrivata per bocca di Silvio Berlusconi: “Spero proprio che Ancelotti torni sulla panchina del Milan il prossimo anno – ha detto a Radio Montecarlo -. A lui ci lega un affetto forte ed è stato vincente in tutte le squadre dove ha fatto l’allenatore. Carlo voleva darsi un anno di sosta, Galliani è stato da lui per diverse ore per affrontare questo, ma speriamo di riuscire a convincerlo a venire da noi subito a partire dalla prossima stagione. Abbiamo già una squadra molto forte, che non ha ricevuto un gioco all’altezza. Nonostante questo, abbiamo l’intenzione di fare degli acquisti importanti”. Eppure Inzaghi va avanti per la sua strada, noncurante del fatto che il cambio in panchina è ormai dato per scontato da tutti: “Non sono rassegnato – ha detto in conferenza -. E’ normale che la società pensi di cambiare, ma finché non mi diranno niente io darò tutto. Ora però penso a chiudere bene a Bergamo. Io vice di Ancelotti? No, è impensabile. Io faccio l’allenatore e voglio fare l’allenatore nella mia vita. Quest’anno mi ha fatto crescere tanto. Se avevo un dubbio all’inizio, ora so che per i prossimi trent’anni farò questo mestiere e lo farò ad altissimo livello”. Non al Milan, che a breve dovrà svelare il nome del nuovo allenatore.

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