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Venturini, ad di Enel Green Power: “La nuova energia siamo noi”

INTERVISTA CON FRANCESCO VENTURINI, amministratore delegato e direttore generale di Egp, dopo il piano industriale 2015-19 – I nuovi mercati in Africa e Asia: “Stiamo valutando più situazioni, la scelta nei prossimi tre mesi. In vista grosse gare nel Maghreb e in India” – Investimenti per la crescita soprattutto nell’eolico – “Nelle batterie una rivoluzione”

Venturini, ad di Enel Green Power: “La nuova energia siamo noi”

La rivoluzione è già partita e Francesco Venturini, amministratore delegato e direttore generale di Enel Green Power (Egp), è pienamente consapevole di trovarsi al centro di un cambiamento planetario nel modo di produrre elettricità. Tanto che è lui il primo ad affermare, senza troppi preamboli: “ La nuova energia siamo noi”. Ha da poco presentato il piano strategico 2015-19 agli investitori e agli analisti e questa è l’occasione per approfondirne alcuni aspetti con FIRSTonline in una intervista a tutto tondo nella quale anticipa che, confermate le due Americhe come aree dove concentrare l’espansione dei prossimi anni,  le scelte sui nuovi mercati in Africa e Asia “si concretizzeranno nei prossimi tre mesi: sia in termini di società da acquisire che di progetti da sviluppare. Stiamo lavorando su un mix di situazioni. In Nord Africa e India si stanno preparando grosse gare. E noi saremo presenti”.
 
Il 50% dell’incremento mondiale nei consumi di elettricità al 2030 sarà fornito da fonti rinnovabili. Si tratta di 5.500 miliardi di kilowattora “verdi”. Fino a poco tempo fa stime di questo genere sarebbero state impensabili. Cosa sta accadendo?
 
“Sono stime di Bloomberg ed è questa la cornice all’interno della quale ci muoviamo. Sta accadendo che i programmi di crescita di tutti i produttori si stanno spostando sulle fonti rinnovabili. Cambiamenti di questo tipo sono già avvenuti almeno 4 o 5 volte negli ultimi 150 anni: dal legno, all’idro, al gas e nucleare, e ora prevalentemente vento e sole. Fino a poco tempo fa si parlava di energie alternative ma quell’aggettivo ormai non ha più senso: oggi la ricchezza viene generata proprio nella produzione green e nella distribuzione intelligente e servizi. L’Enel ha avuto l’occhio lungo quando, nel dicembre 2008, ha fondato Egp: sarà questa che concorrerà, insieme alle smart grid e all’offerta di nuovi servizi integrati per i clienti, all’Enel del futuro”.
 
Qual è il contributo di Egp all’Ebitda del gruppo?

“Contribuiamo con circa 2 miliardi ai 15,5 miliardi di Ebitda del gruppo. Siamo ancora relativamente piccoli ma la nostra capacità di generazione è più che raddoppiata nei sei anni dalla fondazione. Questo ci conferisce una veste strategica nei piani del gruppo. Stiamo sostituendo capacità di generazione: con i nostri 9,6 Gigawatt oggi rappresentiamo un decimo, circa, della capacità complessiva di Enel ma nell’arco di piano arriveremo a 16 Gigawatt, al netto delle cessioni in Portogallo e altrove. Sta cambiando radicalmente il business model del settore elettrico. In questa nuova cornice, il mio compito è di creare valore per gli azionisti continuando a sviluppare e gestire progetti ma anche vendendo e comprando assets quando conviene”.
 
Nella lista delle cessioni ci sono i 640 Megawatt eolici in Portagallo. Proprio l’Ad di Enel, Francesco Starace, ha indicato un valore di circa 1 miliardo includendo anche l’upstream del gas. Può essere più preciso? Al Portogallo seguiranno altri assets?
 
“Non posso dare cifre più in dettaglio ma posso confermare che venderemo se ricaveremo un premio in linea con le nostre aspettative.  L’attesa è di concludere entro fine anno ma senza obiettivi temporali prestabiliti. Al Portogallo seguirà dell’altro? E’ previsto nel piano, ci sono considerazioni da fare sul resto del portafoglio ma al momento non abbiamo individuato gli assets. Stesso discorso vale per le acquisizioni”.
 
Il nuovo piano industriale di Egp prevede 9,6 miliardi di investimenti di cui 8,8 destinati alla crescita, dove andranno?
 
“Gli investimenti nelle rinnovabili rappresentano il 48% dei 18,3 miliardi che il gruppo Enel spenderà per la crescita nei prossimi 5 anni. Investiremo soprattutto nell’eolico che è la tecnologia predominante dal punto di vista del costo in rapporto all’evoluzione della capacità produttiva anche se il fotovoltaico crescerà molto nei prossimi anni. Come Egp avevamo oltre 430 Mw di fotovoltaico nel 2014 e prevediamo di quintuplicare la capacità con vari progetti in costruzione o prossimi all’avvio dei lavori. Ne cito uno per tutti: in Brasile ci siamo aggiudicati un progetto solare di 250 MW su 500 ettari di terreno. Cito l’esempio perché la scala ormai è su questo ordine di valori. Quanto ai prezzi dell’energia rinnovabile, escludendo l’Europa, nel resto del mondo sono già ampiamente competitivi rispetto al gas. Mercato e industria sono in fortissima evoluzione, quasi un’esplosione direi. In sintesi, in futuro avremo molte rinnovabili e pochissima produzione convenzionale. Il carbone calerà in maniera più o meno drastica anche in funzione delle decisioni che scaturiranno dal Cop 21 di Parigi a fine anno. Sono ottimista, qualcosa dovrà essere fatto per arrestare il surriscaldamento climatico e la crescita della Co2”.
 
Quanto contano le nuove batterie in questa “esplosione” di nuova energia? Avete appena firmato un accordo con l’americana Tesla…
 
“Ne abbiamo altri con Fiamm e Samsung. L’ultimo con Tesla è di pochi giorni fa. Il loro progetto di Gigafactory e l’idea di batterie componibili, del tutto simili a quelle che utilizziamo oggi per i piccoli elettrodomestici ma replicabili su larga scala, è molto interessante. Le batterie sono una  rivoluzione nella rivoluzione: con il loro aiuto per stabilizzare la rete e immagazzinare energia per la notte si potrà arrivare a produrre elettricità con fonti 100% rinnovabili. Sui mercati emergenti ciò apre scenari assolutamente innovativi anche per le architetture di rete. Avremo piccoli impianti collegati con sistemi autosufficienti. Nel resto del mondo, diverso da quello avanzato, l’elettrificazione oscilla tra il 30 e il 70 per cento; 1,4 miliardi di persone non ha accesso all’elettricità e oltre 3 miliardi di persone sono senza accesso ai servizi energetici moderni o non sono connessi a una rete affidabile. E’ là che noi vogliamo giocare un ruolo”.

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