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Vento elettorale su spread ed euro

“Comincia a soffiare il vento delle elezioni in area Euro insieme all’ipotesi tedesca di un’Europa a diverse velocità”. Inizia così il Daily Market Strategy di Mps Capital Services, che riprendiamo qui di seguito con qualche piccola integrazione.

L’impatto sui mercati è evidente: spread in allargamento per tutti i paesi dell’area, in modo particolare la Francia. Il Bund decennale tedesco ne esce pertanto vittorioso, visto che di fatto solo il decennale UK riesce a tenerne il passo in termini di calo del relativo tasso. Ulteriore sintomo del clima di avversione al rischio, è anche il fatto che il calo dei tassi tedeschi è ancora più forte di quello dei tassi swap di analoga scadenza. A surriscaldare il clima, anche l’esito del sondaggio commissionato dal quotidiano Bild, secondo cui in Germania l’SPD del candidato premier Schulz sarebbe in testa vs la grande coalizione della Merkel (31% vs 30%), per la prima volta dal 2010. A difendere l’euro è intervenuto Draghi, definendolo irrevocabile, ribadendo il concetto sia in inglese sia in italiano ed aggiungendo: “Questo è il trattato, this is the treaty.” Lo stesso Draghi ha dichiarato di essere pronto ad incrementare il piano di acquisti se necessario”.

Tassi e congiuntura
Spread ancora in allargamento

“In area Euro, spread in allargamento, con quello italiano oltre i 200 pb, quello francese a 77 pb, ai massimi dal 2012, e quello spagnolo a 141 pb. Il membro della BCE Coeuré ha precisato che l’euro si è indebolito verso dollaro, raggiungendo un livello appropriato rispetto alla situazione economica in Europa. Sul primario ieri il Belgio ha annunciato un sindacato per l’emissione di due titoli a sette e quaranta anni, mentre oggi sarà emesso il nuovo decennale olandese per un importo di 4-6Mld€. Contrastati i dati in Germania. Dopo il buon dato degli ordinativi industriali di dicembre, questa mattina in forte calo la produzione industriale dello stesso mese. Negli USA, tassi in calo in modo omogeneo su tutta la curva. Il clima di avversione al rischio sta prevalendo sulle recenti dichiarazioni di membri Fed votanti (ieri Harker), secondo cui un rialzo dei tassi a marzo è ancora possibile. Sul fronte delle obbligazioni corporate, gli acquisti BCE hanno superato quota 60 Mld€ dall’8 giugno scorso (+2,165 Mld€ vs la settimana precedente). Al riguardo Draghi, a domanda sulla possibile creazione di bolle finanziare in seguito all’azione della BCE, ha sottolineato come sia gli spread dei corporate bond che i prezzi dei corsi azionari, appaiano ampiamente in linea con i fondamentali”.

Valute
Vendite sull’euro

“Il clima di maggiore tensione in area Euro si è tradotto ieri in un deprezzamento generalizzato dell’euro, ed un contestuale apprezzamento dello yen. Il cambio Euro-Usd si è spinto questa notte sotto quota 1,07, accelerando il ribasso con l’apertura dei mercati europei. Il cambio euro/yen ha invece rotto la fascia di supporto a quota 120, toccando nuovi minimi dell’anno in area 119,50. Debole anche l’andamento dell’area emergente, con le vendite che hanno colpito principalmente il peso messicano ed il rand sudafricano. In lieve deprezzamento anche lo yuan questa notte. Le riserve valutarie del Paese, a gennaio, sono scese per la prima volta dal 2011 sotto la soglia dei 3000 Mld$ (2998,2 Mld)”. 

In forte calo la Sterlina sul dollaro. “Gli operatori della City – osserva Neil Wilson,Senior Market Analyst di Etx Capital – sembrano essersi risvegliati sulla prospettiva di un rialzo più veloce dei tassi di interesse sostenuto dal presidente Fed di Philadelphia Patrick Harker, che ha indicato la scedenza di marzo nonostante l’ultima riunione del Fomc abbia suggerito di non intervenire fino all’estate. Il rally vero porti sicuri sembra essersi fermato e i traders si stanno riposizionando su posizioni lunghe sul dollaro”.

Commodity
L’oro torna a splendere malgrado il dollaro forte

“Andamento divergente per le materie prime con energetici ed agricole in calo, a fronte di un rialzo dei metalli. I migliori sono stati quelli preziosi grazie alla buona performance dell’oro, tornato sopra i 1230$/oncia per la prima volta dallo scorso novembre, malgrado il rafforzamento del dollaro. L’incertezza legata alle politiche di Trump, contestualmente a quella relativa alle elezioni francese, ha reso di nuovo attraente il metallo come bene rifugio. In calo il petrolio, mentre segnaliamo il rimbalzo del nichel sull’incertezza legata alla chiusura di alcune miniere nelle Filippine (1° produttore al mondo)”. 

Azionario
Vendite marcate sulle borse europee

“Ieri giornata negativa per le borse europee che nel finale hanno accelerato al ribasso, guidate dai timori politici crescenti in Francia. Piazza Affari è stata la peggiore (-2,2%) penalizzata dalla debolezza dei titoli bancari alla luce della partenza dell’aumento di capitale di Unicredit. A livello europeo i ribassi maggiori hanno interessato l’auto, i bancari ed i chimici, in lieve rialzo l’healthcare. Anche negli USA le borse hanno chiuso negative, penalizzate soprattutto dal comparto energetico. In controtendenza l’indice generale emergente MSCI EM, salito per il quarto giorno consecutivo. Particolarmente debole la borsa brasiliana (-1,5%). Stanotte borse asiatiche miste con movimenti abbastanza contenuti. In Europa, borse miste intorno alla parità questa mattina, con FCA sotto pressione a Piazza Affari in apertura anche se sta recuperando le perdite iniziali”.

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