Cosa bere d’estate per rendere gradevole la tavola e distendere l’animo? David Williams l’esperto enologo del Guardian, l’autorevole quotidiano britannico che celebra quest’anno i duecento anni di vita, ha indagato in lungo e largo fra le cantine mondiali fino a mettere insieme un gruppo di venti vini che non dovrebbero mancare sulle tavole dei gourmet per quest’estate 2021. E, sorpresa, fra questi campioni internazionali spicca una bollicina italiana: Contero Moscato d’Asti di Strevi 2020, un vino delicatamente frizzante, non uno spumante, ma un vino che regala sensazioni fini e delicate, ideale per accompagnarsi a dolci raffinati dal sapore tenue, non deciso.
William gli dedica parole entusiaste: “Esiste un vino più allegro al mondo del Moscato d’Asti? Devo ancora trovare qualcosa che corrisponda così da vicino alla sensazione di svegliarsi in una soleggiata mattina d’estate che si prova in vini come questo, un vivace e delizioso mix delicatamente spumeggiante di dolci sentori di pesca, uva moscato e prati estivi”.
Il critico inglese sofferma le sue scelte anche su vini bianchi, rossi e rosati. A far da padrone è la Francia con 10 vini seguita dalla Spagna con 4 seguiti da Portogallo, Argentina e Sud Africa con 2. Chiudono la classifica delle nazioni l’Italia, la Romania, la Grecia, la Nuova Zelanda, l’Inghilterra con un vino.
Di seguito la lista dei vini scelti e consigliati dall’enologo inglese per l’estate 2021.
Per i bianchi
Dealuri Feteasca Regala rumeno 2020, Romania.
Mosel Steep Slopes Riesling 2018, Germania;
Lavradores de Feitoria Estrada bianco, Portogallo;
Marks & Spencer Found Moschofilero & Roditis 2020, Grecia;
Equipo Navazos I Think Manzanilla en Rama, Spagna;
Isabel Estate Sauvignon Blanc 2019, Nuova Zelanda;
Rafael Palacios Louro Godello, Spagna;
Le Domaine d’Henri Chablis St-Pierre, Francia.
Tesco Beaujolais 2020, France;
Santa Julia Malbec 2020, Argentina.
Waterkloof Seriously Cool Cinsault 2019, Sud Africa;
Domaine Cordaillat Reuilly Rouge 2019, Francia;
Domaine Clusel Roch Traboules 2019, Francia;
Celler del Roure Safra 2019, Spagna.
Per i rossi
Tesco Beaujolais 2020, France;
Santa Julia Malbec 2020, Argentina.
Waterkloof Seriously Cool Cinsault 2019, Sud Africa;
Domaine Cordaillat Reuilly Rouge 2019, Francia;
Domaine Clusel Roch Traboules 2019, Francia;
Celler del Roure Safra 2019, Spagna.
Per i rosati
M&S Found Vinho Verde Rosé 2020, Portogallo;
Château Minuty M de Minuty 2020, Francia.
Per le bollicine
Morrisons The Best English Sparkling Wine Grand Vintage Brut 2010, Inghilterra;
Pierre Paillard Les Parcelles Bouzy Grand Cru XV Champagne, Francia;
Billecart-Salmon Brut Rosé Champagne, Francia.
Rompendo vecchi schemi tradizionali, e in linea con le nuove tendenze del bere, Dawid Williams, raccomanda infine di bere i vini rossi freddi e non a temperatura ambiente. Senza mezzi termini afferma: “un bicchiere di rosso freddo è la bevanda estiva perfetta”. E aggiunge: ”dopo una lunga giornata di lavoro, non c’è niente che mi piace di più che rilassarmi con un bicchiere di rosso freddo. Non è un errore di battitura. Né sono volutamente perverso. Un bicchiere di Gamay (vitigno a bacca nera autoctono della Borgogna, utilizzato nella produzione del Beaujolais, e diffuso anche in Italia principalmente in Valle d’Aosta, Friuli, Piemonte e Umbria) leggermente tannico, sapido, vivace e con frutti di bosco, da una bottiglia presa direttamente dal frigo con le sue fotogeniche perline di condensa, è dissetante e ravvivante come qualsiasi bicchiere di frizzante freddo o G&T. È l’essenza stessa di un drink estivo”.
Williams fornisce anche una spiegazione storica. “La temperatura ambiente è l’impostazione di routine, ma è la temperatura ambiente di una casa moderna, completamente isolata e con riscaldamento centralizzato: un soffocante 20C+ che trasforma tutti i vini rossi in una specie di poltiglia. Non importa che questo consiglio di servizio straordinariamente resistente provenga da un’epoca in cui le uniche persone che bevevano vino in Gran Bretagna erano le classi alte, le loro stanze piene di spifferi di campagna raramente molto più calde di 15°C. Quella temperatura è più o meno ideale per la maggior parte dei rossi, la maggior parte delle volte. Non è così freddo che il vino diventa aromaticamente smorzato.
Ma fa abbastanza freddo perché il vino mantenga la sua “definizione” – un termine tipicamente nebuloso che posso davvero spiegare solo per analogia. Pensa a una lattina calda di Coca Cola o, se è per questo, vino bianco. C’è molto di più al naso, ma al palato sembra un po’ sfocato, piatto, privo di nitidezza. È così che mi sento riguardo al vino rosso che è stato servito troppo caldo. Ogni volta che faccio eventi di degustazione, mentre nessuno si lamenta mai che il loro vino rosso è troppo caldo, molte persone sono ancora sorprese, persino offese, se gli viene servito un vino rosso alla temperatura che si aspetterebbero per un bianco. La reazione è istintiva, come la prima volta che un nordeuropeo prova il gazpacho o l’ajo blanco: puoi riportarlo in cucina a scaldarlo, per favore?
Non sto dicendo che ogni vino rosso tragga beneficio dall’essere servito quasi ghiacciato. Funziona meglio su stili a basso o delicato tannino, ad alta acidità e fruttato croccante. Gli esempi includono Beaujolais e altri gamay; cabernet franc, in particolare della Loira; lo stile pallido e moderno di grenache/garnacha; e dolcetto. Stili di vino bianco e spumante più ricchi, più legnosi, più pesanti, mostrano anche più della loro complessità quando non sono completamente gelati al tatto (12°C o giù di lì). E qualche cubetto di ghiaccio in un bicchiere dei rosé più robusti e più scuri è uno dei piaceri semplici dell’estate”.