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Venti di guerra: Trump mostra i muscoli e sale la paura sui mercati

La maggior parte delle Borse è chiusa per il Venerdì Santo (o per il Good Friday nell’emisfero asiatico). Ma la festa rischia di esser rovinata dall’incalzare dei venti di guerra nei punti caldi del pianeta. Gli Stati Uniti hanno annunciato il lancio della bomba GBU-43, meglio nota come la “madre di tutte le bombe”, sganciata da un Mc 130 nell’Afghanistan orientale ai confini con il Pakistan contro una serie di grotte usate dai militanti della Stato. È la prima volta che l’ordigno, che dispone di una una carica di undici tonnellate di tritolo, viene usato in un combattimento. Si inaugura così un week end di paura, nell’attesa di possibili colpi di scena in Corea del Nord: domani cade l’anniversario della nascita di Kim il Sung, il bisnonno dell’attuale dittatore, evento festeggiato negli ultimi anni dal lancio di missili sempre più pericolosi. Gli Stati Uniti, rivela la Nbc, hanno pronto un piano d’attacco contro il regime di Pyongyang. Non meno rovente, infine, lo scacchiere siriano.

Non stupisce in questa cornice la tensione che ha condizionato la sera delle Borse asiatiche aperte (chiuse Hong Kong, Singapore e Sidney): l’attesa ha in pratica congelato gli scambi a Tokyo e in Corea del Sud (entrambe -0,1%). Tra le valute, tonfo del won (-0,8%), mentre lo yen tratta a 109,12 sul dollaro, vicino ai massimi degli ultimi cinque mesi. Sulla valuta Usa continuano a pesare le affermazioni di Donald Trump che giudica la valuta Usa “troppo forte”.

L’affondo del presidente, combinato con le tensioni internazionali, ha contribuito a frenare Wall Street, fredda di fronte ai risultati delle grandi banche e delle buone notizie dall’indice della fiducia dei consumatori dell’università del Michigan, in salita a marzo oltre le previsioni. Gli indici hanno chiuso in rosso per la terza seduta consecutiva: Dow Jones -0,67%, S&P 500 -0,68%, Nasdaq -0,53%. Per i titoli tecnologici si è trattato del decimo ribasso consecutivo.

In calo nel finale i titoli delle grandi banche nonostante risultati superiori alle previsioni (con l’eccezione di Wells Fargo). Dalle relazioni ai bilanci emergono preoccupazioni per l’andamento dei prossimi trimestri.

JP Morgan chiude a -1,2% dopo un avvio promettente: il primo trimestre 2017 si è chiuso con un utile netto di 6,4 miliardi di dollari, pari a 1,57 dollari per azione, ben superiore alle stime degli analisti, che indicavano 1,52 dollari. I ricavi totali sono cresciuti del 6%, a 25,6 miliardi di dollari, superando la previsione di 25,1 miliardi.

Citigroup -0,8%: il risultato netto è stato di 4,1 miliardi di dollari, mezzo miliardo di dollari in più del quarto trimestre 2016: la crescita anno su anno è del 17%. L’utile per azione si attesta a 1,35 dollari: il consensus di Bloomberg era a 1,24 dollari. 

Soffre come previsto Wells Fargo (-3,3%). La banca californiana chiude il primo trimestre 2017 con un utile di 5,46 miliardi di dollari, pari a 1 dollaro per azione, invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il consensus degli analisti indicava un utile per azione di 0,97 dollari. I ricavi complessivi sono calati leggermente da 22,2 miliardi a 22 miliardi di dollari, un risultato inferiore ai 22,32 miliardi previsti dagli analisti. Berkshire Hathaway, la società di investimento di Warren Buffett, ha ritirato la richiesta alla Fed per incrementare la partecipazione in Wells Fargo oltre il 10% del capitale, vendendo contestualmente 9 milioni di azioni al fine di restare al di sotto della soglia.

In calo anche Apple (-0,53%). La Mela, assieme alla taiwanese Foxconn, sta valutando l’acquisto di una partecipazione della divisione chip di Toshiba, il secondo produttore mondiale in grave difficoltà per i problemi del nucleare. La mossa potrebbe sconvolgere il mercato. A Piazza Affari ancora in ribasso Stm (-0,3%).

In calo i prezzi del petrolio. Il greggio Usa tratta poco sopra i 52 dollari, Brent attorno a 55 dollari. Dal rapporto settimanale dell’agenzia governativa Eia è emerso un calo inatteso delle scorte di greggio, scese di 2,2 milioni di barili. Ma i dati hanno evidenziato un incremento ulteriore della produzione. Negli ultimi giorni i prezzi hanno corso sulle indiscrezioni riguardanti le pressioni dell’Arabia Saudita sugli altri membri dell’Opec e sulla Russia per prolungare oltre giugno i tagli alla produzione concordati nel novembre scorso.

Il comparto energia (-1,8%) è stato il peggiore del mercato: Chevron-2,63%, Exxon -1,54%, Schlumberger -6,3% . A Piazza Affari in ribasso Eni (-1,6%) nel giorno dell’assemblea. Il bilancio 2016, chiuso con un utile di 4,5 miliardi di euro, e la distribuzione di un dividendo di 80 centesimi per azione (di cui 40 centesimi già pagati in acconto) è stato approvato da oltre il99% dei soci presenti. Ai due principali azionisti, Cassa Depositi e Prestiti (25,76%) e Tesoro (4,34%), Eni stacca un assegno da 872 milioni di euro complessivi. In particolare a Cdp va una cedola da 747 milioni e al Mef una da 125 milioni di euro.

Tenaris -1,2%, Saipem -0,2%. Listini europei in ribasso per quelle che sono state definite “le pulizie di Pasqua”. Le Borse, frenate dalle dichiarazioni di Trump e dai sondaggi sulle elezioni francesi, hanno corretto all’ingiù le performance del primo trimestre. Il regalo di Pasqua per l’Italia è arrivato alle 3 di questa mattina: in extremis è stato raggiunto l’accordo per Alitalia. Scongiurato così il default.

La Borsa di Milano, al solito condizionata dal comparto bancario, ha realizzato i risultati peggiori. Ieri l’indice Ftse Mib è arretrato dell’1,12%, a 19.773 punti. Nelle ultime quattro sedute, tutte in rosso, Piazza Affari ha ceduto il 2,6%: è stata la peggior settimana dallo scorso novembre. Il rialzo del 2017 si riduce al 3%.

Meno pesante il calo degli altri mercati: Parigi ha ceduto lo 0,6%, Francoforte lo 0,4% e Londra lo 0,3%. Per Parigi e Francoforte la perdita settimanale si aggira sull’1%. Ancora sotto pressione il decennale italiano rispetto al Bund. Lo spread torna a toccare 212 punti, record da metà febbraio 2014.

L’ultimo sondaggio francese, commissionato da “Les Echos”, dà per il primo turno all’Eliseo in testa Emmanuel Macron, che guadagna mezzo punto, al 23,5%, seguito da Marine Le Pen, che indietreggia invece di mezzo punto, al 22,5%. François Fillon recupera un punto, al 20%, e Jean-Luc Mélechon risale di 1,5 punti al 18,5%.

Il nuovo Btp Italia, titolo indicizzato all’inflazione nazionale, avrà scadenza sei anni rispetto agli otto delle ultime edizioni e sarà a disposizione degli investitori tra lunedì 15 e giovedì 18 maggio. Nelle linee guida per la gestione del debito 2017, Via XX Settembre parlava per quest’anno di due nuove operazioni a scadenza 6-8 anni. L’ultima edizione del Btp Italia – la decima – risale a ottobre dell’anno scorso, quando con il titolo ottobre 2024 cedola minima 0,35% sono stati raccolti 5,22 miliardi di euro.

Piazza Affari è stata trascinata in basso dalle azioni delle banche, con Unicredit in caduta del 2,4%.Nuovo calo per Banco Bpm (-2,8%). Dal 3 aprile (2,78 euro) ha perso circa il 12%. Berenberg, in un report dal titolo “ancora in attesa di certezza sul valore dell’attivo”, conferma sull’azione la raccomandazione sell e il prezzo obiettivo a 1,9 euro. Intesa è scesa dell’1,6%, positiva Ubi (+0,4%).

Fiat Chrysler ha accusato un ribasso del 3,7%. “Troppo tardi per Fca per partecipare al party Usa dei suv”: così Exane Bnp Paribas intitola un report datato ieri ma reso noto oggi su Fiat Chrysler Automobiles nel quale ha tagliato il target price da 7,3 a 6,9 euro e confermato il rating underperform. “Fca può vestire il suo mix di prodotti a festa, ma questo conta poco in una festa nella quale il tempo è già scaduto. Mentre il debito che ha alimentato il boom del mix del ciclo passato volge al termine, i prezzi dei suv sono sotto una forte pressione, minando lo scenario fondamentale più roseo, il bull case, di Fca “, si legge nel report di Exane.

Negative StM (-0,3%), Prysmian (-0,7%) e Buzzi (-1,4%). Per contro sono state acquistate le Leonardo +0,7% sull’ipotesi che ci sia un innalzamento delle spese per la Difesa da parte di diversi Paesi nel mondo, come indicato da Oddo Securities. La controllata Atr (joint-venture con Airbus) ha firmato un accordo per vendere 20 aerei Atr 72-600 a Iran Air nell’ambito dell’accordo tra Teheran e le potenze occidentali per porre fine alle sanzioni internazionali. Un portavoce di Atr spiega che l’intesa contiene anche un’opzione per l’acquisto di altri 20 velivoli. La parte principale dell’accordo ha un valore di 536 milioni di dollari e prevede una rapida consegna dei primi quattro velivoli prodotti a Tolosa, in Francia.

Infine Mediaset -0,9% nel giorno in cui la controllante Fininvest ha finalizzato il lungo percorso per la vendita del Milan alla nuova proprietà cinese. La holding della famiglia Berlusconi ha incassato dal broker Yonghong Li gli ultimi 370 milioni. Considerando i fondi già versati da Yonghong Li tramite caparre (250 milioni), la cessione del 99,93% delle quote del club rossonero in mano a Fininvest ha fatto fluire nelle casse della holding della famiglia Berlusconi circa 620 milioni di euro, di cui 80-90 milioni per la copertura delle spese sostenute per la gestione del club degli ultimi mesi.

La tranche finale del pagamento è stata versata da Li tramite un veicolo lussemburghese, la Rossoneri Sport Investment Luxembourg. Per il Milan si chiude così l’era sotto la guida di Silvio Berlusconi, iniziata 31 anni fa. Continua anche il rialzo del titolo Juventus (+5,05%). A favorire il rally è stata la notizia dell’allungamento del contratto di Paulo Dybala al 2022.

Chiusure negative per Enel (-1,1%) e Telecom Italia (-0,5%). Campari -0,7%, a 10,65 euro, nonostante Deutsche Bank abbia alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 10 a 11 euro, confermando la raccomandazione buy. In controtendenza.

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