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Venice Sustainable Fashion Forum, conclusa la terza edizione del Summit (Smi, Ambrosetti e Confindustria Veneto Est) con oltre 350 partecipanti

SMI

L’evento tenutosi nella cornice veneziana ha visto una grande partecipazione con oltre 350 persone tra imprenditori, italiani e stranieri, rappresentanti della filiera e stakeholder tappa annuale incentrata sulla sostenbilità nella catena della moda.

La prima giornata di giovedì 24 ottobre dopo i saluti di Sergio Tamburini (presidente Smi), Flavio Sciuccati (Senior Partner & Diretor Global Fashion Unit The European House Ambrosetti), Leopoldo Destro (Presidente Confindustria Veneto Est, la mattinata ha visto interventi di Matteo De Rosa (Ceo Lvmh Métiers d’Arts), Alessandro Rosina (demografo) e Manal Azzi(resposabile della sicurezza e la salute sul lavoro Organizzazione Mondiale del Lavoro) e ancora Geraldine Wharry e Andrea Rosso. Il pomeriggio invece il dibattito ha affrontato il dibattito del quadro normativo e molto altro ancora.

La seconda giornata di venerdì 25 ottobre si è affrontato l tema del consumerismo: dalle origini (Historical Forces in Fashion con la storica americana Sofi Thanhauser, autrice di “Worn”, alle prospettive e agli scenari futuri della moda (Consumerism Unveiled: Trends, Numbers, and the Future of Fashion), tracciati in collaborazione con la società di ricerche Kantar e presentati da Jonathan Hall, con l’apporto di Luca Solca, Managing Director, Luxury Goods, Sanford C. Bernestein e con un focus sui nuovi modelli di business con l’intervento di Peter Pernot-Day, Global Head of Strategy & Corporate Affairs Shein. A seguire, sono state approfondite le strategie per una consapevole e trasparente responsabilità delle imprese nella supply chain (Revolutionizing Sustainable Supply Chain Strategies: Responsibility, Transparency and Value Optimization).

Ne hanno parlato Hakan Karaosman, Associate Professor, Cardiff Business School; Chiara Morelli, Industrial Sustainability Director, Prada Group; Andrea Sianesi, president, Fondazione Politecnico di Milano, president, PoliHub; Andrea Crespi, vicepresidente Sistema Moda Italia con delega alla sostenibilità e Luca Sburlati, Ceo Pattern Group. Un focus particolare è stato dedicato alle soluzioni pionieristiche per la transizione sostenibile con diversi altri interventi (The Way Forward: Implementing Sustainable Fashion Solutions).

Le 5 proposte dello studio Just Fashion Transition 2024

Presentate le 5 proposte e raccomandazioni emerse dallo studio Just Fashion Transition 2024 elaborato da The European House – Ambrosetti, rivolte alle istituzioni e agli attori del settore, determinanti per il raggiungimento di una transizione giusta ed efficace entro il 2030. 

  1. Chiudere in fretta il gap regolatorio
    Esercitare pressione a livello europeo per accelerare la finalizzazione degli schemi regolatori, al fine di creare le condizioni per le aziende per prendere decisioni di medio-lungo periodo.
  2. Semplificare gli strumenti finanziari per le Pmi
    Semplificare il fardello burocratico per le Pmi, mettendole nelle condizioni di investire in sostenibilità fornendo loro un accesso facilitato al credito e offrendo delle condivisioni favorevoli.
  3. Spingere competenze e R&S
    Costruire e diffondere a livello nazionale competenze e centri di competenza, coinvolgendo università e ricerca per testare soluzioni scalabili, sviluppando iniziative per diffondere tra le Pmi le competenze necessarie per la transizione e creare una forza lavoro a prova di futuro.
  4. Promuovere Piani industriali nazionali del Fashion
    Sviluppare un piano strategico nazionale per identificare modalità per integrare I costi della sostenibilità nelle strutture di prezzo – facilitando l’eradicazione del caporalato, così come la condivisione di tempi, metodi e strumenti per combinare finanziamenti pubblici e privati.
  5. Concentrare il mercato per aumentare la competitività
    Alimentare il processo di concentrazione del mercato, specialmente tra le Pmi, per aumentare la produttività e la capacità di investimento, anche attraverso agevolazioni fiscali e nell’accesso al credito, ma anche finanziamenti pubblici.

Le conclusioni del Venice Sustainable Fashion Forum 2024

Nella sessione conclusiva del Venice Sustainable Fashion Forum, Flavio Sciuccati, Partner & Director Global Fashion Unit The European House – Ambrosetti, Sergio Tamborini, Presidente di Sistema Moda Italia e Alberto Zanatta, Vice Presidente Vicario di Confindustria Veneto Est hanno tratto le conclusioni emerse dai due giorni di Forum.

Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia ha spiegato: “Venezia si conferma un momento aggregativo fondamentale per unire mondi e visioni differenti. Sul palco abbiamo visto insieme la storia, il futuro e le insidie, riguardo alla trasparenza e ai mercati, che il Tessile e Moda ha di fronte. Sono temi che ogni imprenditore affronta in maniera differente pensando a tutelare l’azienda, noi come Smi la filiera tutta, anche di fronte alle incongruenze normative. Quest’anno abbiamo sperimentato una nuova geografia negli eventi del forum, con l’aggiunta di momenti più raccolti dedicati a tematiche che interessano le singole aziende: finanza, circolarità, digitale o greenwashing. Gli imprenditori vogliono essere protagonisti, la finanza resta elemento centrale e prezioso alleato, mentre una piattaforma di abbigliamento, abbiamo visto, può vendere oggi qualcosa e domani veicolare un messaggio a milioni di consumatori: questo è il compito della moda, creare connessioni in tema di sostenibilità e credo che questo sia il nostro vero obiettivo”.

Flavio Sciuccati, Partner & Director Global Fashion Unit The European House – Ambrosetti ha evidenziato: “Questa terza edizione, che ha visto un’ampia partecipazione e coinvolgimento, ha decretato il pieno successo dell’iniziativa e la sua rilevanza per il mondo della Moda e della sostenibilità. L’insieme di questi fattori ha mostrato che oramai il connubio Moda e sostenibilità è imprescindibile e questo deve essere incentivo per fissare obiettivi sempre più ambiziosi. Abbiamo, oltretutto, avuto la testimonianza del ruolo fondamentale delle nostre filiere che stanno dimostrando la loro eccellenza e unicità e stanno tracciando la strada verso un “Green Made in Italy” ponendo, per la prima volta, al centro del dibattito il tema della ridistribuzione del valore lungo l’intera catena da valle (brand e distribuzione) a monte
(produzione e materiali). In tale frangente il maggiore valore riconosciuto a monte, e soprattutto alle Pmi, consentirà di fare sia quell’innovazione tecnologica che la transizione green che sono indispensabili e urgenti”. 

Alberto Zanatta, vicepresidente Vicario Confindustria Veneto Est ha dichiarato: “Oggi la sfida è coniugare competitività e sostenibilità, preservare e sostenere ad ogni costo le filiere strategiche del Made in Italy. E per questo sviluppare una visione industriale nazionale che promuova la stretta sinergia tra tutti i protagonisti del settore moda, i grandi marchi, i piccoli marchi e l’intera filiera manifatturiera. Un vero e proprio patto di filiera per una visione sistemica e unitaria del settore, per uno sviluppo equilibrato ed omogeneo e per indicare dove e come è necessario intervenire per ri-generare la competitività. È l’appello che rivolgiamo da Venezia al decisore pubblico, alle istituzioni finanziarie e alla nuova Commissione europea. E, prima ancora, a noi stessi imprenditori della filiera della moda, per vincere insieme la sfida di una transizione giusta e competitiva. Una «sfida esistenziale», per citare Mario Draghi, sulla quale le filiere deiterritori raccolti in Confindustria Veneto Est si candidano fin d’ora ad essere laboratorio industriale”.

Venice Sustainable Fashion Forum viene realizzato con il contributo di Camera di Commercio Venezia Rovigo e di numerosi operatori del settore esteso: Alperia Green Future, Fondazione Leaf & Consorzio Physis, D.B. Group, Dnv, Give Back Beauty, Greenberg Traurig Santa Maria, Unisalute, UniCredit, Gruppo Mastrotto, Nice Footwear, Acimit, Assomac, Clerici Tessuto, DedaStealth, Guess Europe, Holding Moda, Mtwh, Pattern Group, Process Factory.

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Categories: Economia e Imprese