Un nuovo appello del leader dell’opposizione del Venezuela, Juan Guaidò, ai militari perchè non sparino sulla popolazione che scende in piazza per protestare contro il regime di Nicolas Maduro e perchè abbiano il coraggio di schierarsi dalla parte della democrazia e della Costituzione ripetutamente violate dal dittatore.
Il rinnovato intervento di Guaidò fa capire quanto importante sia la posizione dei militari nel braccio di ferro che si è aperto a Caracas. Sono proprio loro l’ago della bilancia e Guaidò sembra raccogliere i primi frutti. Ha fatto scalpore il giuramento pro-ribelli dell’addetto militare del Venezuela a Washington. In un video il colonnello Josè Luis Silva ha riconosciuto ieri Guaidò come “unico presidente legittimo” e ha lanciato un appello ai militari venezuelani affinchè “giurino fedeltà al nuovo leader”.
Guaidò, oltre ad appellarsi ai militari perchè scendano in campo contro Maduro, non manca di pubblicizzare la sua proposta di legge per un’amnistia generale a favore dei chavisti, Maduro compreso, se decideranno di arrendersi e di proclamare nuove elezioni.
Il caso Venezuela continua, intanto, ad agitare le acque anche nella politica italiana. Il leader leghista Matteo Salvini, che si è schierato apertamente dalla parte del popolo venezuelano e di Guaidò, ha incalzato ieri il leader pentastellato Luigi Di Maio: “Luigi, tu da che parte stai? Non puoi continuare a coprire Maduro”. Ma per ora Di Maio, incalzato a sua volta da Alessandro Di Battista che è un aperto sostenitore di Maduro, tace e non sa che pesci pigliare per non spaccare i Cinque Stelle. Ma Salvini non demorde e ieri ha definito “poco coraggiosa” anche la posizione attendista assunta dal premier Giuseppe Conte.
Salvini incontrerà prossimamente il Presidente americano Donald Trump e per fare bella figura con la Casa Bianca è pronto, per una volta, a dare qualche dispiacere al leader russo Putin, che è da sempre al fianco di Maduro e del suo petrolio.