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Venezuela: Maduro esautora Guaidò, russi a Caracas

Il presidente del Parlamento venezuelano, autoproclamatosi presidente della nazione, è stato destituito. Il leader dell’opposizone a Maduro è stato inoltre dichiarato ineleggibile per i prossimi 15 anni. Si stringe la morsa della repressione

Venezuela: Maduro esautora Guaidò, russi a Caracas

La morsa della repressione in Venezuela si stringe intorno a Juan Guaidò: Maduro ha esautorato il presidente dell’assemblea nazionale, forte della presenza in forze di truppe e armi inviati dalla Russia a Caracas.

Diventa sempre più pesante l’atmosfera nella capitale venezuelana dopo la decisione annunciata nella serata di giovedì. Elvis Amoroso, controllore generale del Venezuela (una carica che ha funzioni simili a quelle esercitate in Italia dalla Corte dei Conti), nominato dall’Assemblea nazionale costituente a maggioranza chavista, ha annunciato inoltre l’ineleggibilità di Guaidò a ogni carica pubblica per 15 anni. Diventa dunque più aggressiva la morsa del regime nei confronti dell’opposizione e rischia di fare precipitare sempre più nel caos e nella guerra civile il Paese Sud Americano. “Si deve essere molto miserabili – è stato il commento a caldo di Guaidò – per chiamare in causa non so da dove un personaggio designato da un’istituzione che non esiste”.

La decisione presa da Maduro nei suoi confronti arriva dopo l’arresto, uja settimana fa dell’esponente dell’opposizione tenuto in carcere con l’accusa di aver tramato contro lo Stato e di aver progettato atti di terrorismo. Si susseguono inanto i blackout elettrici, l’ultimo in ordine di tempo risale a due giorni fa e ancora non è stato riparato così che la corrente elettrica manca da 56 ore in tutto il Paese.

Intanto la moglie di Guaidò, Fabiana Rosales, è volata a Washington dove è stata ricevuta da Donald Trump, assieme a Mike Pompeo. Il presidente Usa ha ribadito il pieno appoggio all’ingegnere di Voluntad Popular e ha ammonito la Russia a non “alimentare nuove tensioni” con la presenza in Venezuela di armamenti e tecnici militari. Ma proprio dalla Russia è arrivata la replica sferzante a Trump: «Non pensiamo che dei Paesi terzi dovrebbero preoccuparsi dei nostri legami bilaterali», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che la presenza di «specialisti» russi a Caracas deriva da «obblighi contrattuali». «Noi non interferiamo negli affari domestici del Venezuela in alcun modo e ci aspettiamo che Paesi terzi seguano il nostro esempio e permettano ai venezuelani di decidere da sé il loro destino», ha concluso Peskov.

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