Sta assumendo sempre di più i contorni della farsa ciò che accade in queste settimane in Venezuela. Le discusse elezioni presidenziali dello scorso 28 luglio hanno riconfermato l’uscente Nicolas Maduro, ma la comunità internazionale, ad incominciare dagli stessi Paesi del Sudamerica e anche dagli alleati politici come il presidente brasiliano Lula, non si è fidata del risultato e in alcuni casi – Stati Uniti, Argentina, Perù – oltre a chiedere il riconteggio ha intanto riconosciuto come legittimo vincitore Edmundo Gonzalez Urrutia, il 75 enne ex diplomatico e candidato dell’opposizione.
Dopo settimane di fortissime tensioni, scontri di piazza e carcerazioni di dissidenti politici e anche di giornalisti, è arrivata la decisione del procuratore generale Tarek Saab di emettere un mandato d’arresto proprio nei confronti di Gonzalez, che a partire da lunedì scorso è dunque ricercato con diverse accuse, tra cui disobbedienza alle leggi, cospirazione e sabotaggio. Al momento l’arresto non è stato eseguito, Gonzalez è latitante ma secondo quanto ha fatto sapere il suo avvocato non intende chiedere asilo presso qualche ambasciata di Caracas, mentre alcune indiscrezioni lo darebbero in fuga all’estero.
I ministri degli Esteri europei non riconoscono la “legittimità democratica” di Maduro
La decisione del giudice, stando alla quale Gonzalez rischia fino a 30 anni di carcere, è stata accolta con molta preoccupazione dalla comunità internazionale e anche l’Unione europea vigila. Anzi proprio i ministri degli Esteri europei hanno partecipato la settimana scorsa ad una videochiamata con il leader dell’opposizione venezuelano, convenendo nel non riconoscere la “legittimità democratica” della rielezione di Maduro.
Maduro vuole celebrare il Natale il primo ottobre
Secondo gli oppositori e anche alcuni organi internazionali indipendenti, infatti, Gonzalez avrebbe in realtà stravinto le elezioni, con il 67% dei voti, contro il solo 30% per il presidente uscente. Il quale, per distrarre l’opinione pubblica in un Paese devastato dalla povertà e costretto da anni all’emigrazione di massa, ne ha sparata un’altra delle sue: anticipare le celebrazioni del Natale al 1° ottobre. Una assurdità che peraltro il leader chavista, al potere ininterrottamente dal 2013 e in teoria fino al 2031, aveva già proposto un paio di volte durante il Covid. In quel caso si poteva pensare ad un diversivo per allietare le difficoltà della pandemia, ma questa volta i motivi sono squisitamente propagandistici e populistici, tanto che l’annuncio è arrivato non casualmente in concomitanza con la notizia dell’ordine d’arresto del rivale Gonzalez: “E’ settembre ma c’è già odore di Natale – ha delirato Maduro durante un programma televisivo da lui condotto e che porta il suo nome -: quest’anno, in omaggio a voi, per ringraziare tutti voi, ho deciso di anticipare il Natale al 1° ottobre. Sarà per tutte e per tutti un Natale di pace, felicità a sicurezza”.