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Venezia: una mostra alla Fondazione Cini rende omaggio alla vita personale e artistica della “Divina” Eleonora Duse

Fondazione Cini

Eleonora Duse è stata un’attrice rivoluzionaria acclamata dai pubblici di tutto il mondo e fonte d’ispirazione per le personalità più importanti e raffinate del teatro e della cultura dell’epoca, da Stanislavskij a Mejerchol’d, da Gordon Craig a Isadora Duncan.

Artista teatrale indipendente e sempre alla ricerca di nuove sfide

Gli oggetti in mostra testimoniano che Eleonora Duse fu stata primadonna del teatro italiano e capace di dirigere una sua compagnia come manager, imprenditrice e direttrice artistica. A cominciare dagli abiti esposti che non è facile distinguere tra costumi di scena e abiti personali.

Eleonora Duse in La Gioconda, fotografia Byron, 1900 ca.
Archivio Duse, Istituto per il Teatro e il Melodramma
Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Un soprabito in velluto nero foderato in raso rosso, realizzato nel 1910 dalla sartoria Magugliani. E poi due modelli (uno dei quali esposto al pubblico per la prima volta) creati dall’atelier Jean Philippe Worth negli anni Dieci, una delle prime case di moda attiva tra Londra e Parigi a cavallo tra i due secoli: sono due costumi in crespo di seta, uno color avorio e l’altro nero. Del rapporto tra Worth e Duse è rimasta una fitta corrispondenza in parte conservata tra le carte dell’attrice.

Soprabito in taffettà con decori nocciola realizzato da Paul Poiret, 1910 ca. Archivio Duse, Istituto per il Teatro e il Melodramma Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Di Paul Poiret, invece, l’artista che agli inizi del XX secolo realizzò la prima forma di pantalone al femminile, è presente uno straordinario soprabito in cotone e taffetà di seta blu-rosso con decori nocciola. E infine sei capi realizzati da Mariano e Henriette Fortuny, tra cui alcuni in taffettà di seta, tutte creazioni realizzate tra il 1909 e il 1920.

La Duse musa e amante di Gabriele D’annunzio

Esposto per la prima volta l’orologio Cartier d’oro, che ha incise le due D intrecciate, che si possono interpretare come le iniziali Duse e D’Annunzio, e poi timbri, sigilli e i suoi passaporti.

Orologio Cartier
Archivio Duse, Istituto per il Teatro e il Melodramma
Fondazione Giorgio Cini, Venezia

E’ nel 1894 che la Duse conobbe e si innamorò di un giovane poeta emergente, Gabriele D’Annunzio; finanziò la sua carriera e lui scrisse per lei numerose opere teatrali. Mentre lui si dedicò a scrivere opere teatrali per lei, in particolare le tragedie La Gioconda (rappresentata nel 1899) e Francesca da Rimini (rappresentata nel 1901). Alla fine interruppe la relazione e svelò la loro intimità nel romanzo erotico Il fuoco (1900; La fiamma della vita).

Inoltre tra le fotografie presenti in mmostra, lo scatto scelto come foto-simbolo per la mostra, ad esempio, è di Joseph Byron (1847-1923), il fotografo che tra i primi ha sperimentato l’uso del flash in scena. Scattata attorno al 1900, coglie Eleonora Duse nella parte della protagonista femminile de La Gioconda di Gabriele D’Annunzio.  

Eleonora Duse in La locandiera, fotografia Audouard, 1880 circa.
Archivio Duse, Istituto per il Teatro e il Melodramma
Fondazione Giorgio Cini, Venezia

Edward Steichen (1979 – 1973), riconosciuto come uno dei fondatori della fotografia di moda, photo-editor per Condé Nast, ritrae Eleonora Duse nel suo studio newyorkese nel 1903: l’attrice ha appena terminato la grande tournée negli Usa ed è all’apice della carriera. La si vede avvolta in una stola di ermellino che ricorda il costume di scena di Francesca da Rimini. Vent’anni dopo Duse contatta Arnold Genthe (1869 – 1942), ritrattista di celebri personaggi americani. L’attrice è impegnata nella sua ultima tournée negli Stati Uniti. È lei che lo cerca, racconterà Genthe nella sua autobiografia.

La Divina e il suo amore “eterno” per Asolo

La Duse dimorò per lungo tempo ad Asolo nella sua casa dell’Arco perché parte dell’edificio ingloba l’antica porta medievale di S.Caterina, in Via Canova poco distante da quella dove risiedeva per brevi periodi anche D’annunzio. Dopo il ritorno sulle scene nel 1921, la Duse riesce a tornare ad Asolo un’ultima volta solo nell’agosto del 1922, trattenendosi meno di un mese. Muore a Pittsburgh il 21 aprile 1924 e una volta arrivata al porto di Napoli le autorità italiane organizzano un treno speciale per portare la salma da Napoli ad Asolo attraversando diverse regioni d’Italia. Il l 12 maggio 1924, viene sepolta ad Asolo nel cimitero Oasi di Sant’Anna.

La mostra rientra nella programmazione delle attività della Fondazione Giorgio Cini Onlus svolte in collaborazione e sostenute dalla Regione del Veneto nell’ambito della L.R.n.24 del 3 agosto 2021.

Info: Eleonora Duse mito contemporaneo – Cini | Dorsoduro 864 | Venezia Aperto tutti i giorni (tranne il martedì) ore 11 – 19

In copertina: Eleonora Duse in Antonio e Cleopatra di W. Shakespeare fotografia di Pau Audoaurd, 1890 ca.
Archivio Duse, Istituto per il Teatro e il Melodramma. Fondazione Giorgio Cini, Venezia

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