Il 28, 29 e 30 giugno a Venezia si terrà “Biennale Danza”, con 26 coreografie originali dirette da Virgilio Sieni, il quale le ha distribuite come capitoli di un unico racconto intitolato: Abitare il mondo – trasmissioni e pratiche.
Tre giorni di danze e coreografie. Dal 28 al 30 giugno Venezia ospiterà la Biennale Danza: 26 coreografie distribuite in 6 capitoli (Prima Danza, Vita Nova, Atleta Donna, Visitazioni, Agorà, Invenzioni) di un unico grande racconto intitolato Abitare il mondo.
I 6 “episodi” si snoderanno lungo due aree della città di Venezia, ogni giorno con un “racconto” diverso: il 28 giugno sarà interessata tutta l’area dell’Arsenale e dintorni, il 29 e 30 giugno spettacoli e performance si svolgeranno nell’area di San Marco.
Tre giorni di presentazioni e di prima risposta a quasi due mesi di incontri, di riflessioni, di allenamento e di creazione. L’intero progetto è composto da sette pratiche e ha coinvolto più di cento persone: sessantanove danzatori e una cinquantina di non professionisti.
Prima Danza. I sei giovani coreografi, selezionati in base a un progetto di lavoro, sono Lorena Dozio, Stefania Rossetti, Caterina Basso, Sara Dal Corso, Elisa Romagnani e Tiziana Passoni. Si sono confrontate con questioni quali la musicalità dello spazio di lavoro, le origini possibili di una creazione in danza, i ritmi musicali dell’abitare il mondo. In questo percorso di formazione centrale è stata l’esperienza dell’incontro e della discussione: hanno concepito un evento conclusivo capace di dimostrare la forza originaria di un processo in corso.
Invenzioni. In questa pratica, i coreografi Michele Di Stefano (I) Alessandro Sciarroni (I) e Arkadi Zaides (IL) hanno lavorato con giovani danzatori per tre nuove invenzioni coreografiche concepite solo per Venezia. L’intento è stato quello di dar vita a un dialogo costante tra la creazione, l’antropologia del luogo e le aperture con gli altri ambiti artistici. Ogni evento finale aperto al pubblico comprende, inoltre, l’ospitalità di componenti della compagnia di ciascun coreografo, in una performance articolata e aperta a varie fasi di lettura.
Agorà. Anche in questa pratica, i coreografi Thomas Lebrun (F), Frank Micheletti (F) e Virgilio Sieni (I) hanno lavorato con giovani danzatori per sviluppare una serie di esperienze sul senso della tattilità, della trasmissione e della relazione con i luoghi all’aperto. L’Agorà di Lebrun comprende musica vocale con la presenza del baritono Benjamin Alunni; quella di Micheletti progetta una mobilità tra campo e cortili con un lavoro anche sul suono circostante, mentre invece la doppia Agorà di Sieni sviluppa da una parte una complessa composizione su tre generazioni di interpreti: bambini, danzatori e anziani, con musica dal vivo di Daniele Roccato; dall’altra, un percorso rivolto a coppie di madri e figli, con musica dal vivo di Naomi Berrill.
Trasmissione. Sette giovani coreografi e interpreti, Simone Basani, Helen Cerina, Gaia Germanà, Ariadne Mikou, Elisa Mucchi, Lara Russo e Francesca Beatrice Vista, hanno lavorato con Virgilio Sieni (I) nelle sue due Agorà, in un percorso compositivo e coreografico di studio e di ricerca sul senso con cui si consegnano i gesti tra le generazioni, o sulla modalità con cui una relazione si converte in trasmissione.
Vita Nova. Due coreografi, Itamar Serussi (NL) e Virgilio Sieni (I), hanno lavorato con giovanissimi danzatori di età compresa tra i dieci e i quindici anni, in un progetto pilota che ha coinvolto quest’anno le regioni italiane di Veneto, Toscana e Puglia. L’obiettivo è quello di comporre un inedito repertorio contemporaneo di danza per adolescenti su tutto il territorio nazionale. L’evento che riguarda la Puglia comprende anche musica dal vivo di Peter Krause.
Visitazioni. In due percorsi di creazione in altrettante città del Mediterraneo, Taranto e Venezia, i coreografi Ambra Senatore (I) e Virgilio Sieni (I) hanno rispettivamente incontrato gruppi di donne per raccontare, con il volto e la forma dell’adagio, cos’è la bellezza. A Venezia, Senatore ha lavorato con un quintetto di merlettaie veneziane, mentre, a Taranto, Sieni ha lavorato con un quartetto di donne che abitano nel quartiere dell’Ilva.
Atleta donna. Cinque danzatrici, Iris Erez (IL), Nora Chipaumire (ZW), Simona Bertozzi (I), Eleanor Bauer (US), eCristina Rizzo (I), danno prova di resistenza, danzando e sostando per ore all’interno di teche in vetro, seguendo la fragilità del declinare del tempo. Nell’esibizione di tanta trasparenza, le superfici che avvolgono i corpi, come quelle che avvolgono gli oggetti del mondo, si aprono in un’esposizione reciproca: un paesaggio del corpo che indica la misura del tempo. Le danzatrici hanno documentato il loro avvicinamento alla performance rispondendo in forma scritta, ri-sposte qui stampate, a tre problemi drammaturgici che interessano il tempo, la pelle e il suono.
Il 28 giugno gli spettacoli avranno luogo all’Arsenale, il 29 e 30 giugno a san Marco, tutti con inizio alle ore 11.00 e termine con l’ultimmo spettacolo delle 22.00
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