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Venezia, la Fondazione Querini Stampalia ospita Haris Epaminonda

Haris Epaminonda si è affermata negli ultimi anni come una delle figure centrali nel panorama artistico della sua generazione a livello internazionale. Proprio a Venezia, nel 2007, Epaminonda ha co-rappresentato (insieme a Mustafa Hulusi) Cipro alla Biennale d’Arte.

Alla presenza in Biennale ha fatto seguito la partecipazione alla Biennale di Berlino nel 2008 e l’invito a dOCUMENTA(13) nel 2012. Mostre personali le sono state dedicate da Malmö Konsthall (2009), Tate Modern di Londra (2010), MoMA-Museum of Modern Art di New York (2011) e Schirn Kunsthalle Frankfurt, in Germania (2011).

L’esposizione veneziana, curata da Chiara Bertola con Andrea Viliani (in qualità di co-curatore ospite) e allestita nell’area Carlo Scarpa, è il risultato di una co-produzione internazionale fra Fondazione Querini Stampalia, Centro d’arte contemporanea Point di Nicosia, Modern Art di Oxford e Kunsthaus di Zurigo, dove differenti versioni della mostra sono state presentate negli scorsi mesi. 

Chapter IV è stata inoltre realizzata in collaborazione con la Galleria Massimo Minini di Brescia, grazie al fondamentale sostegno del marchio made in Italy luxury shoes Ballin di Fiesso d’Artico (Venezia) e al supporto del Ministero dell’Educazione e della Cultura di Cipro.

L’artista utilizza spesso materiali preesistenti come fotografie tratte da libri e oggetti trovati che assembla con sculture e film combinati a strutture e supporti da lei progettati. Le sue installazioni, i display espositivi come anche gli interventi sull’architettura, danno origine a enigmi visivi che rinviano a una moltitudine di significati. Il suo linguaggio spesso tende all’astrazione ed evoca atmosfere misteriose che sfuggono a ogni precisa classificazione.

Molti si ricordano il lavoro di Haris Epaminonda (insieme a Daniel Gustav Cramer) nella palazzina della Hauptbahnof di Kassel all’ultima dOCUMENTA(13). Quella mostra, disseminata su tre piani, apparì sorprendente per il modo frammentario, dislocato, ritmico che si ricomponeva in qualcosa di unitario soltanto alla fine del percorso… Si aveva la sensazione di camminare in una casa/museo in cui le cose/opere erano perlopiù nascoste. Tutto era sui limiti, ai bordi, nascosto negli angoli, sospeso…sino a che, nel procedere, lo spazio si andava definendo e ricomponendo come nelle sillabe di una frase che si svelava man mano.

La mostra di Haris Epaminonda alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia è la quarta tappa del tour europeo. L’artista interviene all’interno dello spazio realizzato da Carlo Scarpa e presenta una nuova versione del suo ultimo film Chapters. A Venezia, il complesso articolarsi di citazioni d’oriente, la raffinatezza cromatica e formale come il risuonare di geografie e temporalità lontane e vicine dello spazio di Scarpa, hanno indotto l’artista a rapportarsi anche con il grande architetto. 

“A Venezia, Haris Epaminonda gioca di nuovo con il display della mostra: usa lo spazio in se come una partitura – spiega Chiara Bertola – dove i materiali diventano segni che si ricompongono come in una pittura tridimensionale. L’artista risponde e dialoga con l’architettura di Scarpa con un contrappunto geometrico, una punteggiatura raffinatissima che amplifica, sottolinea, tridimensiona, espande la complessita’ del linguaggio dell’architettura”. 

Il centro della mostra è rappresentato da Chapters, un film di quattro ore girato nell’autunno del 2012 a Cipro su pellicola 16 mm. Chapters è ad oggi il film più elaborato dell’artista. Alla Querini Stampalia Chapters – originariamente mostrato integralmente su quattro schermi, con il sonoro di ‘Part Wild Horses Mane On Both Sides’ – sarà decostruito in un inedito adattamento. 

“La radicale congruenza fra l’intervento di Epaminonda e lo spazio espositivo – sostiene Andrea Viliani – va inoltre ricondotto alle location del film Chapters, l’isola di Cipro, le cui relazioni storiche con una città come Venezia si sono sedimentate nella storia stessa della città, porta dell’Europa verso quell’Oriente, continuamente e fantasmaticamente evocato sia nella narrazione aperta, fluttuante, onirica di Chapters come in vari elementi del progetto architettonico e decorativo scarpiano”.

In Chapters Epaminonda propone nondimeno alcuni degli “stilemi” del suo linguaggio artistico: i vasi, lo scorrere dell’acqua, il monumento, le rovine, i paesaggi, le palme, gli animali. Un vocabolario di oggetti e immagini che consentono di investigare la nozione di tempo e la permeabilità della memoria. In un’atmosfera densa di misticismo, uomini, donne, animali e oggetti si muovono e interagiscono, compiendo azioni e gesti rituali carichi di una molteplicità di possibili significati, enfatizzati spesso dalla lentezza dell’esecuzione o attraverso la tecnica dello stop motion. 

Il film si sviluppa attraverso gesti minimi e coreografici con una sequenza narrativa frammentata. Il principio di dualità e il simbolismo sono la bussola per orientarsi in questo viaggio spirituale in cui continuamente dialogano e si rispondono coppie di concetti e elementi: il pieno e il vuoto, il sole e la luna, l’acqua e il deserto, il bianco e il nero, l’interno e l’esterno, l’uomo e la donna, la natura e la cultura. Un viaggio in uno spazio fisico e mentale, o in un tempo sospeso, malinconico e allo stesso tempo astratto in cui lasciare affluire emozioni e costruzioni immaginarie, i cui possibili riferimenti spaziano da Beato Angelico a Sergei Parajanov a Pier Paolo Pasolini, dall’architettura greco-romana e bizantina a Carlo Scarpa.

La mostra sarà accompagnata da un libro d’artista edito nel corso dell’esposizione da Humboldt (Milano) e co-prodotto dalla Kunsthaus di Zurigo, dalla Fondazione Querini Stampalia, la Galleria Massimo Minini di Brescia e la Rodeo Gallery di Instabul. Un ringraziamento particolare a Crovato Pavimenti srl di Venezia e a Enea Righi e Lorenzo Paini.

dal 14 marzo – al 18 maggio 2014

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Categories: Cultura