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Venezia, i “capricci” di Vik Muniz in mostra a Palazzo Cini

La Galleria di Palazzo Cini a Venezia  inaugura la stagione espositiva 2017 con un omaggio alla contemporaneità: gli spazi al secondo piano accolgono la mostra del noto fotografo Vik Muniz Afterglow “Pictures of Ruins”. Omaggio a Venezia, nato da un dialogo con il curatore Luca Massimo Barbero, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, l’esposizione include foto inedite ispirate ai grandi maestri della collezione Cini, come Francesco Guardi, Dosso Dossi e Canaletto, una serie dedicata alle Carceri d’invenzione di Piranesi e una speciale scultura in vetro. Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva sarà aperta al pubblico fino al 15 novembre 2017.

Ispirandosi alla mostra Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini – ospitata nel 2016 al secondo piano del Palazzo –, al capriccio italiano e alla tradizione veneziana, l’artista contemporaneo Vik Muniz presenta nella mostra Afterglow: Pictures of Ruins lavori realizzati ex novo in una scala cromatica straordinariamente vivida, attingendo ai dipinti della collezione di Vittorio Cini e ponendosi così in un dialogo ideale con le opere esposte in Galleria.

La tradizione del capriccio architettonico, che unisce edifici reali e immaginari, rovine archeologiche e una varietà di altri elementi architettonici combinati in modo creativo e fantasioso, divenne un vero e proprio fenomeno nella pittura italiana del XVII e XVIII secolo che fu molto apprezzato, condiviso e stimato. Muniz rivisita questo tema in chiave contemporanea, simulando le pennellate di questi quadri con ritagli di dipinti riprodotti in volumi di storia dell’arte attentamente selezionati non solo per i loro valori cromatici ma anche per le immagini che contengono, che incollati insieme richiamano una superficie tattile, a impasto. Proseguendo la tradizione degli artisti del XVII e XVIII secolo, Muniz ricombina in modo creativo questi elementi ricostruendo nuove immagini che, attraverso un gioco di rimandi e citazioni, incuriosiscono lo spettatore.

Sono 9 le opere esposte Afterglow: Pictures of Ruins di medie e grandi dimensioni, trattasi di Digital C print in edizione 1/6 che accolgono il visitatore trasformandolo in spettatore mentre va sulla scena un vero “capriccio” di colore e di forza espressiva. Immagini che ti impediscono di avvicinarsi all’opera stessa, quasi essa voglia confondersi in uno spettacolo oltre la stessa percezione visiva.

L’artista, infine, ripropone la serie di 8 opere “Carceri d’Invanzione di Piranesi”, realizzata nel 2002 che sarà accompagnata da una stampa originale di Piranesi appartenente alla collezione della Fondazione Giorgio Cini.

Vik Muniz è nato a San Paolo, Brasile, nel 1961 e attualmente vive tra New York City e Rio de Janeiro. Ha tenuto esposizioni presso istituzioni estremamente prestigiose quali l’International Center of Photography di New York, il Museu de Arte Moderna di San Paolo, il Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro, il Whitney Museum of American Art di New York, la Fundació Joan Miró di Barcellona, la Menil Collection di Houston, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma e l’Irish Museum of Contemporary Art di Dublino. Le sue opere sono anche esposte nelle collezioni del Museum of Modern Art di New York, dell’Art Institute di Chicago, del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, del the Metropolitan Museum of Art di New York, del Museu de Arte Moderna di San Paolo, del Museum of ontemporary Art di Tokyo, del Museum of Fine Arts di Boston, del Museum of Fine Arts di Houston, della Tate Gallery di Londra, del Victoria and Albert Museum di Londra, del Walker Art Center di Minneapolis e del Whitney Museum of American Art di New York. Nel 2001 Muniz ha rappresentato il Padiglione brasiliano alla quarantanovesima Biennale di Venezia.

Vik Muniz è stato il protagonista di un documentario candidato all’Oscar dal titolo Waste Land (2010), che ricostruisce la cronistoria delle collaborazioni dell’artista con un gruppo di catadores (che sopravvivono raccogliendo e differenziando rifiuti) del quartiere Jardim Gramacho della città brasiliana di Duque de Caxias a nord di Rio de Janeiro, il sito di una delle più grandi discariche del mondo. Muniz lavorò tre anni con i catadores, utilizzando i rifiuti riciclabili da loro raccolti per creare dei ritratti monumentali di questi individui emarginati che ne rivelavano la dignità e disperazione, rifacendosi agli antichi capolavori dei Maestri.

Muniz è stato inoltre nominato Ambasciatore di Buona volontà dell’UNESCO per il suo contributo a favore di istruzione e sviluppo sociale, in particolar modo per il suo lavoro con i catadores.

La mostra rappresenta una grande occasione anche per il collezionismo di questo artista, noto in tutto il mondo, ma forse non considerato come meriterebbe dal mercato dell’arte. Le sue opere si sono rivalutate nel tempo con una progressione costante senza però mai raggiungere valori importanti alla pari di altri artisti contemporanei. Probabilmente è proprio questo suo esclusivo modo di rappresentare la sua tecnica che non avendo confronti con altre, diventa unica e più difficile da valutare.

Vik Muniz

Muniz é anche un artista di indubbia conoscenza della storia dell’arte, ricordiamo un’ altra serie del 2006 “After Monet” con opere dedicate al grande maestro impressionista, sempre Digital C print copie 1/6, opere tutte ora presenti in collezioni pubbliche e private.

Vik Muniz, ‘La Japonaise (after Monet)’, 2006

E’ da prevedere che questo passaggio veneziano sia la chiave di lettura per l’avvio di un nuovo periodo di grande successo di mercato, perchè le opere della collezione”Afterglow” sono davvero uno spettacolo a cui non si può mancare di partecipare.

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Categories: Cultura