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Venezia: Fondazione Peggy Guggenheim rende omaggio a Charles Pollock

Charles Pollock. Una retrospettiva, a cura di Philip Rylands, direttore della Collezione Peggy Guggenheim, intende documentare la carriera di Charles Pollock attraverso una ricca serie di materiali, oltre 120 opere, tra dipinti, schizzi, disegni, fotografie e documenti, in gran parte inediti, concessi dall’Archivio Charles Pollock di Parigi, grazie alla moglie dell’artista Sylvia Winter Pollock e alla figlia Francesca Pollock. Un ristretto numero di opere di Jackson Pollock, Thomas Hart Benton, maestro sia di Charles che di Jackson, e due rare opere di Sanford McCoy, fratello dei due artisti, andranno a completare la parte dedicata alla carriera giovanile di Charles a New York e Washington. La mostra sarà l’occasione unica di poter vedere lavori mai esposti prima, e attraverso lettere, riproduzioni fotografiche e bozzetti documenterà lo stretto rapporto tra Charles, Jackson, e gli altri membri della famiglia Pollock, prima della seconda guerra mondiale, in una luce intima e privata. Ulteriori prestiti arrivano dalla famiglia, dagli Archivi dell’American Art/Smithsonian Institution, dall’Addison Gallery of American Art, Phillips Academy di Andover, dal Museum of Fine Arts di Houston, dallo Smithsonian American Art Museum di Washington, dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, dall’O’Brien American Art Collection di Sewickley, dall’American Contemporary Art Gallery di Monaco e da altre collezioni private.

La storia di Charles Pollock (Denver 1902 – Parigi 1988) è estremamente interessante e incarna a suo modo un “secolo americano”. Maggiore dei cinque figli di LeRoy e Stella Pollock, si trasferisce a New York nel 1926, dove studia arte con Thomas Hart Benton, e nel 1930, insieme al fratello Frank, convince il più giovane Jackson a raggiungerli. I suoi studi alla Art Students League, il suo impegno sociale, l’avvicinamento della sua arte alla corrente figurativa del Regionalismo e il murale realizzato per la Works Progress Administration, la più grande agenzia del New Deal che diede lavoro a milioni di persone nella costruzione di opere pubbliche, hanno avvicinato il percorso artistico fatto fino a quel momento a quello tipico degli artisti degli anni ‘30. Nel 1935-‘36 lascia New York per trasferirsi a Washington, DC, dove lavora per la Resettlement Administration, agenzia federale legata al New Deal, scelta questa che lo allontana da quel gruppo emergente di artisti avanguardisti newyorkesi, che stava portando il fratello Jackson alla scoperta di un nuovo tipo di arte. Non meno tipica dell’artista americano dell’epoca fu la crisi di Charles nei confronti della pittura figurativa regionalista nel 1944, immediatamente successiva al completamento del murale per l’Università del Michigan, East Lansing, e il suo conseguente spostamento verso un linguaggio pittorico astratto, scelta opposta al rifiuto che ebbe il maestro Benton nei confronti del linguaggio astratto legato la corrente del Sincromismo, nel 1919. Dopo un periodo come insegnante di design e tipografia in Michigan alla fine degli anni ‘40, nel 1950 realizza il suo primo grande dipinto astratto Fuochi d’artificio. Nel 1956 produce il primo sostanzioso corpo di opere astratte, la serie Chapala, ispirata a un lungo soggiorno sul lago Chapala in Messico. Tra il 1962-’63 prende un anno di aspettativa dall’insegnamento, e viaggia in Europa, il primo dei fratelli Pollock a recarsi nel vecchio continente. Con base a Roma viaggia incessantemente per scoprire i grandi maestri classici dell’arte italiana e conosce artisti come Piero Dorazio, Giulio Turcato, i fratelli Pomodoro, James Brooks e Giorgio Cavallon. Realizza in questo periodo una nuova, consistente serie di dipinti astratti, la serie Roma. A metà degli anni ’60, Charles e la moglie Sylvia, ora amici del critico Clement Greenberg, portano in Michigan artisti come Dorazio, Tony Caro e Barnett Newman. Da questo momento in poi grazie a numerose mostre, a un corpo sempre maggiore di opere, e all’amicizia con diversi artisti, Charles si lega movimento avanguardista conosciuto poi come Color-field, caratterizzato da una pittura a campi di colore molto estesi su tele di canapa, quell’avanguardia da cui si era distaccato qualche decennio prima. Charles Pollock continua a dipingere campi di colore astratti anche dopo il suo trasferimento a Parigi nel 1971, dove trascorrerà il resto della sua vita, fino al 1988, anno della sua scomparsa.

Charles Pollock. Una retrospettiva è accompagnata da un catalogo, edito da Marsilio in italiano e inglese (212 pagine) con un saggio di Terence Maloon (precedentemente pubblicato su The Art of Charles Pollock, Sweet Reason, Ball State University Art Museum, Muncie, Indiana, 2002, Australia), grande autore e massimo esperto vivente dell’arte di Charles Pollock. La pubblicazione comprende inoltre una raccolta delle lettere della famiglia Pollock, selezionate e commentate da Kirstin Hübner, tratte da American Letters 1927-1947, Jackson Pollock and Family, Cambridge (UK), Polity Press, 2011.

La mostra fa parte di un articolato progetto espositivo con cui la Collezione Peggy Guggenheim rende omaggio nel corso del 2015 ai fratelli Pollock, insieme a Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all’interno della materia (14 febbraio – 6 aprile) e Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile (23 aprile – 16 novembre). L’intero progetto gode del patrocinio della Missione Diplomatica Statunitense in Italia e del prezioso sostegno della Pollock-Krasner Foundation.

Charles Pollock. Una retrospettiva gode del sostegno di Intrapresae Collezione Guggenheim, della Private Bank BSI, di Enel e della Regione del Veneto. I progetti educativi dell’esposizione sono realizzati con il sostegno della Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz.

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