Universalia – che ha organizzato l’evento – è un’associazione senza fini di lucro che studia, intraprende e realizza iniziative, eventi e progetti culturali di elevata qualità. Inoltre, sostiene il salvataggio di siti, archivi e di attività di valore artistico a rischio e promuove il linguaggio della musica e dell’arte quale elemento di comunicazione sovranazionale fra i Popoli.
Presidente Giuseppina Ranzenigo, come e perché nasce Universalia.
Un anno fa, con il gruppo di amici Artisti che nell’ultimo decennio mi hanno accompagnata in una serie di iniziative concertistiche e culturali, abbiamo dato vita a UNIVERSALIA, un’Associazione senza fini di lucro che studia, intraprende e realizza iniziative e progetti culturali, sostiene il salvataggio di siti, archivi ed attività di elevato valore artistico a rischio e promuove il linguaggio della musica e dell’arte quale elemento di comunicazione fra i Popoli. Universalia ha sede legale e amministrativa a Bologna (operative, invece, a Venezia, Milano, Verona e Roma) e deve ogni sua realizzazione a interventi di mecenatismo privato: aziende, imprenditori, banche, assicurazioni, filantropi.Il nostro sforzo continuo è teso al raggiungimento e al mantenimento di un livello qualitativo estremamente elevato, attraverso una selezione accuratissima dei progetti, delle loro finalità e all’identificazione di location adeguate, per caratteristiche tecniche ed architettoniche, allo standing dell’Evento.
Abbiamo immaginato un luogo immateriale ove l’arte rafforzi la parte migliore di ciascuno di noi, trasformandola in concretezza del vivere: perché se non vi è evoluzione interiore, non vi è vera cultura.
Stiamo usando l’entusiasmo per dare forza alle idee, il pragmatismo per dar loro un passo e la pianificazione per trasformare progetti in solida realtà.
E ci divertiamo nello scompaginare le abitudini, nell’allontanarci dai luoghi comuni, nel non avere paura di usare linguaggi diversi, nell’apertura al mondo e a culture diverse senza preconcetti e senza pregiudizi. Con profondità e leggerezza, siamo tesi all’eccellenza.
Quali sono i programmi e le aree di competenza che intendete portare nel 2019.
Nel corso del prossimo anno vorremmo realizzare un “trittico” di Monteverdi in collaborazione con il Collegium Vocale Gent e del Maestro Philippe Herreweghe. Stiamo pensando alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, al Teatro Bibiena a Mantova e all’Auditorium del Museo del Violino a Cremona.
È allo studio un concerto dedicato ad Arvo Pärt eseguito dall’Estonian Chamber Choir e stiamo lavorando alla pianificazione di una collaborazione con la Venice International University.
Domani 8 dicembre, vi vedendo organizzatori insieme di un evento importante a Venezia, ci vuole illustrare meglio il programma.
In seguito alla prima collaborazione sinergica tra Universalia e il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena, nel celebrare con un concerto straordinario del noto Ensemble vocale britannico “Tallis Scholars” nel 2017, il 300° anniversario dell’Abbazia di San Lazzaro degli Armeni e il 450° dell’anno monteverdiano nella Basilica di San Marco, l’occasione si ripresenta quest’anno nell’offrire al pubblico veneziano e ai cultori della musica in generale l’opera di uno dei grandi geni della tradizione musicale luterana, il compositore Johann Hermann Schein che ricoprì un secolo prima del più illustre figlio di quella tradizione J.S. Bach il ruolo di Director musicus di Lipsia mantenendo la carica di Thomascantor dal 1616 fino alla morte, sopravvenuta prematuramente nel 1630.
L’idea di continuare questo stimolante lavoro sinergico nasce nel contempo dal desiderio e dall’esigenza di voler offrire alla città di Venezia occasioni rare di ascolto di un repertorio, che è profondamente legato a questo prestigioso centro che in periodo rinascimentale e barocco fu all’avanguardia e faro per tutta la scuola musicale occidentale coeva, e che solitamente viene ignorato dando spazio per lo più ad un repertorio musicale che si presume di maggiore e facile fruizione turistica! Tale esigenza non nasce da ambizioni o obiettivi di tipo prettamente musicologico ma piuttosto dal desiderio di voler riproporre al centro dell’attenzione di un pubblico distratto da offerte di appiattimento o meglio, di “distruzione culturale di massa”, un ruolo europeo centrale che Venezia ebbe dal punto di vista musicale e artistica in quei secoli. Desiderio più volte espresso anche da esperti ed esecutori stranieri del repertorio che vorrebbero tanto esiberisi nei luoghi di Monteverdi e dei grandi veneziani dell’epoca, spesso disatteso dalle istituzioni preposte verso cui il nostro sforzo vorrebbe essere di stimolo collaborativo e sinergico e per nulla concorrenziale. Materia che esula dai nostri obiettivi principali di studio e di produzione.
Dopo l’anno monteverdiano come dicevamo sopra, quest’anno abbiamo l’opportunità di avere una delle compagini musicali più prestigose del mondo per tale repertorio musicale, l’Ensemble fiammingo “Collegium Vocale Gent” fondato dal direttore Philippe Herreweghe, che proporrà una delle opere più significative e poco eseguite del compositore Schein, “Israelis Brünnlein” (1623), una raccolta di 26 madrigali spirituali a 5 voci (di cui solo una a 6 voci), opere vocali con l’aggiunta del continuo della tradizione sia dei mottetti che dello stile madrigalistico italiano, destinate ad occasioni di matrimoni, funerali, lauree e a momenti solenni della vita sociale ed istituzionale dell’epoca.
L’acustica particolare richiesta e la tradizione luterana di tale repertorio ci hanno indotti a pensare ad un luogo di Venezia dove forse mai è stata prodotta musica in pubblico, che però poteva rispondere a nostro avviso al meglio alle atmosfere del mondo luterano: la splendida e spoglia Sala rinascimentale delle Colonne ovvero il Portego della Scuola Grande di San Marco dell’ex complesso monastico domenicano, che costituisce l’entrata monumentale dell’attuale complesso ospedaliero veneziano. Proprio l’anno in corso la Scuola celebra con una serie di eventi accademici il 580° anniversario della propria fondazione.
L’insieme di queste circostanze: la prima in assoluto del Collegium con il maestro Philippe Herreweghe a Venezia, la prima a nostra memoria dell’opera di Schein, la prima dell’utilizzo di questo luogo incantevole per la vita musicale della città, la ricorrenza del 580° della Scuola Grande, fanno di questo evento un unicum che senz’altro darà un contributo alla valorizzazione della stessa città in un contesto europeo, del ruolo storico guida che ebbe nello sviluppo della cultura musicale europea dal Rinascimento in poi.
Uno sforzo, un tentativo nel restituire a Venezia un ruolo di riferimento tra le realtà che cercano di perpetuare questo lungo e tradizionale legame del ricco mondo musicale d’epoca e non solo.