In attesa della soluzione di sistema che ricapitalizzi e salvi le banche venete senza ricorrere al bail in e che si fa di ora in ora più urgente, Veneto Banca si avvia a rimborsare ai risparmiatori il bond in scadenza il 21 giugno e lancia l’azione di responsabilità contro i vecchi amministratori. Di tutto questo s’è discusso ieri nel Cda della tribolata banca di Montebelluna.
Veneto Banca, dopo mille riflessioni, è orientata a rimborsare regolarmente entro la scadenza di mercoledì prossimo il bond da 150 milioni di euro ma lo farà con tutte le cautele del caso per evitare azioni di revocatoria nei confronti dei suoi attuali amministratori.
Nessuno sconto invece verso le passate gestioni che hanno portato la banca sull’orlo del fallimento. Il Cda di Veneto Banca, raccogliendo gli orientamenti espressi dall’ultima assemblea, ha deciso di avviare l’azione di responsabilità contro gli amministratori e i sindaci delle passate gestioni (Consoli in testa) e chiede loro la restituzione di 2,3 miliardi di euro, che rappresenterebbero non solo un risarcimento ma una vera bocca d’ossigeno per la banca che rischia di non poter più assicurare la continuità aziendale, se non interverranno decisioni forti e soprattutto nuovi capitali in tempi brevi.
Qualche spiraglio di luce c’è rispetto ai giorni scorsi, ma le due banche venete (la Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza) camminano sul filo del rasoio e, finché non arriveranno nuovi capitali, la loro strada rimane in salita.
Intanto anche Iccrea Banca, il gruppo del credito cooperativo, è stata contattata dal ministero dell’Economia per partecipare al salvataggio delle Banche venete. Lo rivela il presidente della capogruppo del credito cooperativo, Giulio Magagni: “Per ora solo un’interlocuzione. Se ci chiamano ascolteremo, non costa nulla”. Il direttore generale Leonardo Rubattu aggiunge: “Siamo molto sensibili all’evoluzione delle popolari venete che hanno la nostra stessa vocazione. Siamo aperti a valutarla quando ci sara’ chiarezza sulle condizioni”.